Occupare il 24° posto su 28 totali della classifica Desi porta a pensare che il nostro Paese sia in una situazione drammatica più che difficile, ma non è proprio così. Gli ultimi dati relativi al Digital economy and society index (Desi), l’indice di digitalizzazione dell’economia e della società relativo ai partner dell’Unione europea, ci posiziona davvero in basso e allo stesso tempo valuta come più che positivi gli sforzi compiuti in un paio di aree di interesse per l’indice stesso, di cui una è il 5G.
L’impegno dell’Italia “in fase preparatoria” per il lancio delle reti di nuova generazione tra la fine di quest’anno e il 2020 ci ha permesso di uscire da questa classifica con le classiche ossa rotte ma anche con alcuni spunti positivi di riflessione, che ci permettono di guardare in avanti con molta fiducia nelle nostre possibilità e capacità, anche perché il 5G non è cosa da poco.
Di questo avviso è Mirella Liuzzi, segretario di presidenza e parlamentare del Movimento 5 Stelle (M5S), che in una nota a commento sui risultati Desi, ha dichiarato: “I risultati non devono trarci in inganno, poiché fotografano un Italia in netto progresso. Stiamo scalando posizioni su diversi fronti e questo è un fatto estremamente positivo. In termini di connettività l’Italia si piazza al 19° posto fra gli Stati membri dell’Unione europea, risalendo di ben 7 posizioni rispetto allo scorso anno”.
“Sono segnali importanti, che ci lasciano ben sperare per il futuro e che certificano che l’azione di Governo sta dando i risultati sperati nel colmare l’enorme divario digitale che ci ha caratterizzati per anni”, ha precisato la parlamentare pentastellata.
“Non sono da sottovalutare inoltre i progressi nell’attuazione del Piano nazionale ultrabroadband e il secondo posto in termini di preparazione al 5G, oltre all’incremento della copertura banda larga veloce che ha raggiunto il 90% delle famiglie. Certo abbiamo tanta strada da fare e da recuperare ma quel che conta è che tutti i provvedimenti presi da questo Governo e dal Parlamento su digitale e innovazione iniziano a dare i loro frutti”, ha concluso Liuzzi.
In effetti la classifica Desi sullo stato di preparazione al 5G ci vede secondi con il 60% di assegnazione dello spettro, dietro solo alla Finlandia, con il 66,7%, ma tra noi e i terzi piazzati, Lituania, Danimarca, Germania e Francia, c’è un abisso, con un quartetto fermo al 33,3%.
E il 5G non è cosa da poco.
Solo in riferimento allo scenario urbano e al livello di connettività nelle città di tutto il mondo, e soprattutto nelle presenti e future megalopoli, grazie al 5G si abiliterà un’economia e un mercato globali che potrebbero valere più di 17 mila miliardi di dollari entro una quindicina di anni.
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