Prosegue la partecipazione di INWIT al Festival dello Sviluppo Sostenibile di ASvis. “La neutralità climatica al 2030, una sfida possibile. Le 9 città italiane della Missione europea si raccontano” è il nuovo convegno della kermesse organizzata dall’Alleanza italiana per lo Sviluppo sostenibile che ha visto la partecipazione di molti rappresentati delle Istituzioni, delle aziende e del terzo settore.
Importanti i temi affrontati nel corso del panel di Bologna “Neutralità climatica, investimenti e innovazione”moderato da Agnese Pini, Direttrice de Il Giorno, La Nazione Il Resto del Carlino e Quotidiano Nazionale.
Suigo: ‘Nostra strategia climatica prevede riduzione CO2’
“INWIT sta fornendo un contributo alla lotta al cambiamento climatico attraverso i investimenti in soluzioni innovative per l’abbattimento delle emissioni generate – ha ricordato Michelangelo Suigo, Direttore relazioni esterne, comunicazione e sostenibilità di INWIT- Nel nostro Piano di Sostenibilità abbiamo previsto e avviato una strategia climatica, che prevede una serie di misure volte a ridurre le nostre emissioni CO2. Tra queste, gli investimenti in efficienza energetica, nella produzione di energia da fotovoltaico e l’acquisto di energia elettrica da fonti rinnovabili, il 100% nel 2022. I nostri target di riduzione delle emissioni di gas serra sono stati approvati dalla Science Base Initiative (SBTi). Ad aprile abbiamo pubblicato il nostro primo Report TCFD, con l’obiettivo di comunicare le informazioni riguardanti gli impatti determinati dalle attività dell’azienda sul clima e viceversa. Ci siamo infine dati l’obiettivo di raggiungere la Carbon Neutrality già nel prossimo anno (2024) e abbiamo previsto di definire un piano per arrivare a emissioni nette zero (Net zero) al 2030 focalizzandoci, quindi, anche sulle emissioni indirette”.
“È fondamentale – ha continuato Suigo – che si prosegua nella direzione dello snellimento delle procedure per la realizzazione delle infrastrutture di telecomunicazione. La sfida resta quella dei tempi per poter costruire le infrastrutture digitali. Al momento, infatti, solo il 20% del tempo impiegato viene speso per la realizzazione, mentre l’80% del tempo è legato all’ottenimento dei permessi. Un’ultima urgenza è adeguare gli anacronistici limiti di emissione elettromagnetica che ci sono in Italia, 100 volte inferiori a quelli europei. In questo modo si permetterebbe alle infrastrutture di essere sempre più condivise e si consentirebbe agli operatori di contenere i costi per realizzare le proprie reti e alle comunità di consumare meno territorio, in un’ottica sostenibile”.
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