Iran: malware per Android che aggira l’autenticazione a due fattori

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Il gruppo Rampant Kitten usa una tecnica che gli permette di rubare dagli smartphone i codici di autenticazione inviati tramite SMS.

Una strategia su doppio binario, che coinvolge i sistemi Windows e quelli Android. Ad adottarla è un gruppo di cyber-spioni legati al governo di Teheran che è finito anche sotto la lente d’ingrandimento dell’FBI.

I pirati informatici iraniani di Rampant Kitten hanno avviato negli scorsi mesi una serie di campagne che prendevano di mira varie associazioni politiche in Azerbaijan e Belucistan (un’area geografica compresa tra Iran, Pakistan e Afghanistan – ndr) utilizzando un trojan per Windows.

La backdoor utilizzata per infettare i PC Windows, che viene distribuita utilizzando un documento Word contenente codice malevolo, prende di mira Telegram e KeePass, un’applicazione per la gestione delle password.

Iran Android

Insomma: si tratterebbe di un “grimardello” pensato per garantire ai pirati informatici l’accesso a tutti i servizi utilizzati dalle vittime.

Come spiegano i ricercatori di Check Point in un report pubblicato sul sito della società di sicurezza, l’elemento più rilevante in questa ondata di attacchi è l’utilizzo di un malware per Android che è in grado di rubare i codici usati per l’autenticazione a due fattori di numerosi servizi.

Il malware per Android, in pratica, integra una funzionalità che gli permette di inoltrare a un numero controllato dai pirati informatici tutti gli SMS che contengono il testo “G-“, usato normalmente dal sistema di autenticazione a due fattori di Google.

Non solo: il trojan sarebbe in grado di inoltrare anche tutti i messaggi ricevuti su Telegram e altre applicazioni social. Un elemento questo, che concorda con la versione Windows del malware utilizzato da Rampant Kitten per spiare le sue vittime.

Per distribuirlo, i pirati hanno usato un’app che si propone come uno strumento per aiutare le persone che parlano persiano a ottenere la patente in Svezia.

Iran Android

Uno stratagemma che lascia pochi dubbi sugli obiettivi degli hacker: la Svezia (e i paesi nordici in generale) ospitano infatti una nutrita comunità di dissidenti iraniani, che hanno abbandonato il loro paese e chiesto asilo politico in Europa.

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