Il progetto ‘Italia a 1 Giga’ è “centrale per la modernizzazione del Paese. Le tempistiche sono stringenti ma stiamo rispettando il cronoprogramma”. Lo ha detto il ministro per l’Innovazione tecnologica, Vittorio Colao, nel corso del question time alla Camera in risposta ad un’interrogazione di Enza Bruno Bossio, deputata del Pd e componente della commissione Trasporti, aggiungendo che “dal 30 aprile al 15 giugno c’è stata la mappatura su 21 milioni di civici, in un’ottica di complementarietà con il piano di copertura delle aree bianche. Dal 6 agosto al 15 settembre c’è stata la consultazione pubblica, l’8 novembre abbiamo notificato formalmente il piano alla Commissione europea per ottenere l’autorizzazione. Attendiamo la decisione della Commissione per la fine di dicembre, pensiamo di pubblicare i bandi entro gennaio 2022 e di aggiudicarli entro giugno, in modo da rispettare la milestone”.
Entro fine novembre è atteso il provvedimento Agcom che regolamenta le condizioni di accesso wholesale.
Infratel sarà il soggetto attuatore per conto del Ministero dell’Innovazione e della Transizione Digitale.
Obiettivo 6 milioni di civici
Con il Piano Italia a 1 Giga l’obiettivo è portare la connettività “a 6 milioni di civici” entro il 2026.
Modello wholesale
La connessione verrà fornita in base al principio di “neutralità tecnologica”, ha aggiunto Colao, aggiungendo che “Lo Stato finanzierà la realizzazione delle infrastrutture end to end in modo da fornire accesso wholesale“.
Connessioni fino all’edificio
Per quanto riguarda la distanza, “l’operatore aggiudicatario dovrà realizzare infrastrutture di rete inclusiva del ROE (Ripartitore Ottico di Edificio) fino all’edificio (per le reti fisse FTTH ndr) in cui sono stati situati gli utenti, mentre nel caso di reti wireless (per le reti FWA e 5G ndr) l’intervento dovrà includere la installazione dell’antenna sull’edificio”.
Per gare modello a incentivo
Il modello scelto dal governo per il Piano Italia 1 Giga “è quello ad incentivo”, ha detto Colao, e “prevede la selezione – attraverso procedure ad evidenza pubblica – di operatori che potranno presentarsi in forma individuale e nelle aggregazioni previste dal Codice degli appalti, in modo che per ogni lotto vengano realizzate le infrastrutture di rete che, una volta completate, rimarranno di loro proprietà, a fronte di un contributo pubblico determinato come percentuale massima sul costo complessivo delle opere”.
Servono 10mila professionisti digitali
Per quanto riguarda le competenze, “bisognerà formare 10mila operatori e stiamo lavorando con il Mise per identificare il meccanismo premiante“.
Bruno Bossio (Pd), ‘Per Italia a 1 giga arrivare all’ultimo miglio e connettere’
Nella replica, Enza Bruno Bossio, deputata del Partito democratico e componente della commissione Trasporti, ha ringraziato il ministro Colao per aver confermato l’ambizione di perseguire quello che è un piano coerente con gli obiettivi del Digital Compass 2030 dell’UE, sottolineando che “l’elemento più importante in questo momento è la connettività, non basta realizzare le infrastrutture ma serve connettere, e per connettere bisogna arrivare all’ultimo miglio. Però – ha proseguito l’esponente dem – noi abbiamo in questo momento tre bandi che riguardano circa 7mila comuni dove l’FTTH si è attuata solo nominalmente, poiché posizionata fuori dall’edifici. Serve infine, in riferimento allo stato del piano voucher, che il governo consenta l’accesso alla misura come supporto alla domanda per la realizzazione della fibra verticale anche negli edifici, allargando la platea dei soggetti autorizzati a formulare la richiesta ai condomini. Solo così riusciremo a raggiungere l’obiettivo di 1 giga in tutta Italia per il 2026″.
In precedenza, Davide Gariglio, capogruppo Pd in commissione Trasporti, intervenuto in Aula per il question time aveva posto i temi affrontati dal ministro Colao. “Chiediamo al ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, Vittorio Colao, quali azioni il governo intenda attuare al fine di realizzare il piano Italia a 1 Giga. Vi è infatti molta preoccupazione che rispetto alla scadenza del 2026 il piano sia a rischio. Ci sono problemi strutturali, come la carenza di personale esperto, in Italia e in Europa, capace di rispettare la pianificazione per lo stringente impiego dei fondi stanziati dalla Commissione europea, ma c’è anche un problema di semplificazione normativa, e infine c’è un problema di incompletezza della rete che nominalmente è di tipo FTTH ma nei fatti spesso la fibra si arresta a 20 metri dall’edificio”.
5G, consultazione pubblicata a giorni
In mattinata, nel suo intervento all’assemblea dell’Anci, il ministro Vittorio Colao aveva detto che per la gara del 5G in Italia “stiamo pubblicando a breve, ma a breve vuol dire a giorni, potrebbe essere forse già questa settimana, la consultazione su come intendiamo intervenire”. “Una volta conclusa la consultazione la manderemo in Europa per notifica perché è un intervento nuovo”. Dopodiché, ha aggiunto, “faremo le gare, anche queste devono essere assegnate entro il 2022 e qui posso già dire che se ci saranno dei fondi residui col Mise ci siamo già impegnati per metterli a sostegno della domanda”.
Il ministro ha ricordato che su questa voce sono stati stanziati 2 miliardi.
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