Kinsing sfrutta un bug di Apache ActiveMQ per eseguire criptominer

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I ricercatori di Trend Micro hanno individuato una campagna di attacchi che sfrutta una vulnerabilità di Apache ActiveMQ per infettare i sistemi Linux col malware Kinsing e installare un miner di criptovalute.

ActiveMQ è un message-oriented middleware (un broker di messaggistica) che implementa diversi protocolli per la coda di messaggi, tra i quali OpenWire. Il bug è relativo proprio a questo protocollo: alcuni comandi di OpenWire falliscono la validazione di una specifica classe di Java e portano alla vulnerabilità.

Identificata come CVE-2023-46604 e considerata a rischio critico, la falla consente a un attaccante di eseguire codice remoto e permettere a Kinsing di scaricare e installare altri payload malevoli; tra questi c’è anche uno script che sfrutta le risorse del dispositivo infetto per minare criptovalute.

ActiveMQ

Pixabay

Una caratteristica molto interessante di Kinsing è che, prima di scaricare il miner, controlla l’esistenza di altri miner di criptovalute nei processi, in crontab e nelle connessioni di rete attive e termina tutte le esecuzioni.

Non è la prima volta che questo bug viene sfruttato dai cybercriminali: a inizio novembre i ricercatori di Rapid7 avevano scoperto alcune attività del ransomware HelloKitty che usava la vulnerabilità per infettare i sistemi.

Il team di Trend Micro ha individuato i primi attacchi a inizio mese e ha subito notificato Apache dell’esistenza del bug e della campagna.

I ricercatori parlano di diversi gruppi di attaccanti che stanno sfruttando attivamente la vulnerabilità. Le organizzazioni che utilizzano ActiveMQ devono aggiornare il prima possibile il broker. Nel dettaglio, le versioni vulnerabili sono dalla 5.18.0 alla 5.18.3, dalla 5.17.0 alla 5.17.6, dalla 5.16.0 alla 5.16.7 e tutte le versioni precedenti alla 5.15.16.

“Vista la facilità con cui il malware si diffonde attraverso le reti e sfrutta le vulnerabilità, è importante applicare le patch di sicurezza, verificare regolarmente le configurazioni e monitorare il traffico di rete per individuare attività sospette” avvisano i ricercatori.

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