La botnet dark_nexus fa strage di dispositivi IoT

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Utilizza un codice copiato da altre botnet, ma i suoi autori hanno introdotto funzionalità e strumenti di attacco innovativi che la rendono più robusta.

La si potrebbe definire “evoluzione della specie”. La comparsa della botnet dark_nexus, infatti, rappresenta un nuovo sviluppo nel campo dei malware che prendono di mira i dispositivi IoT come Mirai e Qbot.

Il malware, che secondo i ricercatori di Bitdefender è stato sviluppato partendo proprio dal codice del celebre Mirai, è stato ripetutamente aggiornato tra dicembre 2019 e aprile 2020, introducendo una serie di funzionalità che lo rendono più potente e robusta rispetto ai suoi predecessori.

dark_nexus

In particolare, si legge nel report, dark_nexus usa due moduli (uno sincrono e uno asincrono) per sfruttare exploit e tecniche di credential stuffing che gli consentono di prendere il controllo dei dispositivi attraverso il collegamento Telnet.

La botnet utilizza poi un payload estremamente specializzato, che viene scelto sulla base delle caratteristiche del dispositivo compromesso. I ricercatori hanno individuato ben 12 varianti, ognuna delle quali è programmata per ottimizzare il funzionamento del malware sullo specifico modello di processore installato.

dark_nexus

Gli autori di dark_nexus hanno, come obiettivo, quello di utilizzare le macchine compromesse per portare attacchi DDoS, ma hanno scelto di adottare un sistema di offuscamento che altera la trasmissione dei dati in modo che a una prima analisi sembri normale traffico generato da un browser.

Secondo i ricercatori, le dimensioni della botnet sarebbero ancora piuttosto limitate. Il numero di dispositivi infetti sarebbe infatti di 1.372 bot, principalmente distribuiti tra Brasile, Cina, Sud Corea e Tailandia.

dark_nexus

Le caratteristiche di dark_nexus, così come indica anche la frequenza degli aggiornamenti, sono però tali da far pensare che si tratti di un processo in piena fase di sviluppo.

Il rischio, insomma, è che la botnet raggiunga nel giro di qualche settimana dimensioni decisamente maggiori e possa trasformarsi in un problema pari, per impatto sulla rete globale, a quello che ha rappresentato Mirai per lungo tempo.

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