L’Esercito Popolare di Liberazione Cinese (PLA) avrà la capacità di una “invasione su vasta scala” di Taiwan nel 2025, ha avvertito mercoledì il ministro della Difesa dell’isola governata democraticamente.
Il ministro della Difesa di Taiwan, Chiu Kuo-cheng, ha affermato che il PLA ha già la capacità d’invadere Taiwan, anche se gli Stati Uniti si sono impegnati ad “assistere” l’isola indipendente nella difesa. però per un’invasione su vasta scala con un basso rischio per Pechino si dovrà attendere il 2025.
Il ministro ha descritto la situazione attuale nello Stretto di Taiwan come “davvero la più cupa che abbia mai visto in più di 40 anni di esperienza militare”.
Il ministero della Difesa di Taiwan ha affermato che il suo governo sta investendo in armi in grado di “colpire a lungo raggio”, con un focus difensivo, creando una forte deterrenza per Pechino.
Il parlamento di Taipei sta esaminando le proposte di bilancio militare di Taiwan, che includono un aggiornamento di 8,57 miliardi di dollari per la marina e l’aeronautica del paese.
Secondo il piano, il 64 percento della spesa sarà destinato alle armi antinave di produzione nazionale, con poco più della metà di tale importo compreso lo sviluppo e l’approvvigionamento rapidi del sistema missilistico antinave Hsiung Feng.
Missile antinave Hsiung Feng III
“Il piano [del ministero] per rafforzare le difese marittime e aeree di Taiwan è probabilmente una risposta alle crescenti provocazioni, comprese le recenti attività cinesi nelle acque territoriali di Taiwan e le incursioni nella sua zona di identificazione della difesa aerea (ADIZ)”, ha riferito la Central News Agency di Taiwan.
Il PLA ha fatto volare 150 aerei nell’ADIZ, cioè l’area d’interdizione aerea, di Taiwan nei primi cinque giorni di ottobre, con 56 aerei che hanno effettuato incursioni solo il 4 ottobre, il numero più grande registrato in un solo giorno.
Chiu ha detto alla sessione che le incursioni hanno aumentato la pressione psicologica sui piloti taiwanesi che devono rispondere, anche se ha detto che Taiwan non avrebbe mai sparato per primo.
Gli Stati Uniti hanno avvertito lunedì che le incursioni erano destabilizzanti e rischiavano “errori di calcolo”, invitando Pechino a cessare la sua pressione e coercizione militare, diplomatica ed economica contro Taiwan.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato mercoledì di aver sollevato la questione con il suo omologo cinese Xi Jinping.
“Ho parlato con Xi di Taiwan”, ha detto Biden. “Siamo d’accordo… ci atterremo all’accordo di Taiwan.”
L’ufficio presidenziale di Taiwan ha dichiarato in una dichiarazione che Washington ha confermato a Taipei che la sua politica nei confronti di Taiwan rimane invariata, anche se non è chiaro a quale accordo si riferisse Biden, che, come spesso accade, sembrava confuso.
Comunque Taiwan sarebbe un osso molto duro per Pechino, militarmente.
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