Bloomberg riferisce che, a causa della crisi energetica asfissiante che sta colpendo la Cina, la centrale cinese e funzionari del governo “hanno ordinato alle principali compagnie energetiche statali del paese di assicurarsi le forniture per questo inverno a tutti i costi“.
Come leggere questa frase? Pechino non è più disposta a rischiare l’insoddisfazione statale per cui la Cina sovvenzionerà gli acquisti di carbone e gas naturale. Il risultato per il mondo? Prezzi energetici ancora più alti che si estenderanno anche ai prodotti succedanei, come il petrolio, che infatti è cresciuto immediatamente alla notizia.
La notizia segue un rapporto di mercoledì secondo cui la Cina consentirà di trasferire l’aumento dei prezzi del carbone all’energia venduta alle attività produttive, mettendo fine al calmiere normalmente viene applicato ai prodotti energetici.Questo avrò come effetto l’esplosione dei prezzi alla produzione, che però non si trasferirà ai prezzi al consumo per le politiche di contenimento inflattivo del governo. Questo porterà a una caduta dei margini e potrebbe portare a una caduta di tutto quello che c’è di sistema di mercato cinese ed alla crisi di interi settori.
Secondo Bloomberg, l’ordine è arrivato direttamente dal vice premier Han Zheng, che supervisiona il settore energetico e la produzione industriale della nazione, ed è stato consegnato durante una riunione di emergenza all’inizio di questa settimana con i funzionari dell’ente statale di controllo dei beni di Pechino e dell’agenzia di pianificazione economica. La conclusione, secondo fonti di Bloomberg, è che “i blackout non saranno più tollerati”. Avremo le società cinesi che andranno a caccia di tutto il gas e il carbone mondiale e Pechino esporterebbe la crisi energetica in tutto il mondo. Forse anche le politiche di decarbonizzazione saranno messe da parte.
La riunione d’emergenza sottolinea la situazione critica in Cina. Una grave crisi di carenza energetica ha attanagliato il paese e diverse regioni hanno dovuto ridurre l’energia elettrica al suo settore industriale e alcune aree residenziali hanno persino dovuto affrontare improvvisi blackout. Ironia della sorte, come discusso ieri, la crisi dell’elettricità in Cina è causata da una carenza di carbone senza precedenti, quindi, a meno che Pechino non sia disposta a fare marcia indietro sulle politiche di decarbonizzazione, avremo un aumento esponenziale dei prezzi dell’energia termica.
Nel frattempo, Bloomberg osserva che, in segno di quanto siano preoccupati i funzionari cinesi, “il premier Li Keqiang ha promesso durante la notte che sarà fatto ogni sforzo per mantenere la crescita economica. La Cina garantirà che i bisogni dei mezzi di sussistenza di base siano soddisfatti e manterrà stabili le catene industriali e di approvvigionamento. , Li è stato citato dalla radio nazionale cinese durante un incontro con i diplomatici stranieri giovedì”.
La linea di fondo è che la Cina ha finalmente raggiunto il limite di quanto rallentamento è disposta a tollerare e Pechino sta per scatenare uno tsunami di stimoli monetari e fiscali. Significa anche che i prezzi delle materie prime stanno per diventare assolutamente folli questo inverno.
Eppure basterebbe che la Cina riprendesse a importare dall’Australia il carbone per risolvere molti problemi. Però la politica è più forte della fame..
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