Come prevedibile la FED ha tenuto conto del calo La Federal Reserve ha aumentato il tasso sui fed funds di 50 punti percentuali, portandolo al 4,25%-4,5%, durante l’ultima riunione di politica monetaria del 2022, spingendo i costi di finanziamento al livello più alto dal 2007 e in linea con le aspettative del mercato. Si è trattato del settimo rialzo consecutivo dei tassi, dopo quattro aumenti consecutivi di tre quarti di punto. I responsabili politici hanno ribadito che i continui rialzi nella fascia obiettivo saranno appropriati per raggiungere un orientamento di politica monetaria sufficientemente restrittivo per riportare l’inflazione al 2%. La Fed prevede ora che i tassi di interesse raggiungano il 5,1% l’anno prossimo, il 4,1% nel 2024 e il 3,1% nel 2025, un livello più alto di quello indicato in precedenza. Nel frattempo, le previsioni di crescita del PIL sono state riviste al rialzo per quest’anno (0,5% contro 0,2%), ma al ribasso per il 2023 (0,5% contro 1,2%) e il 2024 (1,6% contro 1,7%). Le previsioni sull’inflazione sono state riviste al rialzo per il 2022 (5,6% contro 5,4%), 2023 (3,1% contro 2,8%) e 2024 (2,5% contro 2,3%). Ecco il grafico degli interessi imposti dalla FED:
ed ecco gli interessi visti in un’ottica venticinquennale
Siamo quasi tornati al livello di interessi del 2007, cioè ai livelli della crisi dei mutui subprime. Ora la FED sembra rallentare, ma sarà abbastanza, o anche questo livello di tassi porterà ad un’altra crisi finanziaria, come molti prevedono, anche per il combinarsi con l’inflazione elevata e la crisi energetica. Seconod molti ormai è tardi, e probabilmente è vero.
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