La Germania sta facendo grandi progressi verso un futuro alimentato dalla fusione nucleare. Il governo tedesco ha presentato le prime proposte per incrementare la ricerca e sviluppo nazionale nel campo della fusione nucleare. Molti vedono nella tecnologia della fusione nucleare l’onda del futuro, grazie alla sua capacità di produrre energia pulita. Però c’è un problema: per finanziare questi progetti ci vogliono soldi e il governo non sa da dove prenderli, o non vuole spenderli.
La fusione in un reattore nucleare è un approccio innovativo alla produzione di energia. La fusione è il processo di unione degli atomi, in contrapposizione al tipico metodo di fissione nucleare che li separa. Questo metodo promette di generare grandi quantità di energia pulita, ma rilascia anche molta energia nel processo.
Bettina Stark-Watzinger, ministro tedesco della Scienza, ha proposto di finanziare tutti i progetti di ricerca sulla fusione. Ciò include le tecnologie basate sul contenimento magnetico (stellarator e tokamak), che stanno già ricevendo un importante sostegno in Germania, e i sistemi basati sul laser, che hanno visto recenti scoperte negli Stati Uniti.
La ricerca e lo sviluppo sulla fusione nucleare ricevono un ampio sostegno in Germania. Il Paese è desideroso di studiare le tecnologie di fusione a magneti e laser e spera di aumentare notevolmente i 149 milioni di euro stanziati annualmente per tali ricerche.
Negli Stati Uniti, le tecniche di fusione basate sul laser stanno guadagnando popolarità, mentre in Europa sono ancora agli inizi. Tuttavia, la fusione basata sui magneti ha già ottenuto un sostegno significativo in Germania, sia nel reattore di ricerca Wendelstein 7-X, nella città settentrionale di Greifswald, e la Germania partecipa al costoso progetto europeo ITER.
Sebbene Stark-Watzinger sostenga che gli scienziati e i professionisti del settore sceglieranno finalmente quale modello di centrale avrà successo, il futuro della centrale a fusione non è ancora chiaro. La ricerca futura e gli stanziamenti di bilancio dipenderanno in larga misura dall’esito di questa decisione.
La Germania ha dimostrato la sua dedizione alla ricerca sulla fusione nucleare, ma non è chiaro come il Paese intenda pagare i suoi sforzi. Stark-Watzinger è stato riluttante a rivelare qualsiasi informazione sulle possibili fonti di finanziamento, lasciando in dubbio il futuro del sostegno finanziario per questi sforzi. I tedeschi in questo sono un popolo veramente eccezionale: se dovessero pagare 10 euro a San Pietro per entrare in Paradiso si chiederebbero come fare per finanziare la spesa e se ne vale la pena…
Ora nel mirino c’è il progetto ITER che è in ritardo, dà pochi risultati e coinvolge anche la Russia, attualmente avversaria della Germania.
Entro il 2045, la Germania intende eliminare completamente l’uso dei combustibili fossili. Sono già stati raggiunti grandi risultati in questa direzione, con la chiusura degli ultimi tre reattori nucleari a fissione convenzionale. I gruppi verdi hanno salutato l’azione della Germania, considerandola un’ulteriore prova della dedizione del Paese allo sviluppo delle energie rinnovabili.
La Germania non ha in programma di utilizzare i reattori nucleari più vecchi, come ha dichiarato Stark-Watzinger. Stark-Watzinger ha ribadito che qualsiasi nuovo reattore non utilizzerà l’energia nucleare tradizionale, nonostante le richieste di riconsiderazione da parte del suo partito libertario Free Democratic Party.
Ha sottolineato che, a differenza della scissione dell’atomo, la fusione nucleare non comporta le stesse preoccupazioni di fusioni incontrollate e scorie radioattive di lunga durata. Stark-Watzinger ha lodato gli evidenti vantaggi della fusione nucleare e ha espresso ottimismo sul fatto che la Germania offre un ambiente ideale per lo sviluppo di questa tecnologia.
Mentre la Germania continua a sondare le possibilità della fusione nucleare, il futuro dei finanziamenti per tali audaci sforzi è discutibile Insomma la Germania vuole un’energia verde, sicura, che non emetta CO2, che non sia un nucleare tradizionale e che non richieda neppure degli investimenti per renderla commercialmente utilizzabile.
Se esiste spero che lo comunichi anche agli altri paesi europei, ma , allo stato attuale, questa visione rischia solo di lasciarla indietro.
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