La Giornata Parlamentare è curata da Nomos, il Centro studi parlamentari, e traccia i temi principali del giorno. Ogni mattina per i lettori di Key4biz. Per leggere tutti gli articoli della rubrica clicca qui.
Il Governo punta i piedi su premierato e manovra. Critiche le opposizioni
Riforme e legge di Bilancio restano i temi più caldi del dibattito politico: da un lato le tensioni sul disegno di legge costituzionale varato dal Cdm la settimana scorsa, che introduce un premierato all’italiana con l’elezione diretta del presidente del Consiglio, dall’altro la manovra che oggi comincia il suo iter in Senato con le audizioni delle parti sociali. Su entrambi i fronti la premier Giorgia Meloni, il Governo e la maggioranza sono allineatissimi, anche se fonti parlamentari non negano che ci sia un confronto interno per aprire ad alcune modifiche del premierato (la stessa Meloni ha ammesso che avrebbe voluto più stringente la norma antiribaltone) così come ad aggiustamenti della legge di bilancio da affidare a un maxiemendamento (a partire dalle pensioni per i medici). Dal canto loro le opposizioni sono pronte all’ostruzionismo il che potrebbe rendere più difficile sia un rapido via libera alla manovra, che Palazzo Chigi vorrebbe approvata entro la metà di dicembre, che una prima lettura della riforma costituzionale entro l’estate 2024. L’obiettivo non dichiarato della premier è arrivare a un referendum confermativo nel 2025, e su questo l’opposizione attacca: “Credo che se si andasse al referendum” e i cittadini bocciassero la riforma “Meloni, nonostante abbia messo le mani avanti, dovrebbe necessariamente trarne le conseguenze” dice Giuseppe Conte.
Più o meno sulla stessa linea il Pd: “Se il Governo perde il referendum deve andare a casa: una riforma costituzionale imposta dal Governo al Parlamento e ai cittadini che poi viene respinta dagli italiani obbliga il Governo a lasciare”, sostiene il capogruppo dem in Senato Francesco Boccia. Non si esclude che le opposizioni possano trovare una convergenza anche nel merito e presentare una proposta unitaria alternativa al premierato. Né il Pd né i 5 Stelle hanno infatti mai nascosto di prediligere un modello che si avvicini a quello tedesco e che ieri è stato rilanciato dal leader di Azione Carlo Calenda: “Si tratta di un modello molto consolidato e che, dal 90, ha prodotto quattro cancellieri invece dei nostri quattordici presidenti del Consiglio, e dieci Governi invece dei nostri ventidue esecutivi”. Pronta la risposta della ministra Elisabetta Casellati, secondo la quale “è una strumentalizzazione inutile” parlare di indebolimento del presidente della Repubblica con l’introduzione del premierato, e chi lo dice lo fa “sapendo di mentire”. Quanto alla legge elettorale “la sto già elaborando”, aggiunge, confermando che il premio di maggioranza del 55% “significa stabilizzare e dare quel criterio di governabilità che è previsto da qualsiasi legge elettorale”.
L’Italia firma un accordo con l’Albania sui migranti
Dalla primavera 2024, i migranti messi in salvo nel Mediterraneo dalle navi italiane saranno trasferiti in Albania. Il protocollo d’intesa siglato da Giorgia Meloni ed Edi Rama a Palazzo Chigi punta a dissuadere le partenze e il traffico di esseri umani, nonché ad alleggerire hotspot come quello di Lampedusa. È la concretizzazione di un accordo, concluso la scorsa estate, che rappresenta una svolta “storica non solo per l’Italia ma per tutta l’Ue”. “Se l’Italia chiama l’Albania c’è”, mette in chiaro Rama, ricordando che il suo Paese è in attesa di entrare nell’Ue, ma “è uno Stato europeo: ci manca la U davanti ma ciò non ci impedisce di essere e vedere il mondo come europei”. Per il ministro degli Esteri Antonio Tajani questo accordo “rafforza il nostro ruolo da protagonista in Europa” e FdI parla di “dottrina Meloni”. “Il Governo ha alzato bandiera bianca in Europa e trova rifugio in Albania”, è invece la lettura di Azione, ed è critico anche il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni: “Ci mancava solo la delocalizzazione in Albania dei naufraghi salvati”; “Si crea una sorta di Guantanamo italiana”, prevede invece Riccardo Magi (+Europa). Nella sua visita di fine aprile a Londra, la premier aveva spiegato di “condividere” la linea di Rishi Sunak, quando il premier inglese studiava l’ipotesi di mandare in Ruanda i richiedenti asilo in attesa delle verifiche, un piano che ora coinvolge l’Austria e ha fatto capolino nel briefing mattutino della Commissione Ue.
Qualche ora dopo Giorgia Meloni ha presentato una soluzione non molto dissimile da quella inglese, seppure in una cornice diversa, come hanno ribadito da palazzo Chigi. Secondo l’accordo, alla conoscenza dell’Ue che in attesa dei dettagli si raccomanda “sia nel pieno rispetto del diritto comunitario e internazionale”, l’Italia userà il porto di Shengjin, all’altezza di Bari, e l’area di Gjader, 20 chilometri nell’entroterra, per realizzare entro primavera, a proprie spese, due strutture: una di ingresso, per le procedure di sbarco e identificazione; e una di accoglienza temporanea degli immigrati salvati in mare, “Non minori, donne in gravidanza e altri soggetti vulnerabili”, ha precisato la Meloni. Il protocollo non si applica agli immigrati che giungono sulle coste e sul territorio italiani ma a quelli salvati nel Mediterraneo da navi italiane, come quelle di Marina e Gdf, non quelle delle ong. “Nei due centri” i migranti staranno “il tempo necessario per le procedure. Una volta a regime, ci potrà essere un flusso annuale di 36-39 mila persone”, ha spiegato Meloni, chiarendo che la giurisdizione dei centri sarà italiana, mentre l’Albania collaborerà con le sue forze di polizia per sicurezza e sorveglianza.
Il ddl lavoro è stato trasmesso al Parlamento e partirà dalla Camera
Dopo oltre sei mesi arriva in Parlamento il ddl lavoro. Approvato dal Cdm il primo maggio, il provvedimento è stato solo da pochi giorni trasmesso alla presidenza della Repubblica che ne ha quindi autorizzato la presentazione alle Camere. Il ddl è stato modificato ad inizio settembre con un intervento su una norma secondaria. Ma nella maggioranza viene anche riferito che il ddl sia stato diverso tempo sotto la lente della Ragioneria per verifiche su eventuali coperture. In ogni caso il 7 settembre il provvedimento è tornato per un secondo passaggio in Cdm, che l’ha nuovamente approvato senza modificarne la sostanza ed è arrivato al Quirinale solo la scorsa settimana. Il ddl lavoro, che inizierà ora l’iter parlamentare dalla Camera, conta 23 articoli, dalla sospensione della prestazione di cassa integrazione alla durata del periodo di prova. Il provvedimento potenzia tra l’altro l’attività di accertamento di elusioni e violazioni in ambito contributivo: l’Inps potrà intervenire con accertamenti d’ufficio, mediante la consultazione di banche dati dell’Istituto e anche di altre pubbliche amministrazioni nelle attività di controllo e addebito dei contributi previdenziali non versati.
L’Istituto potrà anche invitare i contribuenti a comparire di persona o mediante rappresentanti per fornire dati ed elementi informativi sull’accertamento. E se il contribuente effettua il pagamento integrale entro 40 giorni, le sanzioni civili saranno ridotte nella misura del 50%. Dal primo gennaio 2025, inoltre, per l’Inps e l’Inail il pagamento rateale dei debiti contributivi e premi può essere consentito fino ad un massimo di 60 mesi. Il provvedimento interviene anche con delle modifiche alla disciplina della rendita vitalizia prevista dalle leggi del 1952 e 1962: il diritto del lavoratore alla costituzione della rendita vitalizia ai fini pensionistici non si prescrive; pertanto, il lavoratore potrà sine die chiedere all’Inps il riconoscimento, interamente a sue spese, dei periodi di lavoro per i quali il datore di lavoro non abbia versato i contributi e per i quali sia intervenuta la prescrizione. Per contrastare il caporalato in agricoltura, poi, arriva il Sistema informativo per dare attuazione al Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo e consentire lo sviluppo della strategia nazionale sul tema.
L’Italia concede la cittadinanza alla piccola Indi Gregory
Ieri c’è stato un Cdm lampo. Unico punto all’ordine del giorno: concedere la cittadinanza italiana a Indi Gregory, la bambina inglese di otto mesi affetta da una rara malattia mitocondriale che dalla nascita è ricoverata nell’unità di terapia intensiva pediatrica del Queen’s Medical Center di Nottingham. L’obiettivo è quello di portarla in Italia, dopo che l’ospedale Bambin Gesù ha dato la disponibilità ad accoglierla. “Dicono che non ci siano molte speranze per la piccola Indi, ma fino alla fine farò quello che posso per difendere la sua vita. E per difendere il diritto della sua mamma e del suo papà a fare tutto quello che possono per lei”, è il messaggio diffuso sui social della presidente del Consiglio Giorgia Meloni al termine del Cdm riunito con urgenza.
Una vera corsa contro il tempo, quella dell’esecutivo: l’Alta corte di Londra aveva deciso interrompere la ventilazione artificiale alle 15.00 di ieri, dopo non aver autorizzato il trasferimento di Indi a Roma. Secondo il sistema sanitario britannico Nhs, infatti, quella della piccola è una condizione incurabile. Per i medici inglesi, Indi sta morendo e le cure sono inutili e le causano dolore. Il conferimento della cittadinanza è stato controfirmato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed è stato ufficialmente accettato dai genitori della bambina. Gli stessi genitori hanno presentato quindi immediato ricorso all’Alta corte di Londra chiedendo di trasferirla all’ospedale pediatrico Bambino Gesù. Le spese per l’eventuale trasferimento in Italia saranno a carico della famiglia, mentre le cure saranno coperte dallo Stato italiano.
Alla Camera
Dopo che ieri il Governo ha posto la questione di fiducia l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 15.15 per l’esame del decreto, già approvato dal Senato, per il contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, il cosiddetto decreto Caivano.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari costituzionali proseguirà il ciclo di audizioni sull’attività di rappresentanza di interessi. La Esteri ascolterà l’Amministratrice delegata di Global Partnership for education Laura Frigenti. Alle 8.30, la Difesa, con la rispettiva del Senato, ascolterà il Ministro Guido Crosetto sul Documento Programmatico Pluriennale per la Difesa per il triennio 2023-2025. La Cultura, con la Lavoro, proseguirà le audizioni sullo schema di decreto legislativo per il riordino e la revisione degli ammortizzatori e delle indennità dei lavoratori del settore dello spettacolo. Ascolterà Roberto Sergio Ad della RAI, Giampaolo Rossi Dg della RAI e Carlo Bartoli presidente dell’Ordine dei giornalisti sull’impatto della digitalizzazione e dell’innovazione tecnologica sui settori di competenza della commissione.
La Ambiente ascolterà il Ministro per la protezione civile e per le politiche del mare Sebastiano Musumeci e il Presidente della Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi Eugenio Coccia sul decreto per la prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell’area dei Campi Flegrei. La Trasporti svolgerà delle audizioni sulle pdl per la sicurezza stradale. La Affari Sociali svolgerà delle audizioni sulla situazione della medicina dell’emergenza-urgenza e dei pronto soccorso in Italia. La Politiche dell’Ue ascolterà i rappresentanti di Confcommercio e di Confartigianato sull’Atto Ue sulla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali.
Al Senato
L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 16.00 per esaminare l’interpellanza sulla situazione degli impianti siderurgici ex ILVA, il ddl per l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l’emergenza epidemiologica, il ddl per l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, il decreto proroga di termini normativi e versamenti fiscali, il decreto mezzogiorno, la legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022 e il ddl sulle associazioni professionali a carattere sindacale tra militari.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà il ddl sull’autonomia differenziata. La Politiche dell’Ue incontrerà la Presidente della Commissione Affari europei del Parlamento ungherese Judit Varga. La Bilancio dibatterà sul decreto, già approvato dalla Camera, in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese e sul decreto fiscale. In questa settimana la Commissione, in sede riunita con la rispettiva della Camera, svolgerà e audizioni preliminari sulla legge di bilancio 2024 e sul bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026. Nello specifico oggi dalle 9.30 ascolterà i rappresentanti di Abi, Ance, Confedilizia, Alleanza delle cooperative italiane, Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Cisal e Confsa. Parallelamente tutte le altre Commissioni saranno impegnate nell’esame in sede consultiva della manovra. La Finanze esaminerà il cosiddetto decreto proroga termini. La Industria e Agricoltura proseguirà l’esame sulla legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022 e sul ddl sulla professione di guida turistica.
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