Il marketing di Apple sottolinea da molti anni l’attenzione alla privacy dell’azienda, che si schiera dalla parte degli utenti contro le pratiche di tracciamento e raccolta delle informazioni personali utilizzate diffusamente dalla maggioranza delle altre Big Tech, come Google o Meta.
I ricercatori di Mysk hanno analizzato le comunicazioni di telemetria inviate da iOS verso i server Apple e hanno scoperto come in realtà le informazioni siano molto meno anonime di quanto dichiarato: i dati, infatti, includono un’identificazione numerica permanente e immodificabile, chiamata Directory Services Identifier (DSID), che è collegata direttamente a informazioni personali come il nome, il numero di telefono, la data di nascita o l’indirizzo email.
Secondo la policy di Apple, “I dati personali vengono trattati conformemente alle politiche di tutela della privacy di tipo differenziale. Tali informazioni non vengono salvate o vengono rimosse dai resoconti prima di essere inviate ad Apple”.
Indifferenza alle impostazioni dell’utente
Le analisi condotte da Mysk hanno però evidenziato come il DSID sia invece inviato ai server di Apple nel pacchetto dati insieme a tutte le altre informazioni di telemetria. I ricercatori hanno analizzato nei dettagli le informazioni di telemetria generate da un iPhone jailbroken con iOS 14.6, riscontrando le anomalie evidenziate via Twitter e poi con un video pubblicato su YouTube.
L’analisi ha poi coinvolto il più recente iOS 16: in questo caso, l’assenza di un jailbreak non ha consentito l’ispezione completa delle informazioni, che rimangono criptate, ma i pacchetti vengono inviati nello stesso modo, con la stessa frequenza e verso gli stessi server; non si nota nessuna variazione neppure attivando o disattivando l’opzione Condividi dati iPhone nelle impostazioni dedicate alla privacy.
Condividi l’articolo
Articoli correlati
Altro in questa categoria
https://www.securityinfo.it/2022/12/02/la-telemetria-raccolta-da-apple-non-e-poi-cosi-anonima/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=la-telemetria-raccolta-da-apple-non-e-poi-cosi-anonima