Esce la prossima settimana, presumibilmente tra martedì 22 e mercoledì 23 ottobre, l’ultimo libro del prof. Paolo Becchi e dell’avv. Giuseppe Palma, “Ladri di democrazia. La crisi di governo più pazza del mondo“, edito da Giubilei Regnani. Una cronaca di quello che è accaduto in Italia durante la crisi di governo agostana, con retroscena e particolari che nessuno ancora conosce. Nessuno è a conoscenza, ad esempio, del clamoroso ribaltone avvenuto la notte tra il 25 e il 26 agosto. L’anteprima in un estratto del libro pubblicato su Libero di oggi, 20 ottobre 2019. Buona lettura:
***
“Ladri di democrazia”, questo il titolo del nuovo libro di Paolo Becchi e Giuseppe Palma, edito da Giubilei Regnani. Il libro racconta la crisi di governo di questa estate con alcuni retroscena che nessuno ancora conosce. Per gentile concessione dell’editore pubblichiamo in anteprima un estratto di questa cronaca della crisi davvero avvincente.
«A luglio, tra il 22 e il 25, quando il rapporto tra Salvini e Di Maio si era interrotto, Becchi era riuscito a convincere entrambi a proseguire, ora però la situazione si è fatta molto più difficile, ma lavorando sottotraccia individua – attraverso diretti contatti con Di Maio e Salvini a partire dal 15 agosto – una soluzione che converrebbe a entrambi: Di Maio a Palazzo Chigi al posto di Conte, questi a Bruxelles come Commissario europeo e Salvini al Ministero dell’Interno, con un leghista al Ministero dell’economia al posto di Tria. La soluzione può funzionare e conviene a Di Maio, ma anche a Salvini visto che piazzerebbe uno dei suoi – probabilmente Giorgetti – in Via XX Settembre. Il fatto (documentabile, anche se per riservatezza non lo faremo) è che Salvini e Di Maio riprendono il 22 agosto a dialogare attraverso la mediazione di Becchi iniziata, dicevamo, il giorno di Ferragosto […]. Contrariamente a quanto da noi sostenuto, molti ritengono che una riedizione del governo giallo-verde, visto che la crisi l’ha aperta Salvini col deposito in Senato della mozione di censura, non sia praticabile. Ma non è così. Tutte le crisi di governo del periodo repubblicano, se non sfociate nella decisione del Capo dello Stato di sciogliere le Camere e indire nuove elezioni, si sono risolte sempre tra gli stessi partiti che componevano la maggioranza di governo, o quantomeno tra quelli più importanti. Becchi comunque insiste e le trattative proseguono. Di Maio con grande sofferenza segue quella col PD – è una persona onesta e sa benissimo, in cuor suo, che sta tradendo Gianroberto Casaleggio, che lo aveva politicamente lanciato – e si dichiara disponibile a riprendere un percorso con Salvini, dopo un segnale di apertura di quest’ultimo con la proposta di sostenere il leader politico del Movimento come capo del nuovo esecutivo. Appare chiaro che il contatto tra Salvini e Di Maio c’è. Di Maio chiede esplicitamente che Salvini si faccia avanti indicando al Presidente della Repubblica le sue intenzioni, vale a dire Di Maio Presidente del Consiglio del nuovo governo giallo-verde. Ma non si fida, chiede certezze. Questo spiega la dichiarazione di Gian Marco Centinaio del 26 agosto, fatta proprio per testimoniare la volontà da parte di Salvini di riprendere il dialogo, esattamente come Becchi ha detto al Corriere il giorno prima. Il 26 l’Ansa batte la notizia alle ore 16.27: “Governo: Centinaio a M5S, pronti accordo di legislatura. Non ci interes¬sa breve respiro ma patto per rinnovare programma. Rinnoviamo la disponibilità ad aprire con i 5 Stelle un confronto per arrivare a un accordo di Legislatura. Non ci interessano cose di breve respiro o fatte contro qualcuno ma un patto per rinnovare e portare avanti il programma di governo”. Domenica 25 agosto. Salvini telefona al Presidente della Repubblica che però è in volo, di ritorno da Fivizzano (Massa Carrara) per la cerimonia di commemorazione del 75° anniversario degli eccidi del 1944 dove persero la vita 173 civili per mano nazista. Il Capo dello Stato richiama Salvini, che gli comunica l’intenzione di voler proporre Di Maio Presidente del Consiglio di un governo sostenuto dalla stessa maggioranza 5 Stelle-Lega. Siamo poco dopo le 17. La risposta di Mattarella è evasiva. Se il Presidente abbia tenuto per sé la telefonata o abbia informato il diretto interessato (Di Maio), e cosa gli abbia detto, non lo sappiamo. Così come non sappiamo se, invece di chiamare Di Maio, abbia chiamato Zingaretti o qualcuno molto vicino al segretario Dem. Tutto ciò resterà senza risposte. Fatto sta che il giorno succes¬sivo, lunedì 26 agosto, il PD apre d’improvviso al M5S sul nome di Giuseppe Conte come Presidente del Consiglio, mentre ancora il giorno prima Zinga¬retti non era d’accordo sul nome di Conte perché non garantiva “discontinuità”. Domenica Salvini chiama il Presidente della Repubblica e gli fa il nome di Di Maio e lunedì Zingaretti accetta Conte. Tant’è vero che Repubblica lunedì 26 agosto – a dimostrazione che il PD accetterà il nome di Conte solo nella giornata di lunedì, quindi dopo la telefonata del giorno prima tra Salvini e Mattarella – apre col seguente titolo: “Fumata nera, futuro grigio”. Il giornale che più sponsorizza l’accordo M5S-PD la sera del 25 impagina il quotidiano con Zingaretti che ancora non ha accettato il nome di Conte. Questi i fatti. È successo qualcosa tra la sera di domenica e la mattinata di lunedì che ha impedito una riedizione del governo 5 Stelle-Lega con Di Maio premier, e l’apertura repentina del segretario Dem sul nome di Conte nella mattinata di lunedì lascia adito ad alcune perplessità sul ruolo che ha svolto il Colle in questa crisi di governo. Sin dall’inizio il Presidente della Repubblica aveva scartato una riedizione del governo giallo-verde. Non era nei suoi piani: bisognava fare un nuovo centrosinistra e mettere paura alle forze politiche ventilando la possibilità di nuove elezioni che avrebbero favorito la vittoria della Lega. Questo però significa fare politica attiva e non essere più neutrali. Mattarella doveva cercare una maggioranza, non necessariamente la maggioranza tra M5S e PD, escludendo per principio l’altra possibilità, che per qualche giorno era diventata molto concreta. […]. Ma in tutto questo, che ruolo ha svolto Giuseppe Conte? Nessuno che abbia indagato veramente a fondo da dove sia saltato fuori questo personaggio: gode della protezione del Vaticano e dei poteri forti, sulla sua carriera accademica si è sorvolato, su quella professionale pure. Soprattutto non si è indagato sull’intreccio tra attività professionale e carriera accademica. Solo qualche cenno sulla stampa, ma subito è calato il silenzio. Ora nessuno parlerà più di vecchie storie concorsuali, è diventato un intoccabile, troppo bene accreditato tra i leader europei e gode del sostegno dell’amministrazione americana. Una tela che l’ex “avvocato del popolo” ha tessuto con pazienza nell’ultimo anno e mezzo alle spalle di Di Maio e Salvini, finiti per il momento all’angolo del terreno di gioco».
SINOSSI:
È ormai di comune dominio che in una repubblica parlamentare le maggioranze si formino in Parlamento a prescindere dal principio democratico, cioè indipendentemente dalla volontà degli elettori. Chi ragiona in questo modo parte dall’assunto che in una democrazia rappresentativa sovrano sia il Parlamento, ma non è così. Sovrano è il popolo; il Parlamento si limita ad esercitare la sovranità che appartiene, promana e risiede (sempre!) nel popolo, esattamente com’era nelle intenzioni dei Padri Costituenti. In questo libro Becchi e Palma offrono tutti gli strumenti per una corretta lettura e interpretazione di quanto è accaduto in questa caldissima estate italiana. La narrazione è suffragata e coadiuvata con approfondimenti rappresentati da articoli e interviste. Nella ricostruzione vengono portati alla luce alcuni retroscena molto importanti che ancora nessuno conosce. Secondo Becchi e Palma la crisi di governo agostana ha messo in ginocchio il principio democratico, rompendo il rapporto di fiducia tra Popolo e Istituzioni.
QUARTA DI COPERTINA:
Qualcuno doveva pure scriverla la storia di questa crisi di governo. Ci hanno pensato Becchi e Palma, con un libretto che si legge quasi si trattasse di un racconto d’avventura, eppure tutti i particolari, per la prima volta svelati, sono reali e documentati con precisione. Si trattava di far fuori Salvini ma anche di neutralizzare la forza innovativa del MoVimento 5 Stelle. Con l’aiuto di Grillo e Renzi e sotto l’abile regia di Mattarella l’impresa è riuscita.
A) Per chi volesse acquistare il libro sin da subito, può ordinarlo su:
– GIUBILEI REGNANI: http://www.giubileiregnani.com/libri/ladri-di-democrazia/
– HISTORICA EDIZIONI: http://www.historicaedizioni.com/prodotto/ladri-di-democrazia/
B) Per chi volesse invece acquistare il libro a partire dalla prossima settimana (dal 22-23 ottobre in avanti) potrà farlo nelle principali librerie italiane oppure su quelle on-line:
– MONDADORI: https://www.mondadoristore.it/Ladri-democrazia-crisi-Giuseppe-Palma-Paolo-Becchi/eai978883337136/
– RIZZOLI: https://www.libreriarizzoli.it/Ladri-democrazia-crisi-Giuseppe-Palma-Paolo-Becchi/eai978883337136/
– LIBRERIA UNIVERSITARIA: https://www.libreriauniversitaria.it/ladri-democrazia-crisi-governo-piu/libro/9788833371368
– HISTORICA EDIZIONI: http://www.historicaedizioni.com/prodotto/ladri-di-democrazia/
– GIUBILEI REGNANI: http://www.giubileiregnani.com/libri/ladri-di-democrazia/
***
Scenarieconomici.it
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.