L’Arabia Saudita investe potentemente nel Litio

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L’Arabia Saudita sta progettando un secondo impianto di lavorazione del litio, nel tentativo di conquistare una fetta della torta della transizione energetica.

L’impianto sarà una joint venture tra la major industriale saudita Obeikan Investment Group e la startup australiana European Lithium, come riporta il Financial Times, e la prima produzione è prevista per il 2026. Il litio prodotto nel nuovo impianto sarà fornito alla tedesca BMW nell’ambito di un accordo già esistente.

“Gran parte del mondo teme cosa accadrebbe se la Cina interrompesse le sue esportazioni [di litio]”, ha dichiarato al FT Tony Sage, presidente esecutivo di European Lithium. “Sarebbe un disastro per la transizione energetica”.

Molti osservatori della transizione sostengono che il disastro si sta già profilando a causa della mancanza fisica di un numero sufficiente di materie prime, tra cui il litio. Altri, invece, sembrano concentrarsi esclusivamente sul dominio della Cina nell’area, con piani in corso di elaborazione in Europa e negli Stati Uniti per nuove catene di approvvigionamento indipendenti dalla Cina.

L’opportunità per l’Arabia Saudita risiede nell’energia abbondante e a basso costo, che la rende una buona destinazione per le attività ad alta intensità energetica come la lavorazione del litio, ha osservato il FT nel suo rapporto. Però si tratta di energia fossile che poi servirebbe ad utilizzare quella pulita
Il Regno è già coinvolto nel gioco dei veicoli elettrici: all’inizio dell’anno ha firmato un accordo con l’australiana EV Metals, uno sviluppatore di tecnologie per batterie in parte di proprietà di Riyadh, per la costruzione di un impianto di idrossido di litio.

L’Arabia Saudita è anche il maggiore investitore di Lucid Motors, un produttore di veicoli elettrici di lusso, e ha pianificato la produzione locale di veicoli elettrici nel prossimo futuro. Lucid non se l’è passata bene negli ultimi anni e ha appena annunciato che questa settimana raccoglierà 3 miliardi di dollari di nuovi finanziamenti. La maggior parte del denaro proverrà dal fondo sovrano saudita.

Inoltre, l’Arabia Saudita è alla ricerca di una maggiore partecipazione nell’industria mineraria. All’inizio di quest’anno è emersa la notizia che il Regno ha costituito un’impresa tra il fondo sovrano e la società mineraria Ma’aden, di proprietà statale, per acquistare partecipazioni in progetti minerari in tutto il mondo.


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