L’Azzurro Scipioni è salvo, una vittoria per il cinema d’autore

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Roma – Dopo il buio, la luce; la luce dei proiettori che torneranno a trasmettere i capolavori del cinema d’autore nelle sale dell’Azzurro Scipioni. Dopo una chiusura annunciata per le difficoltà economiche di tutto il settore con la pandemia, il cinema di Silvano Agosti è stato salvato dal gruppo bancario Bnl e Bnp Paribas con una partnership di 5 anni che darà nuova linfa con una ristrutturazione conservativa dei locali, un rinnovo delle sale e nuovi progetti.

Una grande vittoria, e un segnale di speranza, per tutto il cinema e il settore della cultura in Italia. Tuttavia questa storia a lieto fine porta con sé delle ombre: da un lato, ancora una volta è dovuto intervenire un benefattore privato, delle banche in questo caso, con l’immobilismo del pubblico, del Ministero dei Beni Culturali e del Comune di Roma; dall’altro, si è mosso qualcosa solo dopo una grande mobilitazione sui social e dopo un grande servizio di reportage di Domenico Iannacone sulla Rai in una puntata di “Che ci faccio qui”.
Quest’ultima ombra è diventata una luce, dimostrando che l’opinione pubblica e il giornalismo di qualità hanno ancora grande rilevanza, potendo influenzare e cambiare gli eventi, salvaguardando, trasmettendo e raccontando storie. Storie di emozioni, fallimenti e bellezza.

L’ANNUNCIATA CHIUSURA

A marzo sembrava tutto scritto: chiusura definitiva dell’Azzurro Scipioni, con la vendita e il fuori tutto degli elementi delle sale, dalle sedie a 50 euro, ai pezzi pregiati della collezione cinematografica. Domenico Iannacone ne aveva raccontato gli ultimi giorni del cinema con una puntata di “Che ci faccio qui” struggente. Oggi Silvano Agosti lo ringrazia come ringrazia tutto il popolo dei social e degli appassionati e non, che gli hanno dimostrato vicinanza e interesse per salvare un pezzo di storia del cinema, di Roma e della cultura italiana.

IL CINEMA AZZURRO SCIPIONI

Il cinema Azzurro Scipioni nacque nel 1983 da un’idea di Silvano Agosti, regista, sceneggiatore e montatore, che lamentava l’impossibilità per i film indipendenti di essere proiettati nelle normali sale cinematografiche. E volle creare un luogo dedicato ai capolavori senza tempo, al cinema d’autore, alle pellicole recenti e a tutte le sue opere personali. Fedele al suo desiderio di far conoscere al pubblico opere di qualità, Agosti in quasi 40 anni ha riportato sulla scena film spariti dalla programmazione, spesso dimenticati.

L’Azzurro Scipioni rappresentò la resistenza del cinema in un momento storico in cui la crisi delle sale tradizionali era evidente e l’esperienza cinematografica era preservata da piccole realtà, che facevano confrontare gli spettatori con film che mai avrebbero trovato posto nel cartellone di una sala commerciale.
Agosti lo ha animato come luogo di resistenza culturale sui generis, muovendosi tra necessità pedagogica e nazionalpopolare.
Allo Scipioni era possibile assistere tanto a un documentario etnografico sperimentale che alla Dolce Vita di Fellini. Parallelamente a queste proiezioni, nelle sale del cinema si sono tenuti numerosi eventi culturali, come i recital di poesia di primavera o i concerti estemporanei di grandi compositori per il cinema come Ennio Morricone, solo uno degli ospiti illustri che, insieme a personalità come Bertolucci o Bellocchio, si sono ritrovati a incrociare la propria strada con quella di Agosti.

SILVANO AGOSTI

“A me questa notizia avrebbe potuto uccidere ma per fortuna ho preferito la serenità”, così diceva Silvano Agosti qualche giorno fa a chi passava al civico 82 di via degli Scipioni in Roma per salutare il maestro e condividere qualche ricordo o speranza. La notizia della chiusura del cinema Azzurro Scipioni arrivò tragica sulla pagina Facebook del cinema. Per salvarlo, moltissimi affezionati si si erano impegnati organizzando un raccolta fondi con donazioni che non erano bastate.
“Questo non era un cinema ma tutto il cinema”, per Silvano, che per 40 anni ha staccato i biglietti ad 1 euro simbolico all’ingresso. Un altro dettaglio anomalo e straordinario del cinema, della visione artistica di Agosti, un uomo eclettico, per molti strano, e indefinibile. Un vero artista amante delle storie e della bellezza, in modo irriducibile.

Prima di chiudere, Agosti aveva raccontato: “Stare in questo cinema per me ogni mese è stato un anno, ogni anno è stata una vita intera. È un piccolo Louvre del cinema, un luogo dove si sono radunati quasi spontaneamente 360 capolavori della storia del cinema e hanno detto ‘caro Silvano, noi siamo il cinema’, tutto il resto è quello che si proietta nelle sale di tolleranza, che chiamo i cinema normali. La difesa di questo posto si trasforma immediatamente in difesa dell’essere umano“.
Ora il cinema Azzurro Scipioni tornerà a proiettare capolavori e fare cinema, e Agosti tornerà a difendere l’essere umano.

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