Le telco europee in mano ai Sauditi? Un “big bang” che ridisegnerà gli assetti europei in settori chiave dell’economia

  ICT, Rassegna Stampa
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“Se apriamo una disputa fra passato e presente, rischiamo di perderci il futuro” (Winston Churchill). Con la settimana che si e appena conclusa si apre un capitolo nuovo: l’irrompere sulla scena dei mercati finanziari dei Sauditi con il loro fondo sovrano (PIF) e la società di telecomunicazioni STC.

L’acquisizione del 9,9% del capitale di Telefonica non è una scelta improvvisata, ma è stata pianificata da più di un anno: un’operazione partita da lontano, quando il 20 Novembre 2022 nelle sale ovattate del paddock del Grand Prix di Abu Dhani, tutto l’Executive team di Telefonica con il Presidente Jose Maria Alvarez Pallete ha incontrato i vertici del fondo sovrano saudita e di STC. Un’operazione portata a termine con precisione chirurgica, sfruttando al meglio l’evoluzione degli eventi. Ha colto di sorpresa il Governo spagnolo che ha appreso la notizia solo qualche ora prima che fosse diffusa dalla stampa, ed ha avuto il vantaggio di essere perfezionata nel corso dell’estate, quando il caldo estivo distrae l’attenzione dal corso degli eventi che puntualmente sorprendono i mercati agli inizi di Settembre.

Cosi mentre la stampa internazionale era più impegnata a seguire con interesse il calcio mercato che ha visto i Sauditi investire nel corso dell’estate quasi un miliardo di dollari con acquisto di star come Benzema e Neymar (stabilizzando de-facto le finanze di molti club di calcio europei alle prese con bilanci ad un passo dal default) i Sauditi hanno messo a segno un primo colpo che li proiettati al secondo posto nel ranking degli investitori nelle telco europee, subito dopo Blackrock Pensare che nulla cambi negli assetti di governo delle telecomunicazioni in Europa, o che questa sia una mossa isolata, temiamo si riveli essere una falsa attesa.

A tutti gli effetti, siamo di fronte al “big bang” che ri-disegnera’ gli assetti europei in settori chiave dell’economia dell’Eurozona, a partire dalle infrastrutture che per orizzonte temporale e ritorno sugli investimenti presentano le caratteristiche anti-cicliche che in questa fase sono un imperativo per gli investitori istituzionali.

La fase di difficile transizione nella formazione del nuovo Esecutivo di Governo in Spagna ha fatto la sua parte, ma occorre tenere presente che con la settimana che si e’ appena conclusa il settore delle telco, come tutti i settori del comparto hi-tech, tenderanno ad essere piu’ esposti ai fragili equilibri della geo-politica.

L’acquisizione messa a segno dai Sauditi apre il campo all’attivismo di altri investitori istituzionali come i fondi sovrani, ma anche da parte dei fondi di private equity infrastrutturali che “sdoganata” l’operazione Telefonica si senteranno autorizzati ad esprimere un orientamento decisamente piu’ attivista a partire dai prossimi giorni. Carlos Slim e’ da tempo impegnato sul fronte KPN, dove a piu’ riprese ha cercato di lanciare un take-over sulle minoranze senza riuscirci per l’opposizione del Governo olandese: non e’ da escludere che Xavier Niel rilanci su Vodafone dove i Sauditi sono già presenti nel capitale con il 14,5%.

In un’Eurozona in cui da troppo tempo gli investimenti in Capex a livello infrastrutturale sono stati inferiori a quanto era necessario per modernizzare le infrastrutture critiche, l’afflusso di liquidita’ ora fuori dai mercati finanziari costituirà un’opportunità, ma al tempo stesso una minaccia per le inevitabili conseguenze sulla ridefinizione degli assetti di controllo di alcuni dei settori chiave dell’economia. Karl Marx diceva che “la Storia si ripete: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”. C’e’ auspicarsi che questa volta i Governi dell’Eurozona sappiano confrontarsi con il “new normal”: indietro non si torna.

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