L’infrastruttura soprannominata “W”, con cui Meta abbraccerà il mondo
L’india, con un miliardo di utenti iscritti su Facebook, Instagram e WhatsApp, è il principale mercato del Gruppo Meta. Presto tutte queste persone sfrutteranno in maniera crescente le tante soluzioni di intelligenza artificiale (AI) disponibili oggi, tra cui quelle sviluppate da gigante tecnologico guidato da Mark Zuckerberg.
Ne consegue che una crescente necessità di investimenti in data center e tecnologie per accrescere l’offerta di connettività, tra cui le infrastrutture strategiche, come i cavi sottomarini.
Un dominio che impone grandi sfide geopolitiche e di sicurezza, perché guardando all’India è chiaro che i principali problemi arrivano dal Mar Rosso a Occidente e il Mar cinese meridionale a Oriente. Due criticità di non facile risoluzione, che richiederanno tempo e molte risorse.
Questo nonostante l’infrastruttura 2Africa, un sistema di cavi progettato per fornire connettività su scala internazionale senza soluzione di continuità a circa tre miliardi di persone, il 36% della popolazione globale, attraverso tre continenti: Africa, Europa e Asia.
Il nuovo progetto di Meta di cui molto si parla negli ultimi tempi è stato soprannominato “W”, per via della forma che dovrebbe assumere l’infrastruttura in questione, che dovrebbe raggiungere i 40 mila km di lunghezza per una decina di miliardi di dollari di investimenti nei prossimi 5-10 anni.
Un super sistema di cavi che potrebbe arrivare ad abbracciare il mondo intero, con partenza dalla costa orientale degli Stati Uniti e approdi intermedi in Australia, India e Sud Africa, per poi approdare in ritorno alla costa occidentale degli Stati Uniti.
Una rete strategica che evita Mar Rosso e Mar cinese meridionale di proprietà di Meta
In termini di spesa, 2 miliardi di dollari andrebbero diretti sul cavo, altri 2 miliardi sulle apparecchiature di connettività per abilitare la capacità di 1 Pbps, 500 Tbps alle due estremità pe un’infrastruttura da 24 coppie di fibe, 20-25 Tbps ciascuna, secondo stime offerte da Sunil Tagare, Serial entrepreneur attivo nella Silicon Valley.
Altri 6 miliardi di dollari potrebbero essere spesi per potenziare le infrastrutture di data center dedicati all’AI in India.
Il cavo in questione potrebbe diventare operativo non prima del 2030. La proprietà dell’infrastruttura sarà al 100% di Meta.
L’approdo indiano del cavo W potrebbe avvenire nelle strutture Jio e il primo data center AI dovrebbe esser realizzato a Chennai, presso il campus MAA10, parte della Digital Connection, joint venture tra Resiliance Industries, Brookfield Asset Management e Digital Realty. Un campus iniziale con 10 acri di terreno e 100 MW di capacità.
Lo strapotere delle Big Tech
Il prossimo anno, nel 2025, il progetto Blue & Raman Submarine Cable Systems di Telecom Italia Sparkle, Google e Oman Telecommunication, completerà la parte di infrastruttura che collegherà l’Italia all’India, passando per Francia, Grecia e Israele, Giordania, Arabia Saudita, Gibuti, Oman.
Nell’ultimo decennio, la quantità di capacità sottomarina internazionale utilizzata dai quattro hyperscaler Google, Meta, Microsoft e Amazon è aumentata dal 10 al 71%, portando l’Australian Strategic Policy Institute (ASPI) a concludere che la loro influenza “non è stata ancora pienamente riconosciuta, compresa o tenuta seriamente in considerazione“.
Secondo un sito web di monitoraggio , Google è comproprietario o proprietario esclusivo di circa 33 cavi sottomarini, Meta circa 15, Microsoft cinque e Amazon quattro.
Un cambiamento epocale, che vede le Big Tech espandere il controllo sull’intera catena del valore dei servizi internet: dalla creazione di contenuti all’archiviazione dei dati, all’elaborazione e al trasporto in rete.
Inoltre, il loro ingresso nel mercato ha soppiantato i precedenti principali operatori di telecomunicazioni, portando con sé una sostenuta capacità finanziari, contro la quale è quasi impossibile competere. Cosa questa sta determinando una fornitura limitata sia di cavi sottomarini esistenti, sia di risorse per costruirne di nuovi.
Ciò conferisce alle società in questione la straordinaria e pericolosa possibilità di modellare la capacità globale di queste infrastrutture e il loro funzionamento, influenzando anche le decisioni politiche su dispiegamento e approdi intermedi e finali, che hanno un peso rilevante in termini geostrategici.
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