Il governo del Kuwait ha annunciato di aver convocato un diplomatico americano di alto livello per le posizioni espresse dall’ambasciata statunitense in Kuwait che ha twittato il suo sostegno al mese dell’orgoglio gay.
In occasione dell’inizio del mese dell’orgoglio LGBTQ+, in cui un movimento appoggiato da ogni singolo organo della società occidentale marcia per celebrare e proteggere i propri ‘diritti’, l’ambasciata statunitense in Kuwait non ha esitato a segnalare la propria virtù, diciamo così.
Il tweet affermava che Joe Biden è un “campione dei diritti umani” delle persone LGBTQ+ e che “tutti gli esseri umani dovrebbero essere trattati con rispetto e dignità e dovrebbero poter vivere senza paura, indipendentemente da chi sono o da chi amano”.
“All human beings should be treated with respect and dignity and should be able to live without fear no matter who they are or whom they love.” @POTUS is a champion for the human rights of #LGBTQI persons. #Pride2022 #YouAreIncluded pic.twitter.com/gdPPBDlHZH
— U.S. Embassy Kuwait (@USEmbassyQ8) June 2, 2022
Questo sembra aver irritato le autorità del Kuwait, dove il sesso gay tra uomini è punibile fino a sette anni di carcere.
“Il ministero degli Esteri del Kuwait ha dichiarato in un comunicato di aver convocato Jim Holtsnider, incaricato d’affari ad interim dell’ambasciata statunitense, in merito alla “pubblicazione da parte dell’ambasciata sui suoi account di social media di riferimenti e tweet a sostegno dell’omosessualità” e gli ha ricordato “l’obbligo di non pubblicare tali tweet” e di “rispettare le leggi e i regolamenti in vigore” nello Stato”, riporta Axios.
Altri utenti di Twitter hanno notato ancora una volta l’ironia delle aziende transnazionali che danno il loro pieno sostegno al mese dell’orgoglio gay, tranne che nei Paesi del Medio Oriente, dove le biografie di Twitter non sono state cambiate con la bandiera arcobaleno.
Perché l’Occidente è ipocrita: difende i diritti, ma solo dove questo è facile e senza rischi. Dove invece qualche pericolo si corre, allora non si fa niente. La nostra è una società ipocrita che non crede neppure in quello che afferma di credere. Altrimenti vedremmo tutti questi “Difensori dei diritti umani” sfilare a Riad…
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