Le tariffe di trasporto nel Mar Nero sono aumentate del 20% dall’inizio dell’anno a causa dell’aumento dei premi assicurativi contro i rischi di guerra, ha riferito la Reuters, citando fonti industriali senza nome. Questo mentre nel resto del mondo il costo dei noli navali crolla.
Inoltre, alcuni assicuratori hanno smesso di fornire copertura a navi e aerei che trasportano merci da e verso Bielorussia, Russia e Ucraina. Anche i riassicuratori si sono ritirati dalla regione a causa dell’aumento dei rischi.
Il Mar Nero, condiviso da Romania, Bulgaria, Ucraina, Russia, Georgia e Turchia, è un’importante arteria di trasporto di petrolio e prodotti petroliferi. “L’effetto (dell’uscita dei riassicuratori) sta riducendo la capacità (di sottoscrizione) nel mercato del rischio di guerra e significherà che quest’anno la gente pagherà di più”, ha spiegato una delle fonti Reuters.
Questi tassi più elevati e la limitata disponibilità di copertura riassicurativa si aggiungono ai problemi del settore legati al tetto di prezzo imposto dal G7 alle esportazioni di petrolio russo. Secondo le regole del regime di massimale, agli assicuratori occidentali, che costituiscono circa il 90% di tutti gli assicuratori marittimi, è vietato fornire copertura alle navi che trasportano greggio russo venduto a oltre 60 dollari al barile.
Secondo un recente rapporto del FT, circa un quarto delle spedizioni di petrolio russo a dicembre aveva una copertura assicurativa occidentale, il che suggerisce che almeno questo quarto sia stato venduto a meno di 60 dollari al barile. In effetti, l’Urals russo è stato scambiato sotto i 60 dollari al barile per più di un mese.
L’aumento delle tariffe di trasporto per il Mar Nero, tuttavia, aumenterebbe i costi delle merci che vengono trasportate attraverso il punto di strozzatura.
“Per le spedizioni in entrata e in uscita dalla Russia i premi aumenteranno. Potrebbero facilmente aumentare del 50% (rispetto alla fine dell’anno scorso) per riflettere il costo del capitale dovuto alla mancata riassicurazione”, ha detto un’altra fonte della Reuters.
Sul versante opposto, le tariffe delle navi cisterna sono diminuite nonostante le aspettative di un’impennata dopo l’entrata in vigore dell’embargo UE sul greggio russo. Tra le ragioni c’è l’embargo stesso: Le raffinerie europee hanno incrementato l’acquisto di greggio russo prima del 5 dicembre e dopo tale data la corsa agli acquisti si è attenuata, riducendo di fatto la domanda di navi cisterna.
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