Ci sono diversi settori industriali, considerati strategici a livello internazionale, in cui le imprese di Italia e Cina possono lavorare assieme per raggiungere obiettivi comuni in ambito energetico, digitale e di sostenibilità ambientale.
È quanto dichiarato dal nostro ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, in occasione dell’evento “Italia-Cina: transizione energetica – verso uno sviluppo sostenibile”, che si è tenuto oggi a Pechino e trasmesso in diretta streaming.
L’evento è stato organizzato dall’ambasciata italiana in Cina, in collaborazione con l’Agenzia Ice e la Camera di commercio italiana in Cina, nel quadro della co-presidenza italiana della Cop 26 e delle celebrazioni per la Giornata della ricerca italiana nel mondo, istituita dal ministero dell’Istruzione per l’anniversario della nascita di Leonardo Da Vinci.
Hanno partecipato, tra gli altri, il direttore dell’Agenzia nazionale per l’energia cinese, Zhangh Jianhua, il direttore dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), Fathi Birol, e il direttore generale di Irena, Francesco La Camera.
Messaggio di Cingolani
In un video messaggio Cingolani ha affermato che “le aziende cinesi e le aziende italiane possono cooperare con successo in campi come la generazione di energia rinnovabile, l’efficienza energetica, la digitalizzazione delle infrastrutture energetiche e oltre”.
“L’economia circolare, per esempio – ha aggiunto il ministro – è un universo ancora da esplorare e l’Italia, con le sue imprese innovative, è molto ben posizionata”.
“La lotta contro il cambiamento climatico – ha preseguito Cingolani nel suo messaggio video – è la sfida più importante dei nostri tempi. Una transizione energetica sostenibile sarà fondamentale per vincerla e proteggere il nostro pianeta”.
“L’Italia sta lavorando intensamente per rilanciare l’economia nazionale post-pandemia, tenendo in considerazione il cambiamento costituito dalla transizione energetica e puntando sulla decarbonizzazione, in linea con i princìpi del Green Deal europeo. Un approccio applicato nel lavoro che si sta facendo con il Pnrr”, ha infine affermato il ministro.
La transizione green della Cina e la troppa CO2
La Cina potrebbe essere un partner chiave per accelerare sul percorso della decarbonizzazione dell’industria e dell’economia, anche considerando l’obiettivo dichiarato di Pechino di raggiungere la neutralità climatica entro il 2060.
Un traguardo a dir poco ambizioso per un Paese come la Cina che sta aumentando il consumo di combustibili fossili e quindi anche le emissioni di diossido di carbonio (CO2).
Mentre nel 2020 in Europa e Stati Uniti, ad esempio, a causa dei lockdown e delle restrizioni generali per il contenimento della pandemia, le emissioni di CO2 sono diminuite mediamente del -10% su base annua, in Cina, dal secondo trimestre in poi sono andate aumentando di oltre il +5%.
Nel 2019, si legge in un recente Report dell’Iea, il grande Paese asiatico è stato responsabile dell’immissione nell’atmosfera terrestre del 30,3% di tutte le emissioni di CO2, contro il 13,4% degli Stati Uniti e quasi il 9% dell’Unione europea.
A livello di quota di emissioni di CO2 procapite, sono invece gli Stati Uniti al primo posto, con 15,5 tonnellate a testa, seguiti dalla Cina (8,1 tonnellate all’anno procapite) e l’Europa (6,5 tonnellate annue procapite).
Crescita record del Pil cinese
Gli ultimi dati sul prodotto interno lordo (Pil) cinese sono emblematici: nel primo trimestre 2021 c’è stato un incremento record del +18,3% rispetto al 2020, confermando la piena ripresa dell’economia nazionale.
Un dato eclatante, soprattutto considerando che è il più alto dal 1994 ad oggi. Senza ridimensionare il risultato, bisogna comunque ricordare che tale incremento è frutto del confronto diretto con il dato del primo trimestre 2020, quando la Cina a causa dell’impatto della pandemia di Covid-19 aveva registrato un crollo del Pil del 7% quasi.
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