Meta cresce sempre di più. Zuckerberg lancia Threads, ma non in Europa. I 2 motivi 

  ICT, Rassegna Stampa
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Il primo messaggio su Threads è stato scritto da Mark Zuckerberg, con cui ha inaugurato, 15 ore prima del previsto, il nuovo social di Meta, da tutti ribattezzato l’anti-Twitter.

“È uno spazio pubblico aperto e amichevole per conversare. Threads prende il meglio dell’esperienza di Instagram ed è una nuova app per condividere testi, idee e discutere di cosa stai pensando. Penso che il mondo abbia bisogno di questo tipo di comunità amichevole”, così l’ha presentato Zuckerberg.

Come funziona Threads

Gli utenti hanno bisogno di un account Instagram per accedere. Una volta registrati, possono scegliere di seguire gli stessi account che seguono su Instagram, se quest’ultimi si sono iscritti anche a Threads.

I post su Threads possono essere lunghi 500 caratteri, rispetto ai 280 per la maggior parte degli utenti di Twitter, e i video fino a cinque minuti di lunghezza possono essere pubblicati mentre un post può essere condiviso come link su altre piattaforme. Gli utenti possono smettere di seguire, bloccare, limitare o segnalare gli altri. Gli utenti possono anche filtrare le risposte con determinate parole.

I thread avranno pubblicità?

Meta ha spiegato che non monetizzerà Threads quest’anno, ma ha lasciato aperta la porta agli annunci in futuro.

Sono già oltre 5 milioni gli iscritti a Threads. Twitter ha una base utenti di oltre 250 milioni, mentre Instagram ha, secondo quanto ha riferito Meta, 2 miliardi di utenti Threads è disponibile negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in altri 100 Paesi sugli app store di Apple e Google. Ma non in Europa. Per 2 motivi.

Perché Threads non è disponibile in UE?

Il primo motivo riguarda il Digital Markets Act (DMA). 

“Meta”, scrive il Guardian, “è in attesa di ulteriori chiarimenti da parte della Commissione europea su come la legislazione sarà attuata prima di valutare i prossimi passi da compiere”.

Il DMA è in vigore dal 2 maggio 2023 ed entro il 3 luglio scorso tutte le imprese interessate hanno dovuto notificare alla Commissione la propria dimensione di mercato per il riconoscimento eventuale di gatekeeper.

Meta tra le 7 aziende che hanno inviato la notifica alla Commissione secondo il DMA. In attesa di sapere se riconosciuti come gatekeeper

E Meta è tra le 7 aziende che hanno inviato questa notifica alla Commissione. Le altre sono Alphabet (Google), Amazon, Apple, Bytedance (TikTok), Microsoft e Samsung.

“Se confermati come gatekeeper”, ha fatto sapere la Commissaria europea per la Concorrenza Margrethe Vestager, “dovranno rispettare il DMA e mantenere i mercati equi e aperti, per consentirci di avere scelte ampie e convenienti online”

In caso di infrazione della legge sui mercati digitali, la Commissione potrà comminare sanzioni e ammende fino al 10 per cento del fatturato mondiale di una società e fino al 20 per cento in caso di recidiva.

Dunque, questo è uno dei motivi per i quali Meta non ha rilasciato ancora Threads nell’Unione Europea.

Il secondo motivo riguarda la più esosa multa di sempre per violazione del GDPR, di 1,2 miliardi di euro, comminata a Meta dal garante privacy irlandese. La società ha trasferito, questa la motivazione della sanzione, in violazione del GDPR (articolo 46, paragrafo 1) i dati personali degli utenti di Facebook negli Stati Uniti in violazione della storica sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea (Schrems II) con cui è stato dichiarato invalido il Privacy Shield.

Meta ha annunciato di fare appello.

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