Il boom della “crystal meth” la nuova droga afghana è il risultato della scoperta da parte dei trafficanti di una pianta, l’efedra. Un arbusto robusto color salvia che cresce in abbondanza nell’Afghanistan centrale e settentrionale. La pianta contiene uno stimolante naturale chiamato efedrina, la cui versione sintetica è spesso usata per produrre metanfetamine cristalline.
I recenti sequestri e le informazioni provenienti dal rapporto del Global Initiative Against Transnational Organized Crime (GI-TOC), indicano che parte di questo nuovo flusso di droga afghana venga trafficata nell’Africa orientale e meridionale.
L’efedra è quindi diventata un punto di svolta per la produzione di metanfetamina in Afghanistan, in quanto ha fornito un approvvigionamento interno sicuro ed ha accorciato in modo significativo la catena di produzione, riducendo notevolmente i costi con un’impennata nella produzione, distribuzione e utilizzo.
Il Sudafrica è al momento il mercato più redditizio per i cartelli della droga che operano dall’Afghanistan. A Johannesburg, la nuova droga dell’Asia centrale, conosciuta come tik, è molto popolare, in particolare tra i giovani disoccupati che ricorrono alla criminalità per mettere le mani sulla droga. La metanfetamina afghana oltre che in Sudafrica sta transitando anche in Mozambico e nuovi flussi di “crystal meth” di alta qualità sembrano affacciarsi di recente in Malawi, Tanzania e Kenya.
Si teme che la nuova “droga dei poveri” possa finire anche in Europa, seguendo una rotta consolidata dell’eroina dal Pakistan e dall’Iran. Andrew Cunningham, analista scientifico presso (OEDT) l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, ha dichiarato alla BBC che al momento l’uso di metanfetamina in Europa non è “diffuso” ma ha aggiunto: «Ci sono buone probabilità che arrivi a breve».
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