Milei vuole liberalizzzare l’Argentina, ma intanto chiede l’autorizzazione per gli incontri di più di tre persone

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Javier Milei continua nella presentazione delle sue riforme che, da decreto preisdenziale, dovranno essere poi approvate dal parlamento il 25 gennaio, dopo i lavori di ben quattro commissioni parlamentari che dovranno esaminarli. Ne parleremo fra poco, e presenteremo alcune di queste riforme. Milei è astuto: nelle riforme ci sono anche misure popolari, e comunque, messe tutte assieme, hanno un effetto stordente. Aggiungiamo che i sindacati non sono stati in grado, dopo quattro anni di letargo durante il governo peronista, di organizzare niente più che una giornata di sciopero il 24 gennaio. Come in Italia, il fatto di essere stati associati al potere per tanti anni li rende poco credibili.

Comunque Milei ha preso le sue misure contro le proteste popolari, soprattutto quelle più temibili: quelle spontanee.

Niente riunioni di più di tre persone senza autorizzazione e punizioni esemplari per i blocchi stradali

Il capitolo sulla sicurezza nazionale della Legge delle Basi e dei Punti di Partenza per la Libertà degli Argentini, la cosiddetta legge omnibus, regola le proteste e prevede che venga richiesto il permesso se più di tre persone vogliono incontrarsi in uno spazio pubblico.

All’articolo 331, il disegno di legge stabilisce che “si definisce ‘raduno’ o ‘manifestazione’ la riunione intenzionale e temporanea di tre (3) o più persone in uno spazio pubblico allo scopo di esercitare i diritti di cui alla presente”.

Inoltre, si definisce “organizzatore” della protesta colui che “convoca altre persone a partecipare alla riunione” , “coordina le persone per lo svolgimento della riunione”, “fornisce qualsiasi tipo di materiale o mezzo logistico per lo svolgimento della riunione “, “L’elenco delle chiamate, la registrazione delle presenze o delle assenze con qualsiasi mezzo di registrazione scritta o di immagini”. Cioè se si fa il video della manifestazione non autorizzata si rischia la denuncia

Non solo: si stabilisce che “coloro che dirigono, organizzano o coordinano un incontro o una manifestazione che impedisce, ostacola o intralcia la circolazione o il trasporto pubblico o privato o che cagiona lesioni a persone o danni alla proprietà” è punito con la reclusione da 2 a 5 anni, anche se non sono presenti alla manifestazione.

Attenzione che ora l’organizzatore, anche incensurato, va in galera veramente se prende una condanna superiore ai tre anni.  Una norma molto dura che renderà difficili, se non impossibili, i blocchi stradali e ferroviari che in passato avevano bloccato molte attività governative.

Dal licenziamento dei sipendenti pubblici alla riforma dei contratti nel commercio: una marea di novità

Ecco alcune delle novità introdotte da Milei:

  • Licenziamento per i dipendenti pubblici in eccesso che non vengono ricollocati e possibilità di sciogliere interi enti pubblici. I dipendenti pubblici però otterranno una sorta di riaddestramento al settore privato;
  • YPF, la società petrolifera di statom perde il monopolio per l’export di petrolio, che va ora a prezzo di mercato internazionale. Un tentativo per attrarre investimenti sui grossi giacimenti di gas e petrolio argentini. YPF sarà poi privatizzata;
  • Nel settore del commercio vengono riformati i contratti con più flessibilità, ma l’introduzione del trattamento di fine rapporto, molto gradito ai sindacati;
  • Liberalizzazione nel settore delle farmacie, i cui proprietari hanno votato Milei;
  • Cacellazione dei vincoli per l’apertura dei cinema e teatri e fine anche dei fondi statali per le produzioni audiovisive;
  • Aumenti alle pensioni minime, per compensare l’inflazione;
  • Condono per chi regolarizza i lavoratori in nero (informali in spagnolo) o parzialmente regolarizzati;
  • Fine dei limiti di valore per i beni personali che possono essere portati all’estero durante i viaggi.

Questo è solo un accenno di quanto è stato deciso in questo “decreto omnibus”. Nonostante il partito di Milei non abbia la maggioranza assoluta in parlamento è probabile che, con qualche modifica, passi l’esame definitivo il 25 gennaio, anche perché l’opposizione è nel caos e la sconfitta elettorale è fin troppo fresca.


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