Neo-vampiri, duemila anni di storia

  ICT, Rassegna Stampa
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James Hansen

Nel 1679 uno ‘speziale’ francescano—oggi diremmo ‘farmacista’—lasciò scritta una ricetta per la preparazione di una confettura a base di sangue umano da consumare con i pasti. Consigliava di raccogliere il sangue necessario da persone “dal temperamento caldo e umido, dalla carnagione chiazzata di rosso e dalla corporatura ampia”.

Per quanto oggi la tradizione di ingerire il sangue umano—l’ematofagia—per sfruttarne le ‘essenze vitali’ sopravviva principalmente nei racconti dei vampiri, l’usanza è molto antica. Plinio il Vecchio, lo scrittore e naturalista di epoca romana, descrive—disgustato ma comprensivo—l’abitudine degli astanti che, durante i combattimenti dei gladiatori, si buttavano sui feriti a morte per “scolare il sangue caldo dell’uomo e, applicando la bocca alla ferita, succhiare fuori la sua stessa vita…” Il sangue fresco era particolarmente apprezzato come cura per l’epilessia.

È probabile che i romani abbiano acquisito la loro fede nei poteri magici e medicinali del sangue umano dagli etruschi oppure dalle ipotesi mediche greche e egizie, anche se queste pratiche non erano solo occidentali. Pare che tali tecniche fossero comuni anche in Cina, per quanto meno ben documentate.

Ad ogni modo, a Roma la consuetudine di ‘vampirizzare’ i gladiatori morenti sopravvisse fino al 5° Secolo, quando la nuova moralità cristiana impose di abolire le competizioni—spostando di conseguenza il ruolo di ‘donatori’ ai condannati a morte. Il sangue dei decapitati era considerato particolarmente pregiato. Per quanto si tratti di donatori invece ‘viventi’, esistono citazioni storiche relative al consumo del sangue di ‘giovinastri’ a scopo medico da parte di personaggi del livello di Re Luigi XI di Francia e di Papa Innocenzo VIII.

La gente più umile continuò invece a frequentare le esecuzioni—nella speranza di accaparrarsi almeno qualche goccia del prezioso fluido—fin verso la fine del 18° Secolo, quando l’usanza entrò finalmente in declino. L’ultima istanza nota di un tentativo di bere il sangue fresco di un impiccato si ebbe in Germania nel 1908.

L’ematofagia, oggi, è perlopiù ‘quiescente’—vittima anche della consapevolezza che l’utilizzo promiscuo del sangue di criminali potrebbe porre qualche rischio per la salute… Non è però del tutto estinta: la BBC riferisce infatti—con interviste—dei cosiddetti medical sanguinarians, cioè migliaia di ‘nuovi vampiri’ americani convinti di dover bere regolarmente il sangue degli altri per mantenere la propria salute. Due loro comunità negli Usa, a New Orleans e a Buffalo, sono state oggetto di uno studio apparso sulla rivista scientifica Nature. Non si hanno invece notizie recenti circa l’efficacia ‘anti-vampirica’ dell’aglio…

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