SCARICA L’INDAGINE OCSE SULLE COMPETENZE
Italiani senza competenze sempre più analfabeti funzionali e digitali, l’indagine Ocse
Lo sviluppo e l’utilizzo delle competenze migliorano le prospettive di occupazione e la qualità della vita, oltre a stimolare la crescita economica e la diffusione di conoscenza relativa a una molteplicità di ambiti. Eppure, nonostante i tanti annunci, i progetti e le soluzioni messe in campo, qualcosa non ha funzionato e siamo ancora da punto a capo.
In Italia oltre un terzo degli adulti è in una condizione di analfabetismo funzionale e quasi la metà ha grosse difficoltà nel ‘problem solving’, si legge in un’agenzia Radiocor del Sole 24 Ore.
Siamo di fatto agli ultimi posti tra le grandi economie avanzate, in base a quanto riportato nel secondo ciclo del “Programme for the International Assessment of Adult Competencies” realizzato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse).
Competenze che vanno considerate come “risorse fondamentali per partecipare pienamente e in maniera soddisfacente all’economia e alla società odierna” e tanto più necessarie di fronte alla rapida evoluzione tecnologica, alle sfide della transizione energetica e dell’invecchiamento demografico.
Molti adulti con ridotte competenze “si sentono esclusi dai processi politici e non hanno le competenze necessarie per interagire con informazioni complesse in ambiti digitali, il che rappresenta una preoccupazione crescente per le democrazie moderne”.
Difficoltà nella comprensione e nell’uso delle informazioni
In base all’indagine, in Italia gli adulti di età compresa tra 16 e 65 anni hanno ottenuto in media 245 punti nei test di “literacy” (9 punti sotto la media Ocse), 244 punti in matematica (11 meno della media) e 231 punti nell’adaptive problem solving (sotto di 15 punti rispetto alla media).
Nella ‘literacy‘ il 35% degli adulti italiani (media Ocse 26%) ha ottenuto un punteggio pari o inferiore al Livello 1 e rientra quindi nella categoria degli analfabeti funzionali.
Cosa significa questo? Che gli italiani non sanno più leggere, scrivere e fare conti? No, significa che in Italia una significativa percentuale di adulti presenta difficoltà nella comprensione e nell’uso delle informazioni lette, pur sapendo leggere e scrivere.
Secondo i dati OCSE, il 25% degli italiani si colloca al Livello 1: questi individui sono in grado di comprendere testi brevi e semplici elenchi organizzati, ma solo se le informazioni sono chiaramente evidenziate. Un ulteriore 10% si posiziona al di sotto di questo livello, riuscendo a interpretare solo frasi molto semplici.
All’estremo opposto, i Livelli 4-5, che rappresentano le competenze più avanzate, includono solo il 5% della popolazione adulta italiana, contro una media OCSE del 12%. Questi individui eccellono nella lettura e nell’analisi di testi complessi e articolati, riuscendo a cogliere significati nascosti e completare compiti che richiedono capacità di sintesi e valutazione.
Sappiamo fare solo calcoli di base
Anche in ambito matematico, l’indagine del 2023 evidenzia risultati poco brillanti per gli adulti italiani. Il 35% si colloca al Livello 1 o inferiore (contro una media OCSE del 25%) e riesce a eseguire solo calcoli di base o a individuare informazioni semplici in tabelle o grafici. Tuttavia, affrontano difficoltà con attività più complesse, come risolvere proporzioni. Un ulteriore 11% si trova al di sotto del Livello 1, riuscendo a compiere solo operazioni elementari come somma e sottrazione di numeri piccoli.
Dall’altro lato dello spettro, solo il 6% degli adulti italiani raggiunge i Livelli 4 o 5, che indicano competenze matematiche avanzate, contro una media OCSE significativamente più alta del 14%. Questi livelli includono la capacità di affrontare problemi articolati e di svolgere analisi numeriche approfondite.
Problem solving solo per pochi
Il problem solving è il processo attraverso il quale si affrontano e si risolvono problemi o sfide, utilizzando diverse capacità cognitive, analitiche e creative. Implica l’identificazione di un problema, l’analisi delle informazioni disponibili, la ricerca di soluzioni possibili e l’adozione della strategia più efficace. È una competenza fondamentale in molte aree, tra cui l’educazione, il lavoro, la vita quotidiana e la tecnologia.
Qui il 46% degli adulti (media OCSE 29%) ha ottenuto un punteggio di competenza pari o inferiore al Livello 1. Gli adulti al Livello 1 possono risolvere problemi semplici con poche variabili e poche informazioni irrilevanti, che non cambiano man mano che si procede verso la soluzione. Hanno difficoltà con problemi multi-step o quelli che necessitano di monitoraggio di più variabili.
Gli adulti al di sotto del Livello 1 comprendono al massimo problemi molto semplici, in genere risolti in un unico passaggio.
Circa l’1% degli adulti (media OCSE 5%) ha ottenuto un punteggio di Livello 4. Hanno una comprensione più profonda dei problemi e possono adattarsi a cambiamenti inaspettati, anche se richiedono una rivalutazione importante del problema.
Le migliori competenze in Finlandia, Giappone, Olanda, Norvegia e Svezia
Considerando congiuntamente tutti e tre i domini, il 26% degli adulti in Italia (media OCSE 18%) ha ottenuto i punteggi più bassi.
In base al rapporto, Finlandia, Giappone, Olanda, Norvegia e Svezia sono i Paesi con le migliori prestazioni in tutti e tre i domini.
I dati Ocse sono davvero difficili da accettare, ma in fondo sapevamo bene che la nostra situazione non era delle migliori.
L’Istat, nel suo ultimo rapporto “Decennio digitale 2030”, aveva già tracciato una panoramica poco rosea delle competenze di base degli italiani nel 2023, con un’indagine effettuata esattamente due anni fa. Anche in quel caso, ci veniva restituita una situazione piuttosto critica dove, nel complesso dei 27 Paesi UE, l’Italia si piazzava in 23esima posizione in quanto a skill informatiche.
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