Il Consiglio di Amministrazione di Open Fiber, riunitosi sotto la presidenza di Franco Bassanini, ha approvato – su proposta dell’amministratore delegato Elisabetta Ripa – il nuovo Piano Industriale che prevede la copertura di circa 19 milioni di unità immobiliari su tutto il territorio nazionale. Il Piano interesserà 271 città e circa 7 mila comuni italiani, con una previsione di investimento superiore a 6,5 miliardi di euro.
Lo scrive l’azienda in una nota, aggiungendo che “Open Fiber prosegue nella realizzazione di una infrastruttura interamente in fibra ottica in modalità FTTH su tutto il territorio nazionale. Nel corso del 2018 la società estenderà il perimetro delle attività industriali nelle aree A e B fino a circa 100 comuni, di cui 65 già con attività in corso e 700 cantieri aperti, sui quali sono impegnati circa 7 mila addetti di oltre 200 ditte. A questi comuni si aggiungono progressivamente quelli inclusi nei bandi Infratel per le aree C e D. Il piano prevede l’investimento di circa 1 miliardo di euro l’anno nel prossimo triennio”.
Project financing
“Il CDA ha anche approvato il mandato di sottoscrizione con le banche BNP Paribas, Société Générale e Unicredit per un Project Financing da 3,5 miliardi di euro, della durata di 7 anni, che sarà finalizzato nel corso dei prossimi mesi al completamento dei processi autorizzativi da parte della Banca Europea degli Investimenti-BEI”.
Nodo BEI
Da un anno e mezzo si attende il via libera della BEI al finanziamento di 500 milioni di euro al progetto Open Fiber, ed è appunto la finalizzazione di questo passaggio (in fase di valutazione da settembre 2016 ma che potrebbe concretizzarsi entro il mese di luglio) un nodo da sciogliere per dare il disco verde finanziario al più grande progetto di project financing d’Europa nel settore delle Tlc.
Enel e Cdp pronti a rifinanziare?
In attesa della BEI, i due azionisti di Open Fiber, Enel e Cdp (appena entrato con una quota del 4,2% in Tim, a sostengo del piano anti-Vivendi del fondo Elliott), potrebbero decidere di rifinanziare direttamente la società con capitali freschi. Fondi necessari per procedere con il piano, tanto più che, dopo l’acquisizione a maggio 2016 di Metroweb per 714 milioni di euro, l’azienda ha bisogno di molta liquidità, anche perché dalla sua nascita a fine 2015 ha potuto contare su un finanziamento complessivo di un miliardo fra il prestito ponte dei soci e l’anticipo di 500 milioni sul finanziamento di 3,5 miliardi di euro deliberato oggi.
Il Consiglio di Amministrazione di Open Fiber ha inoltre preso atto dell’estensione degli accordi con Vodafone sulle 271 città dei cluster A e B, che segue gli accordi già raggiunti con Wind Tre e Sky sullo stesso perimetro.
Elisabetta Ripa, amministratore delegato di Open Fiber, ha commentato: “Con l’approvazione del nuovo Piano Industriale e del finanziamento inizia per Open Fiber una nuova fase, che traguarda l’accelerazione della realizzazione della rete FTTH nelle principali città e nei comuni oggetto dei Bandi Infratel. Open Fiber in pochi mesi ha dimostrato di essere un interlocutore innovativo e competitivo nel mercato dei servizi di telecomunicazione, coagulando intorno al proprio modello di business wholesale – oltre alle risorse finanziarie necessarie – clienti di rilievo, le migliori competenze professionali ed i fornitori più qualificati”.
I numeri di Open Fiber
A fine 2017 Open Fiber aveva collegato (passato) 2,45 milioni di unità immobiliari. Al netto di 1,1 milioni di case connesse portate in dote da Metroweb ne sono state aggiunte 1,35 milioni in un anno. Di queste, 1,9 milioni sono le case effettivamente “vendibili”, con la fibra fin dentro al palazzo. Open Fiber ha come obiettivo di portare la fibra in 7,5 milioni di case entro il 2020.
Nelle aree nere, Cluster A e B, Open Fiber è presente in 4 città (Milano, Torino, Bologna con Metroweb e Perugia) e lavora in 9 altri capoluoghi (Venezia, Padova, Genova, Firenze, Bari, Catania, Palermo, Cagliari, Napoli) dove si prevede di terminare i lavori entro l’inizio del 2019.
Più a rilento i cantieri nelle aree bianche, Cluster C e D, dove Open Fiber si è aggiudicata i due bandi Infratel in attesa del terzo e ultimo bando. L’azienda ascrive i ritardi soprattutto a problemi burocratici legati ai permessi per il via libera agli scavi.
Accordo con Vodafone esteso a 271 città
In dettaglio, per quanto riguarda l’estensione della collaborazione con Vodafone, l’accordo, già attivo nelle prime 13 città cablate con infrastruttura in fibra ottica Open Fiber, è stato ora esteso a ulteriori 258 città italiane (per un totale di 271) comprese nei cosiddetti cluster A e B, ossia le aree nelle quali vive il 60% della popolazione italiana. Questa partnership strategica, che sarà valida fino al 2031, favorisce la progressiva migrazione sulla rete Open Fiber dei clienti di Vodafone.
L’accordo consentirà a Vodafone di estendere ulteriormente la propria offerta di servizi in FTTH, già oggi disponibile per oltre 2 milioni di famiglie e imprese, rafforzandone il posizionamento di operatore pienamente convergente in grado di offrire ai propri clienti servizi basati sulle tecnologie a prova di futuro.
Elisabetta Ripa, Amministratore Delegato di Open Fiber, ha commentato: “L’estensione dell’accordo con Vodafone all’intero perimetro del piano Open Fiber nelle aree di mercato è un’ulteriore accelerazione verso l’adozione di una infrastruttura interamente in fibra ottica e conferma la validità del nostro progetto, nato per cogliere le opportunità offerte dal mercato italiano, caratterizzato da un ritardo nello sviluppo dei servizi a larga banda. L’accordo conferma inoltre la competitività del modello wholesale che offre a tutti gli operatori piena parità di accesso ad una rete estremamente performante per sviluppare i propri servizi di TLC”.
“L’ampliamento della nostra offerta in fibra FTTH grazie all’accordo con Open Fiber, insieme agli importanti investimenti di Vodafone per lo sviluppo delle reti mobili verso il 5G, consolida il nostro ruolo di acceleratore della trasformazione digitale al servizio di famiglie e imprese – dichiara Aldo Bisio, Amministratore Delegato di Vodafone Italia – Il modello di rete indipendente, alternativa alla rete in rame, rappresentato da Open Fiber apre la competizione sulla rete di accesso e stimolerà sempre più investimenti orientati all’innovazione dei servizi”.
Open Fiber, ok al piano industriale e al mandato per il project financing da 3,5 miliardi