Oracle accusata di aver venduto dati personali di miliardi di utenti

  ICT, Rassegna Stampa
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Oracle dovrà affrontare una delicata causa in tribunale a seguito dell’accusa di aver creato un sistema di raccolta di dati personali e profili su un numero immenso di persone milioni, che sono state poi venduti a terzi.

Secondo l’accusa, Oracle ha raccolto tutti questi dati assicurandosi una rendita non inferiore ai 40 miliardi di dollari di entrate ogni anno. Cosa includono queste informazioni personali? Nomi, indirizzi postali, e-mail, cronologia degli acquisti, dati sulla posizione, opinioni politiche, attività online ecc. Insomma tutto il nostro “Io” in rete.

Secondo l’accusa queste procedure violerebbero il Federal Electronic Communications Privacy Act, la Costituzione dello Stato della California, il California Invasion of Privacy Act, il Diritto della concorrenza e il Common law.

II video come prova

La base dell’accusa è un video di ben otto anni, appena rispolverato, in cui il CTO e fondatore dell’azienda, Larry Ellison, descrive in dettaglio le pratiche di raccolta dei dati di Oracle e come i dati vengono utilizzati per prevedere i modelli di acquisto.

È una combinazione di strumenti per registrare in tempo reale tutta la loro attività sociale: dove si trovano, quali micro-localizzazioni, ad esempio quanto tempo trascorri in un corridoio specifico di un negozio specifico e cosa c’è in quel corridoio di quel negozio”.

Mentre raccogliamo informazioni sui consumatori e le combiniamo con il loro profilo demografico e il loro comportamento di acquisto passato, possiamo fare un ottimo lavoro nel prevedere cosa compreranno in futuro“.

La class action è stata intentata da un ex del browser Brave, Johnny Ryan, che ora lavora per l’Irish Council for Civil Liberties (ICCL) – un organismo che ha già costretto giganti della tecnologia come GoogleAmazon e Microsoft a cambiare le loro attività di pubblicità online.

Oracle è un’azienda presente nel Fortune 500 ma autrice di azioni pericolose che tengono traccia di qualunque cosa faccia una persona in qualunque parte del mondo. Noi da parte nostra facciamo quello che facciamo per fermare la macchina di sorveglianza di Oracle“, ha precisato Johnny Ryan al portale The Register.

Oracle non ha commentato in alcun modo, naturalmente.

Tuttavia va segnalato che secondo molti, Oracle sarebbe in capo ai tool di software adottati in Cina per social scoring e sorveglianza. Ma di questo ci occuperemo nei prossimi giorni per verificarne la veridicità.

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