Fatta l’anagrafe digitale della popolazione residente (ANPR), ora si è messa in moto la macchina per realizzare Anagrafe digitale dei dipendenti pubblici: è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto interministeriale che ne disciplina il funzionamento. L’Anagrafe digitale dei dipendenti pubblici, gestita dal Dipartimento della funzione pubblica, sarà il censimento digitale di tutti gli appartenenti alla Pubblica amministrazione, che porterà alla creazione del fascicolo digitale del dipendente. Con quali vantaggi?
“L’Anagrafe darà ulteriore impulso al processo di digitalizzazione della PA”, ha sottolineato il ministro per la pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo. “Si tratta di uno strumento utile per il coordinamento e la verifica delle attività di organizzazione delle amministrazioni, essenziale per una più efficace analisi dei fabbisogni di personale e di programmazione delle assunzioni. Favorirà inoltre i processi di sviluppo delle competenze. A regime, il fascicolo elettronico del dipendente sarà integrato con le informazioni acquisite sul Portale inPA e conterrà le informazioni sul percorso professionale di ogni lavoratore pubblico, dalla formazione alla mobilità”.
Gli stipendi si visualizzeranno dal sistema NoiPa alla nuova applicazione collegata all’anagrafe
L’atto disciplina le modalità di comunicazione dei dati e quelle di funzionamento della nuova Anagrafe digitale, che sarà gestita dal Dipartimento della funzione pubblica (DFP). Sarà costruita, in prima applicazione, a partire dai dati già disponibili con il sistema NoiPA del ministero dell’Economia e delle finanze (MEF), che garantisce il calcolo dei cedolini di circa 1,9 milioni di dipendenti pubblici e in cui viene prevista un’area dedicata a cui accede il DFP. Per il personale restante, sarà l’INPS a fornire al MEF le informazioni che le amministrazioni trasmettono periodicamente per gli obblighi contributivi, mentre altri soggetti informatori saranno individuati con specifiche convenzioni.
Anagrafe digitale dei dipendenti pubblici: con quali informazioni?
È prevista una prima fase di sperimentazione, di almeno sei mesi, dell’Anagrafe digitale dei dipendenti pubblici, che sarà arricchita dai seguenti dati:
dati anagrafici, stato giuridico e trattamento economico, relativi sia al personale dipendente a tempo indeterminato che a quello a tempo determinato. I dati anagrafici riguardano, in particolare: il codice fiscale; l’indirizzo e-mail “aziendale”; il numero di telefono della postazione in ufficio; la cittadinanza; lo stato civile; la residenza; il titolo di studio; l’eventuale iscrizione ad albo professionale. Sul piano del rapporto di lavoro, l’Anagrafe conterrà: la data di nomina nell’incarico in essere; l’amministrazione di appartenenza; la qualifica; l’unità organizzativa; la sede di lavoro; la modalità di assunzione (concorso, mobilità obbligatoria o volontaria); il tipo di impiego (tempo pieno o part-time e se, nel caso, determinato); gli eventuali incarichi conferiti; l’anzianità di servizio; l’eventuale data di cessazione del rapporto e l’eventuale percentuale di invalidità o assistenza a familiari.
E la privacy?
I dati presenti nella futura Anagrafe, assicurano la Funzione Pubblica, saranno trattati secondo la normativa vigente in materia di protezione dei dati personali e saranno utilizzati da Ministero dell’Economia e delle Finanze e dal Dipartimento della funzione pubblica in forma aggregata per l’analisi e la reportistica. L’utilizzo dei dati sarà comunque limitato allo svolgimento dei compiti istituzionali del Dipartimento, quali reclutamento e concorsi, gestione della mobilità e gestione degli incarichi.
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