Pavel Durov, il Tribunale di Parigi: “Complice dei contenuti illegali veicolati su Telegram”

  ICT, Rassegna Stampa
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Si va verso un processo non politico, come detto anche da Macron, ma che ha risvolti giuridici ed economici sulle piattaforme web. Ieri il Tribunale di Parigi ha pubblicato i 12 capi di accusa contro una persona non ancora identificata nella cui indagine è stato arrestato e interrogato il CEO di Telegram. Le accuse nei confronti di Pavel Durov vanno dalla mancata moderazione dei contenuti all’assenza di cooperazione con le autorità francesi fino ad essere complice dei reati compiuti: condivisione materiale pedopornografico, traffico di droga e riciclaggio di denaro.

La persona non identificata è accusata di veicolazione di materiale pedopornografico in un gruppo su Telegram più altri reati.

Si va, dunque, verso un processo non politico, ma come Assange, però al contrario: Assange è stato accusato di aver svelato documenti classificati degli Stati Uniti, qui il Ceo di Telegram potrebbe pagare la troppa riservatezza garantita agli utenti di Telegram.

Va bene il tutto in nome della privacy, ma la privacy va bilanciata sempre con gli altri diritti, come la lotta ai contenuti illegali da cui scaturiscano reati penalmente perseguibili

I ceo delle piattaforme devono capire che quello che vale – non dico nel mondo reale, perché reale è anche il web – quello che vale offline vale anche online! 

Pavel Durov è stato arrestato all’aeroporto Le Bourget, alla periferia di Parigi, sabato 24 agosto 2024, per poi essere preso in custodia dalla polizia alle 20:00. Questa misura rientra nel contesto di un’indagine giudiziaria aperta l’8 luglio 2024, a seguito di un’indagine preliminare avviata dalla Procura della Repubblica di Parigi. 

È in questo quadro procedurale che Durov è stato interrogato dagli inquirenti. 

Il periodo di custodia iniziato sabato dalle ore 20, può durare al massimo 96 ore, 4 giorni, quindi fino a domani sera alle ore 20. 

L’arresto del CEO secondo il DSA

L’arresto del CEO di Telegram sarebbe possibile proprio secondo il DSA, che nell’articolo 9 dal titolo “Ordini di contrastare i contenuti illegali”, controbilanciando quanto affermato nell’articolo 8 (“Assenza di obblighi generali di sorveglianza o di accertamento attivo dei fatti”), prevede: “Appena ricevuto l’ordine di contrastare uno o più specifici contenuti illegali, emesso dalle autorità giudiziarie o amministrative nazionali competenti, sulla base del diritto dell’Unione o del diritto nazionale applicabili in conformità con il diritto dell’Unione, i prestatori di servizi intermediari informano senza indebito ritardo l’autorità che ha emesso l’ordine, o qualsiasi altra autorità specificata nell’ordine, del seguito dato all’ordine, specificando se e quando è stato dato seguito all’ordine”.

Telegram, non collaborando con l’autorità giudiziaria francese, si è visto arrestato il suo CEO.

Caso Telegram. Perché arrestato il CEO Pavel Durov e la lezione dalla Francia. Il nostro direttore Luigi Garofalo oggi è stato ospite di RaiNews24

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