La transizione energetica è un percorso lungo, difficile, costoso e pieno di insidie finanziarie e burocratiche, ma allo stesso tempo è sia una necessità, sia una scelta inevitabile e soprattutto improrogabile, e il Piano nazionale di ripresa e resilienza o PNRR è lì a ricordarcelo.
Più che dei fondi, però, sono fondamentali le riforme, frutto di politiche concrete e decisioni coraggiose del mondo istituzionale e imprenditoriale.
Starace a sostegno delle riforme strutturali
“Per garantire una transizione giusta è necessario il completamento delle riforme e il potenziamento della formazione tecnica a vantaggio della comunità per fare crescere nuovi professionisti”. L’AD @starax è intervenuto all’#ItalianEnergySummit di @24eventi. #IES2021 pic.twitter.com/Nnr21xvvc9
— Enel Group (@EnelGroupIT) September 29, 2021
Partecipando all’Energy Summit del Sole 24 ore e di 24 Ore Eventi, l’amministratore delegato del Gruppo Enel, Francesco Starace, ha dichiarato: “Enel ha presentato progetti per 26 miliardi di euro che possono rientrare nel PNRR”.
Secondo quanto riportato da una nota Radiocor, Starace ha spiegato che il PNRR viaggia su due binari, su uno viaggiano i fondi, oltre 200 miliardi di euro, sull’altro le riforme strutturali, necessarie per creare e sfruttare “un’ulteriore leva sui fondi privati e sugli sblocchi autorizzativi”.
Per il Gruppo ENEL i due binari sono entrambi necessari, ma quello delle riforme è più importante secondo l’amministratore delegato: “Solo 6 miliardi sono fondi che andiamo a richiedere per far partire alcune iniziative, gli altri 20 miliardi non hanno bisogno di fondi Ue ma che le riforme si compiano”.
Transizione energetica e posti di lavoro
Starace ha poi ricordato che proprio grazie a queste riforme e alle nuove tecnologie, impiegate nella transizione energetica ed ecologica, si interverrà anche sull’occupazione in Italia: “Ai progetti presentati da Enel, nell’ambito del PNRR, è legata la creazione, a livello di indotto, di 100mila posti di lavoro”.
Da anni si parla delle grandi opportunità di lavoro e di inclusione sociale ed economica, insite nell’economia verde, ma è chiaro che per sfruttarle a pieno serve anche un cambio di paradigma culturale.
Secondo Starace il primo passo da compiere, per cogliere tutte le occasioni di crescita e innovazione offerte dalla transizione serve investire nelle competenze, nel “potenziamento della formazione tecnica a vantaggio della comunità per fare crescere nuovi professionisti”.
Una posizione questa che sembra condivisa anche dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, intervenuto anche lui stamattina all’Energy Summit: “Questo paese è un pozzo di competenze che andrebbe valorizzato notevolmente. Rinnovabili, idrogeno, chimica, rifiuti, transizione ecologica, tante aziende italiane sono leader a livello internazionale”.
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