Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.
Come un colossale buco nero commerciale, il Black Friday ha cominciato ad attrarre tutti i progetti d’acquisto. Se una spesa non è proprio indispensabile, meglio aspettare un paio di mesi ed essere ragionevolmente certi di risparmiare una certa cifra, anche considerevole, quando si parla di transazioni da centinaia o perfino migliaia di euro. Si è appena concluso l’ultimo evento Apple, che ha proposto le ultime novità della Mela per la telefonia mobile (su SOSTariffe.it è sempre possibile confrontare tra loro le varie offerte per trovare la migliore da abbinare agli iPhone) nonché per l’iPad e il wearable di Cupertino, l’Apple Watch. Quest’ultimo, però, sarà disponibile solo tra qualche settimana: ragion di più per aspettare che che durante il “Venerdì nero” società terze lo propongano a un prezzo più basso del suo cartellino.
È facile comprendere come questa polarizzazione degli acquisti autunnali (che funziona nei due sensi, visto che si anticipano anche le spese natalizie per ottimizzare gli sconti) comporti un notevole sforzo logistico, che non tutti sono attrezzati ad affrontare. Il tutto senza contare gli innumerevoli problemi etici, sociali e ambientali di un vero assalto allo shopping online da far impallidire le normali e tradizionali file davanti ai negozi per i saldi. Con un dubbio che attanaglia molti: con il dynamic pricing si risparmia davvero?
Ma si risparmia davvero?
In effetti, guardando come le imitazioni del Black Friday siano spuntate anno dopo anno può venire il sospetto che ogni pretesto sia buono per invogliare all’acquisto, e magari gli sconti del cinquanta, sessanta, settanta per cento siano praticati su prezzi già “gonfiati” all’origine. Un trucco in effetti praticato da moltissimi negozi è quello di scontare sul prezzo di listino al momento del lancio del prodotto; più che comprensibile quando si tratta di uno smartphone o di un tablet appena usciti sul mercato, molto meno quando il dispositivo è acquistabile già da mesi, se non da anni, e nel frattempo sono usciti modelli superiori, per cui praticamente ovunque è possibile trovare il prodotto a un prezzo già molto più basso rispetto all’origine.
Inoltre: si tratta davvero di offerte irripetibili, o anche se gli sconti sono elevati sono disponibili anche in altri momenti dell’anno? Di certo, vista la recente ondata di acquisti su Internet in seguito alla pandemia e ai lockdown, sarebbe stato quantomeno bizzarro non sfruttare l’opportunità. Secondo l’Eurostat Yearbook 2021 Edition, l’anno scorso il 65% della popolazione adulta dell’Unione Europea ha fatto acquisti online in tutti e dodici i mesi dell’anno. Il dynamic pricing sta diventando una delle strategie più in voga per le aziende che già operano in Rete o intendono affacciarsi con i loro prodotti, e diverse società hanno messo a punto algoritmi complessi che, in base a una serie di variabili (e non, come accadeva tradizionalmente, in relazione alle semplici rimanenze di magazzino), suggeriscono quando abbassare o alzare il prezzo e di quanto, studiando i flussi di acquisto e i momenti più favorevoli dell’anno.
Dynanic pricing: televisori a giugno e frigoriferi a novembre
Come si può “difendere” il consumatore, che al contrario è interessato a sapere quando un prezzo è al suo minimo storico, a prescindere dal Black Friday, dal Cyber Monday o da altri giorni speciali dedicati alle offerte? È ancora Internet a offrire un prezioso aiuto, con applicativi gratuiti come Keepa o Camelcamelcamel: si tratta di piattaforme che consentono di inserire uno o più prodotti da “tallonare” all’interno di un sito (ad esempio Amazon) per ricevere una notifica quando il prezzo scende sotto una certa soglia, o all’applicazione dello sconto più alto mai visto finora e così via. Sono sempre di più gli utenti che prestano meno attenzione ai proclami che arrivano direttamente nella casella di posta elettronica annunciando “i prezzi più bassi di sempre” per effettuare un monitoraggio personale.
È un fatto acclarato, d’altronde, che i prezzi troppo fluttuanti siano un grosso fastidio e, in qualche caso, addirittura un disincentivo per l’acquisto, visto che l’utente, eternamente incerto sul momento in cui è davvero conveniente approfittare di un’offerta, finisce col non acquistare nulla, oppure a farlo nei negozi fisici dove, al di là dei saldi, l’andamento del prezzo sempre essere più stabile. Tempo fa Idealo ha proposto uno studio proprio su questi temi: è emerso che il giorno peggiore per effettuare acquisti online è il lunedì, che i televisori sono più economici a giugno e i frigoriferi a novembre, che gli smartphone e i tablet costano di meno a febbraio e marzo, ma i notebook a novembre.
Dynamic pricing: comprare è uno stress, ma conviene
Difficile, almeno in apparenza, trovare una logica in tutto questo, e davvero per chi non conosce la struttura di questi algoritmi l’impressione è che sia tutto abbastanza casuale, quando in realtà entrano nella definizione del prezzo dati complessi come il costo di acquisto, la disponibilità presso i fornitori, la reazione ai cambiamenti tariffari promossi dalla concorrenza, con un “effetto domino” che ha velocità variabili di reazione. Così, gli acquisti possono diventare perfino fonte di stress, con l’eterno sospetto che, aspettando qualche ora o perfino qualche minuto in più, si sarebbe risparmiato qualcosa. Secondo un sondaggio condotto in Svizzera dall’istituto GfK per conto di Digitec Galaxus, gli intervistati vorrebbero più trasparenza per le dinamiche di prezzo: due su tre desidererebbero avere una panoramica dei prezzi degli ultimi mesi, ad esempio tramite un grafico, mentre solo a una persona su cinque questa informazione non interessa.
Di sicuro, per quanto certe dinamiche siano tuttora incerte e l’analisi dei siti più economici dove effettuare un acquisto importante sta diventando un lavoro a tempo pieno che richiede la comparazione di decine di offerte, in pochi smetteranno di affidarsi a Internet per comprare. Secondo la recente indagine condotta da Metrica Ricerche per conto dell’Osservatorio Non Food 2021 di GS1 Italy, il 40-50% del campione intervistato ha dichiarato che continuerà ad aumentare i propri acquisti su Internet per tutte le categorie di prodotti non food, non solo i “classici” come i libri, gli oggetti ad alta tecnologia e i giocattoli ma anche grandi elettrodomestici e più in genere prodotti per cui, fino a qualche tempo fa, sembrava non esserci una vera alternativa all’acquisto in negozio.
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