Prezzo del caffè, in un anno +69,9% per i contratti future

  ICT, Rassegna Stampa
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L’espresso al bar verso i 2 euro, Bolzano la città dov’è più caro 1,38 euro a tazzina

Il costo del caffè sui mercati internazionali ha raggiunto a fine agosto 2024 la cifra record di 5.719 dollari per tonnellata, rispetto allo stesso periodo del 2023 il rincaro è del 69,9%. Un trend al rialzo che prosegue quasi senza sosta da gennaio 2024, come mostra il grafico in apertura.

Addirittura se guardiamo più indietro, rispetto a fine agosto 2020, il rincaro del caffè è del 99,9%, il doppio. A questi aumenti, causati dalle difficoltà nella produzione che stanno riscontrando tutti i principali Paesi esportatori a causa del cambiamento climatico, si aggiunge l’aumento dei costi lungo tutta la supply chain del caffè: dall’aumento dell’energia, a quello dei trasporti fino ai rincari legati all’aumento salariale dei coltivatori. Per questo non è improbabile che nel corso del 2025 il costo del caffè in Italia raggiunga una media di due euro a tazzina.

Prezzo del caffè al bar in Italia +15% in tre anni, la classifica delle città

Attualmente, il prezzo medio di una tazzina di caffè al bar in Italia è di 1,18 euro, in aumento del 15% rispetto al 2021. Tra le città dove il caffè “scotta” di più emerge Bolzano, al primo posto per il costo del caffè al bar: 1,38 euro. Il caffè è particolarmente salato anche a Trento dove costa 1,31 euro, per trovare prezzi più bassi bisogna scendere a Catanzaro, qui il costo medio è 0,99 centesimi o a Napoli dove si aggira intorno a 1,05 euro. Milano si posiziona a metà della graduatoria con un costo medio di 1,17 euro. Nel grafico qui sotto la classifica del costo del caffè nelle principali città italiane.

Rincaro del prezzo del caffè, perché il costo non scenderà

La maggior parte del caffè mondiale proviene da due paesi: Brasile e Vietnam, rispettivamente con una fetta della produzione globale del 39,7% e del 16,5%. Tuttavia questa concentrazione, in un contesto di cambiamento climatico, rappresenta un problema significativo se il maltempo o la siccità colpiscono entrambi i Paesi contemporaneamente, ed è proprio quello che è successo e ha fatto schizzare i prezzi alle stelle. Certo, ci sono anche altri Paesi esportatori, come mostra il grafico qui in basso, ma non hanno la stessa potenza di fuoco dei due principali. Prima di tutto hanno volumi di produzione più bassi, un comparto costituito da piccole aziende familiari e metodi di coltivazione e raccolta tradizionali e perciò molto più lenti e, soprattutto, più costosi.

Corsa al caffè, le nuove norme Ue mettono in difficoltà la catena di fornitura

Gli importatori e i torrefattori di caffè in questi mesi si stanno muovendo per resistere agli shock del mercato, investendo nella diversificazione delle catene di fornitura. Tuttavia, è poco probabile che ciò porti a una riduzione dei prezzi al dettaglio, almeno nel breve periodo. Inoltre, a rendere tutto ancora più complicato, arrivano anche le nuove norme europee sul caffè importato: la nuova legislazione richiederà agli importatori di dimostrare che le loro materie prime non contribuiscono alla deforestazione, per molte realtà importatrici garantire la conformità di ogni chicco è però molto arduo, dal momento che la loro fornitura è composta da migliaia di piccoli coltivatori in tutto il mondo.

Per altro, ad oggi non si conoscono ancora i dettagli delle nuove norme europee, questo agisce come un freno per le aziende che vorrebbero diversificare i fornitori ma temono ripercussioni e sanzioni. Le cose dovrebbero migliorare nel 2025 con il lancio di una piattaforma per gestire i requisiti di tracciabilità imposti da Bruxelles su caffè e cacao.

Il caffè è a rischio, nel futuro si berrà altro

A causa del cambiamento climatico, si prevede che metà dei terreni ideali alla coltivazione del caffè diventeranno inadatti entro il 2050, in Brasile questa cifra arriva all’88%. Di conseguenza, alcune aziende stanno sviluppando alternative: caffè fatto con ceci, semi di dattero o addirittura con scarti agricoli, l’obiettivo dell’industria è mettere nella moka un prodotto che non subisce l‘impatto del cambiamento climatico e che può essere sempre disponibile e a un prezzo contenuto.

I dati si riferiscono al: 2020-2024
Fonti: Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti d’America; Commissione europea; Organizzazione internazionale del caffè (ICO)

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