Il settore cinematografico e audiovisivo italiano è in profonde ambasce, perché al silenzio della Sottosegretaria delegata Lucia Borgonzoni (Lega) si associa il silenzio del Ministro Alessandro Giuli (Fratelli d’Italia): se è vero che la prima è stata impegnata in prima linea nella campagna elettorale per le regionali di Emilia Romagna (di cui era stata protagonista lei stessa, finendo per essere poi sconfitta da Stefano Bonaccini), il secondo è indeciso sul da farsi, rispetto alle inattese dimissioni di Sergio Castellitto dalla presidenza del Centro Sperimentale di Cinematografia (Csc alias Scuola Nazionale di Cinema) ed alla necessità di identificare un candidato alla successione.
In effetti, il Ministro ha registrato il suggerimento del Maestro Pupi Avati nei confronti del noto regista Gianni Amelio, che ha ricevuto un “assist” significativo da parte delle maggiori associazioni degli autori (Anac, 100autori, Wgi), ma la dinamica che non ha sortito gli effetti sperati, perché Amelio si è dichiarato lusingato della proposta, ed ha vivamente ringraziato, però ha sostenuto che vuole continuare a dedicarsi la regia, e ciò gli impedisce di potersi dedicare al Csc con l’impegno che ciò richiede. Di fatto, si tratta delle stesse motivazioni di indisponibilità che hanno portato lo stesso Pupi Avati a non accogliere la proposta che gli era stata manifestata l’anno scorso dall’ex Ministro Gennaro Sangiuliano…
Si prospetta quindi un incarico “manageriale”, ma con competenze professionali e tecniche settoriali, ed un possibile candidato è Alberto Pasquale, attualmente Direttore della Film Commission dell’Umbria, ma già Direttore Marketing della Warner Bros e Direttore Generale della 20th Century Fox Italia: un profilo alto (operativo ma anche accademico, essendo docente di management dei media in diverse università) che potrebbe ben rispondere all’esigenza di tecnicalità culturologiche specifiche ed al tempo stesso esperienza direzionale in ambito economico…
Dalla Rai al Csc, passando per Cinecittà ed Ales e per le Commissioni ministeriali: prevale ancora il rapporto fiduciario col “Principe” di turno, l’“intuitu personae” sulla valutazione oggettiva del curriculum
In ogni caso, si ripropone la questione che abbiamo affrontato tante volte anche su queste colonne: queste decisioni dovrebbero essere oggetto di procedure trasparenti, con invito pubblico a presentare candidature e valutazione comparativa dei curricula… In questo, il Governo guidato da Giorgia Meloni non ha purtroppo mostrato né innovazione né coraggio, ed ha riprodotto esattamente le basse pratiche della partitocrazia dei suoi predecessori: vale per il Centro Sperimentale di Cinematografia così come per Ales, vale per la Rai così come per Cinecittà…
Su tutto prevale il solito “intuitu personae” ovvero la fiducia (personale e/o politica) del Principe di turno: la capacità e l’esperienza (se e quando ci sono), il curriculum (se e quando c’è) è un simpatico… accessorio. Con buona pace dell’annunciato e tanto decantato nuovo corso del “governo del merito” (anzi “Merito”, come da cambio di “naming” del Ministero dell’Istruzione…).
Stessa (non nobile) dinamica per quanto riguarda gli organi “consultivi” del Ministero nel settore: il Consiglio Superiore del Cinema e Audiovisivo (che non sembra peraltro brillare per attivismo, nonostante la crisi del settore richiederebbe interventi pressanti) e le 2 Commissioni Esperti Cinema e Audiovisivo, chiamate ad esprimersi su centinaia e centinaia di istanze di contributo pubblico, sia sul fronte della “produzione” (per i cosiddetti “contributi selettivi”, ovvero l’altra mano pubblica della Legge Franceschini, parallela al sempre più controverso del “Tax Credit” automatizzato…), sia per la “promozione” (con i festival cinematografici che, a metà novembre, attendono ancora di conoscere di che vita vivranno o morte moriranno, per iniziative quasi tutte ormai già realizzate, in surreale attesa del contributo ministeriale per l’anno… 2024!).
I risultati del lavoro delle due commissioni ministeriali emergeranno presto (si spera), considerando che la Commissione Produzione (15 esperti) si riunisce domani mercoledì 20 novembre e la Commissione Promozione (12 esperti) dopodomani giovedì 21.
Molti temono che le decisioni, a fronte di una valanga di istanze, non potranno essere assunte – in poche ore?! – in queste imminenti riunioni, e che si dovrà attendere ulteriori sessioni di lavoro. E va ricordata l’alea determinata dal rischio di emersione dei latenti conflitti di interesse e comunque inopportunità di una parte significativa dei 27 “saggio” (in argomento, vedi anche “Key4biz” di venerdì scorso 15 novembre 2024, “Tax Credit, ora anche gli organizzatori di concerti chiedono il sostegno dello Stato” ).
Peraltro se il Direttore Generale Nicola Borrelli ha di fatto designato Rossana Rummo come Coordinatrice della Commissione Promozione (affiancata dall’avvocato Gianfranco Rinaldi come Vice Coordinatore), la Commissione dei 15 “saggi” per la “Produzione” non ha ancora nemmeno un Coordinatore…
Prevale quindi incertezza, e preoccupazione, anche su questo “fronte”.
Il 26 novembre il Tar del Lazio si pronuncia sui ricorsi presentati da oltre 50 società di produzione indipendenti contro la “riforma Borgonzoni” della Legge Franceschini
E che dire dei tanti ricorsi presentati da oltre 50 società di produzione indipendente contro il decreto interministeriale “Tax Credit Produzione Cinema” del 10 luglio 2024 (co-firmato allora dai titolari del Mic e del Mef Gennaro Sangiuliano e Giancarlo Giorgetti) e dei successivi decreti direttoriali (firmati dal Dg Nicola Borrelli)?!
Il Tar del Lazio si andrà a pronunciare sulla richiesta di sospensiva martedì della prossima settimana, il 26 novembre.
Se la cosiddetta “istanza cautelare” verrà accolta, la crisi del sistema cine-audiovisivo italico andrà ad aggravarsi, perché inevitabilmente tutta la macchina amministrativo-burocratica del Ministero della Cultura verrebbe a ri-paralizzarsi, dopo i due anni di stagnazione determinati dalla lunga gestazione della contestata “riforma Borgonzoni”: insomma, una conseguenza paradossale, a fronte delle legittime istanze critiche manifestate dalla gran parte dei produttori indipendenti…
Ansiosa attesa per l’esito dei ricorsi al Tar… E l’Anica pensa ad un “contro-ricorso”?!
In questa situazione di ansiosa attesa e di profondo allarme, è giunta voce di una decisione che starebbe assumendo la maggiore “lobby” dei produttori cine-audiovisivi grossi (i “big player” insomma) ovvero l’Anica, presieduta da pochi giorni da Alessandro Usai (già alla guida della Rainbow, la più grande società di produzione cine-audiovisiva italiana, con oltre 100 milioni di euro di fatturato), dopo l’uscita di scena di Francesco Rutelli: una sorta di “contro-ricorso”, ovvero di una postulazione alla “Corte” affinché non venga accolta l’istanza di sospensiva, che corre veramente il rischio di provocare una nuova paralisi dell’intervento pubblico nel settore… Anche l’associazione dei “big player” televisivi, ovvero l’Apa, presieduta da Chiara Sbarigia (che è anche Presidente della società pubblica Cinecittà) avrebbe messo all’opra i propri consulenti legali, in tal senso… Come è noto la “riforma Borgonzoni” è stata apprezzata da Anica ed Apa.
Chi prevarrà, tra Davide e Golia?!
E ci sarà veramente un giudice a Berlino?!
Nebbie profonde che potrebbero presto essere presto sostituite da venti di tempesta.
[ Note: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale”. ]
(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz” (ragionamenti eterodossi di politica culturale e economia mediale).
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