I pirati sfruttano una recente vulnerabilità. La patch è disponibile, ma ci sono ancora migliaia di server vulnerabili che vengono bersagliati dai cyber-criminali.
L’allarme arriva da Palo Alto Networks, che sta analizzando la situazione e segnala un’attività anomala da parte di gruppi di pirati informatici che negli ultimi giorni stanno prendendo di mira le installazioni di Oracle WebLogic esposte su Internet.
A scatenare la crisi, spiegano i ricercatori in un post sul blog della Unit 42, è stata la pubblicazione di una patch che corregge una vulnerabilità (CVE-2019-2725) in WebLogic.
Secondo gli analisti di Palo Alto Networks, subito dopo la pubblicazione dei dettagli del bug sarebbero comparsi su Internet una serie di Proof of Concept (PoC) che consentivano di sfruttare l’exploit legato alla vulnerabilità e i cyber-criminali hanno cominciato a utilizzarli in maniera intensiva.
La cronaca riporta di attacchi che sfruttano la falla di sicurezza (tecnicamente un problema di deserializzazione) per installare sui server miner per generare cripto-valuta, ma anche una campagna che sta sfruttando il bug per compromettere i server e collegarli a una nuova variante della botnet Muhstik.
Non mancano poi gli attacchi ransomware, che nello specifico starebbero utilizzando un nuovo malware chiamato Sodinokibi.
Insomma: Internet in questo momento sembra un campo di battaglia e la situazione è tutt’altro che rosea. Nonostante la disponibilità della patch, infatti, dalle analisi dei ricercatori risulta che ci siano almeno 41.000 istanze di WebLogic accessibili da Internet. Tutte potenziali vittime di un attacco che rischia di creare non pochi problemi agli amministratori di sistema.
Non è la prima volta che WebLogic finisce nell’occhio del ciclone. La popolare piattaforma Oracle per la realizzazione e implementazione di applicazioni Java a livello enterprise, aveva attraversato un vero e proprio calvario già l’anno scorso in almeno due occasioni.
La prima a gennaio 2018, in seguito a un attacco massiccio che sfruttava una vulnerabilità conosciuta dall’ottobre precedente. La seconda a causa di una patch errata, che aveva esposto nuovamente i server WebLogic ad attacchi.
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