Rete Tim, Ugliarolo (Uilcom Uil): ‘Serve una visione industriale. La ServCo? Sarebbe un mostro alla Frankenstein’

  ICT, Rassegna Stampa
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Il destino di Tim continua a preoccupare il sindacato. L’esclusiva a KKR per la cessione della rete appena concesso dal Cda al fondo Usa apre una nuova fase, che il sindacato guarda da vicino per capire quale sarà il futuro “l’ultimo grande gruppo industriale ‘italiano’ del paese”, dice Salvo Ugliarolo, segretario generale della Uilcom Uil, in vista anche del tavolo sul settore delle telecomunicazioni convocato il 4 luglio prossimo dal ministro del Mimit Adolfo Urso.

Key4biz. Cosa vi preoccupa dopo l’accordo in esclusiva di Tim con KKR per la cessione della rete?

Salvo Ugliarolo. Quello che continua a preoccuparci è la visione che il sistema ha di questa operazione, che va in contrasto con il nostro pensiero: noi siamo contrari allo scorporo della rete. Noi ormai sono mesi che assistiamo e leggiamo diversi articoli di stampa, però confermiamo sempre la nostra preoccupazione per una mancanza di visione industriale all’interno del gruppo Tim, che diversamente guarda soltanto ad operazioni prettamente finanziarie. Lo abbiamo ribadito, denunciato e detto in più occasioni.

Key4biz. Il 4 luglio i sindacati sono stati convocati al tavolo del Mimit. Cosa vi aspettate?

Salvo Ugliarolo. Il 4 luglio, che non è la data della liberazione americana, ma è la data finalmente dell’incontro da parte del ministro Urso, che dopo ben nove mesi è riuscito a partorire questa data,ci aspettiamo di poter arrivare al ministero e rappresentare quelle che sono le nostre istanze e preoccupazioni, ma anche le nostre proposte. Ma nello stesso tempo auspichiamo che dopo tutta questa lunga attesa il ministro ci dica qual è la visione del Governo su un tema così importante e delicato che è quello delle telecomunicazioni nel suo insieme e soprattutto quello di Tim. Ci aspettiamo che il Governo ci venga ad ascoltare e a dire qual è la sua visione sul destino di questo gruppo e su quelle che sono le intenzioni da attuare sul settore. Ma soprattutto che dia le garanzie su eventuali problemi di tenuta occupazionale, perché noi certamente non staremo con il cerino acceso in mano. Abbiamo fatto uno sciopero il 6 giugno per lanciare l’allarme, ma io sono pronto a rifare una nuova mobilitazione a difesa dei livelli occupazionali di questo settore.

Key4biz. Manca una visione del Governo sul settore?

Salvo Ugliarolo. Sì. Ricordiamoci qui che la vertenza principale del settore è quella di Tim, ma a cascata ci sono tutta una serie di vertenze mettono in fibrillazione il settore. Non dimentichiamoci ad esempio l’operazione di scorporo di WindTre. Si parla tanto della questione dello scorporo di Tim, per carità, con numeri importantissimi. Ma c’è WindTre, che ancor prima di Tim ha avviato l’operazione di scorporo della rete (mobile ndr) pur in modo diverso da quello che si legge su Tim. Quindi, noi speriamo che si possa finalmente mettere mano insieme alle istituzioni rispetto ai problemi che ci sono nel settore e provare a regolamentarlo meglio, ma nello stesso tempo provare a trovare delle soluzioni, per dare una prospettiva a interi gruppi, diversa da quelle che i finanzieri vogliono fare.   

Key4biz. Cosa significa in relazione all’operazione di scorporo della rete Tim?

Salvo Ugliarolo. In relazione allo scorporo della rete Tim, significa depauperare ulteriormente una delle poche ‘realtà italiane’ che restano nel panorama del nostro paese. Io ricordo che noi abbiamo assistito ad una campagna elettorale da parte di questo esecutivo all’insegna del sovranismo. Però il governo sovranista ci dovrebbe spiegare qual è l’operazione dove si parla di rete nazionale, però con la speranza che i fondi stranieri, compreso KKR, facciano l’operazione. Noi pensiamo che ci siano delle soluzioni diverse e il 4 luglio speriamo di potere avere un vero confronto con le istituzioni, con il governo e con il ministro Urso. Un confronto dove si siedono i sindacati più rappresentativi e non centinaia di sigle e associazioni che rappresentano loro stesse.

Key4biz. La posizione del sindacato prevede il mantenimento della rete all’interno del perimetro di Tim. Oggi sul quotidiano francese Le Figaro si legge che vendere la rete di Tim è come se la Ferrari decidesse di vendere i suoi motori V8 o V12.

Salvo Ugliarolo. Ci fa piacere che anche i francesi, dopo anni che cercavano di fare operazioni magari per recuperare in parte il loro investimento, oggi abbiano capito invece come questo tipo di operazione non va di fatto a essere risolutiva per quello che è il destino di Tim. Perché ripeto anche qui, tutti parlano ma nessuno ci spiega quali possono essere le ricadute anche in termini occupazionali, che noi riscontriamo. E poi, come abbiamo già detto in altre occasioni, ci dovrebbero spiegare perché tutti gli altri paesi europei non hanno fatto alcun genere di operazione che oggi invece in Italia vogliono fare. L’unico esempio pratico, che però non è andato a buon fine, è stata la separazione della rete di Telia in Svezia e la costituzione di una newco battezzata Skanova ad hoc nel 2008, anche se poi dopo qualche anno Telia ci ha ripensato ed è tornata sui suoi passi.  

Key4biz. Ce lo chiede qualcuno?

Salvo Ugliarolo. Qualcuno dice che ce lo chiede l’Europa. Ma no, l’Europa in realtà non ce lo chiede e comunque noi dovremmo avere la capacità di dire all’Europa che così come la Francia, la Spagna, la Germania, l’Inghilterra nessuno ha fatto questo genere di operazione ma anzi hanno garantito investimenti e sviluppi con l’azionista statale anche all’interno. Non si capisce perché invece in Italia questo non possa avvenire. E allora finiamo di usare il pretesto e la scusa dell’Unione Europea perché come ci sono altri stati come Francia, Germania, Spagna all’interno della Ue c’è anche l’Italia.   

Key4biz. Ma l’Europa non ci chiede lo scorporo.

Salvo Ugliarolo. No, però c’è chi dice che l’Europa impedirebbe l’ingresso di un azionista pubblico nella compagine di Tim. La verità è che manca una visione industriale del settore delle Tlc.  

Key4biz. Per il sindacato, teoricamente, non sarebbe più accettabile se invece della rete fosse ceduta la società dei servizi, la ServCo?

Salvo Ugliarolo. Sì, ma a chi la devono vendere? Chi è che dà le garanzie rispetto a un piccolo mostro che si andrebbe a costituire, da parte del business non di rete che oggi dovrebbe rimanere in un settore altamente concorrenziale dove tutte le altre aziende competitor dirette nella parte consumer di ciò che potrebbe rimanere di Tim, messe assieme (Iliad, più WindTre, più Fastweb, più Vodafone ndr) non fanno il numero della nuova società di Tim, al netto della separazione della rete. In un settore così concorrenziale si rischia di creare un mostro alla Frankenstein, che avrebbe degli effetti drammatici sulla tenuta occupazionale.       

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