Russia: forte calo della produzione petrolifera, e il prezzo resta sopra i 100 dollari

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La produzione petrolifera russa è diminuita nella prima settimana di aprile del 4,5% rispetto alla media di marzo, il calo più marcato della produzione da maggio 2020, secondo i dati del ministero dell’Energia russo visti da Bloomberg.

Tra l’1 e il 6 aprile, la Russia ha pompato l’equivalente di 10,52 milioni di barili al giorno (bpd) di petrolio, secondo i calcoli di Bloomberg basati sui dati del ministero dell’energia in tonnellate. Si tratta di circa 500.000 barili al giorno al di sotto della produzione media russa per l’intero mese di marzo. Se la tendenza continua per tutto aprile, la Russia potrebbe vedere il più grande calo mensile della produzione di petrolio da maggio 2020, quando ha iniziato a tagliare volontariamente la sua produzione come parte dell’accordo OPEC+.

Gli acquirenti occidentali continuano a boicottare volontariamente i carichi di petrolio russo e molti analisti affermano che è una questione di tempo prima che almeno una parte delle forniture russe esca dal mercato, nonostante stiano emergendo segnali che la maggior parte dell’Asia stia ancora acquistando greggio russo, con forti sconti. Però per quanto questi operatori siano attivi, non lo sono ancora in modo sufficiente a compensare le mancate vendite in occidente..

La produzione russa a marzo era già diminuita da febbraio, anche se di una minima quantità. La Russia ha pompato l’equivalente di 11,01 milioni di barili al giorno di petrolio greggio e condensato a marzo, secondo i calcoli di Bloomberg basati su un rapporto dell’agenzia di stampa russa Interfax. È lo 0,6% in meno rispetto alla produzione di febbraio.

Il calo di marzo è stato il primo calo di questo tipo dall’agosto 2021, quando un incendio in un impianto di lavorazione di Gazprom nella Siberia occidentale ha frenato parte della produzione di condensato di petrolio.

Un rapporto della scorsa settimana ha anche suggerito che la produzione petrolifera russa è diminuita a marzo rispetto a febbraio, segnalando che il partner chiave dell’OPEC nell’accordo OPEC+ non è riuscito a sfruttare il suo aumento mensile di circa 100.000 bpd consentito dall’accordo.

A conferma di questa situazione Transneft, l’operatore russo dell’oleodotto, ha informato le compagnie petrolifere locali che avrebbe limitato l’assunzione di greggio ancora da vendere a causa dello stoccaggio completo, come riportato da Reuters la scorsa settimana.


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