Secondo i dati di Vortexa Ltd, le esportazioni di gasolio e carburante in Russia sono crollate ad agosto, raggiungendo i minimi da 10 mesi, mentre i raffinatori si preparano per la manutenzione stagionale di routine, che di solito assorbe la domanda.
Secondo i dati Vortexa da riportati da Bloomberg, le esportazioni di prodotti petroliferi dalla Russia sono scese a 2,3 milioni di barili al giorno dal 1° al 26 agosto. Questi 2,3 milioni di bpd sono 250.000 bpd in meno rispetto al mese precedente e anche al di sotto dei livelli di agosto 2022. I dati ufficiali della Russia non sono disponibili poiché il Paese ha classificato i propri dati in seguito alle sanzioni occidentali.
Le esportazioni di prodotti petroliferi dalla Russia possono essere in calo, ma le esportazioni di greggio via mare della Russia sono salite a un massimo di 8 settimane, secondo i dati Vortexa.
Le esportazioni di diesel e gasolio sono scese a 1,05 milioni di bpd nei primi 26 giorni di agosto, mentre le esportazioni di benzina e componenti di miscela sono scese a soli 80.000 bpd, il livello più basso in quasi un anno. Le esportazioni di jet fuel sono salite a 40.000 bpd in agosto. Le esportazioni di olio combustibile, invece, che rappresentano un terzo di tutti i flussi di carburante dalla Russia, sono scese a 603.000 bpd in agosto, segnate da una significativa riduzione dei flussi verso il Medio Oriente. Per l’olio combustibile, si tratta del livello di esportazioni più basso della Russia da oltre un anno.
I dati di agosto contrastano con quelli più rosei di luglio, quando le esportazioni russe di gasolio e diesel via mare sono aumentate del 5% rispetto a giugno, grazie al ritorno ad una maggiore capacità di raffinazione in Russia per la fine della manutenzione stagionale. Secondo i dati provenienti da fonti commerciali e dal monitoraggio delle navi. Turchia, Nord Africa, Brasile e Medio Oriente sono ora i mercati chiave per le esportazioni russe di gasolio via mare, dopo che il 5 febbraio l’UE ha imposto un embargo su tali importazioni.
Molti prodotti petroliferi raffinati della Russia continuano a essere scambiati al di sopra del prezzo massimo stabilito dal G7, mentre la nazione continua a sfidare le sanzioni occidentali. Questo però non ne frena la vendita, a indicare il sempre minor potere, anche di pressione economica, dell’occidente.
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