Safer Internet Day: massiccia presenza di giovanissimi in rete e poca consapevolezza dei rischi
Libertà e sicurezza di internet vanno di pari passo, basta applicare regole condivise e favorire la nascita di una cultura digitale e della legalità, soprattutto tra i minori, anche i più piccoli, per garantire entrambe. L’accesso a internet, d’altronde, è ormai una faccenda intergenerazionale e che riguarda tutte le fasce di età. Oggi, in occasione della Giornata mondiale per la sicurezza in Rete (Safer Internet Day 2024), Save The Children ha diffuso i nuovi dati relativi al rapporto tra i bambini e le nuove tecnologie.
Nonostante la legge preveda che un utente possa avere accesso ai social media solo dopo aver compiuto i 13 anni di età, la realtà mostra una presenza massiccia di preadolescenti che hanno aperto un profilo indicando un’età maggiore, o hanno usato quello di un adulto, spesso un genitore più o meno consapevole: il 40,7% di chi in Italia ha tra 11 e 13 anni usa i social media.
Torna quindi al centro del dibattito pubblico il concetto chiave: l’urgenza di creare ambienti digitali sicuri per bambine, bambini e adolescenti e di affrontare opportunità e rischi della trasformazione digitale in atto.
Nel nostro Paese, il 78,3% degli 11-13enni, il 91,9% degli adolescenti nella fascia 14-17 anni e il 44,6% dei bambini tra i 6 e i 10 anni, utilizza internet praticamente tutti i giorni. In questo scenario, si abbassa sempre di più l’età in cui si possiede o utilizza uno smartphone, mezzo di elezione per connettersi ed entrare in contatto con ambienti non sempre sicuri, con un aumento significativo di bambini tra i 6 e i 10 anni.
Rete e legalità
Proprio grazie alla disponibilità di queste tecnologie e la facilità di accesso alla rete è risultato, da un recente studio condotto da Skuola.net/EUIPO, che 2 giovani su 3 (66%) guardano film, serie tv o eventi sportivi su siti web pirata, 1 su 2 (50%) è solito usare password condivise con persone al di fuori del nucleo familiare per accedere ai servizi di streaming, come Netflix o Spotify.
Tre su dieci (30%) utilizzano app e software “craccati” per evitare di sottoscrivere un abbonamento e accedere così a servizi di ogni tipo, anche illeciti.
Come più volte sottolineato dalla FAPAV, è ancora troppo bassa la cultura della legalità tra i più giovani e una consapevolezza chiara del reato che si commette consumando contenuti illeciti, frutto cioè di attività criminali.
Il 36% dei ragazzi, tra i 16 e i 25 anni, ha visto in streaming contenuti pirata tramite IPTV illegali, il 32% tramite siti pirata, il 24% tramite il classico download. Il 36% dei giovani, inoltre, ha fruito almeno una volta di un IPTV pirata, il 15% ha anche attivato un abbonamento ai servizi illegali offerti.
I social (42%), le app di messaggistica (22%) e i motori di ricerca online (20%) sono gli strumenti preferiti dai più giovani per informarsi sui nuovi contenuti pirata offerti in rete illecitamente dai gruppi criminali online e sul come raggiungerli.
Consapevolezza del reato e dei rischi informatici
L’ambiente digitale rappresenta per le giovani generazioni una straordinaria opportunità di abbattimento delle disuguaglianze, di accesso alle informazioni e di ampliamento degli orizzonti, ma è necessario che tutti i bambini, le bambine e gli adolescenti siano accompagnati nell’acquisizione delle competenze indispensabili per navigare in rete in modo creativo e consapevole. Solo una cultura digitale e della legalità potrà favorire questo percorso di crescita collettivo.
Ma serve anche una maggiore consapevolezza del reato che si commette a cui si associa la consapevolezza dei rischi informatici e personali derivanti dalla pirateria, perché attraverso il download e lo streaming di contenuti pirata, vi è un’elevata possibilità di compromettere la sicurezza informatica dei dispositivi di connessione utilizzati e quella dei propri dati personali (a cui spesso sono collegati conti correnti online, identità digitale e altre informazioni sensibili).
Bagnoli Rossi (FAPAV): “Gravi le conseguenze per gli utenti che, fruendo di contenuti non autorizzati, si espongono a molti rischi”
“Un tema cruciale quello della sicurezza informatica per la società odierna e che coinvolge a vari livelli operatori e utenti del web. E’ sempre più dannoso il legame che intercorre tra la criminalità informatica e le piattaforme pirata. Gravi le conseguenze per gli utenti che, fruendo di contenuti non autorizzati, si espongono a molti rischi, tra cui virus, malware e furto di dati personali e bancari. Massima deve essere l’attenzione soprattutto nei confronti dei minori e dei giovani utenti”, ha dichiarato il Presidente FAPAV, Federico Bagnoli Rossi.
“La percezione di questi rischi è in aumento. Secondo l’ultima ricerca FAPAV/Ipsos il 70% degli utenti pirata è consapevole che attraverso il download e lo streaming non autorizzato corre il rischio di compromettere la propria sicurezza informatica”, ha proseguito Bagnoli Rossi.
“E’ importante ricordare che dietro la pirateria si nascondono veri e propri criminali informatici che traggono profitto da una apparente gratuità dei contenuti proposti. E’ fondamentale non abbassare la guardia nei confronti di un problema ancora molto preoccupante – ha precisato il Presidente FAPAV – ma nei confronti del quale, grazie alle operazioni delle Forze dell’Ordine e la recente introduzione della piattaforma Piracy Shield per il contrasto dei contenuti sportivi illeciti live, si intravedono segnali incoraggianti”.
https://www.key4biz.it/safer-internet-day-bagnoli-rossi-fapav-i-contenuti-pirata-espongono-gli-utenti-a-malware-e-furto-di-dati-personali-e-bancari/478776/