“Non c’è ambito che non stia valutando oggi l’utilizzo della Intelligenza artificiale e delle tecnologie del Metaverso: queste in ambito sanitario possono portare molti benefici e il mondo virtuale può svolgere un ruolo significativo, ma è necessaria una valutazione scientifica e gli algoritmi non possono comunque mai sostituire il medico, ma invece affiancarlo e aiutarlo”, ha affermato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, alla recente Conferenza ‘ComoLake2023 – Next Generation Innovations’.
Su come l’IA può affiancare e aiutare i medici e in generale la Sanità italiana, Maria Cammarota, Direttore Generale di Assinter, ha illustrato la sua visione, intervenendo al Forum Sanità, ieri a Roma nel panel su “Health, Data e FSE”, a cui hanno anche partecipato: Stefano Lorusso, Direttore Generale della digitalizzazione, del sistema informativo sanitario e della statistica – Ministero della Salute – Antonietta Cavallo, Dirigente Ragioneria Generale dello Stato – Ministero dell’Economia e delle Finanze – Giancarlo Bizzarri, Amministratore unico Puntozero – Ludovica Salerno, Account Executive Healthcare MongoDB.
“Creare servizi sanitari”
“Nel nostro servizio sanitario pubblico c’è una strutturale carenza di informazioni; drammatica carenza di dati e informazioni”, ha detto Cammarota. “Per essere ancora universalistica, a condizioni economiche accettabili in ambito europeo, la sanità italiana deve mettere mano a un’evoluzione tecnologico-organizzativa del prodotto salute, del ‘prodotto servizi sanitari’, al pari di ciò che accade nella produzione consumer in era Internet matura”, questa è la prima proposta lanciata da Cammarota.
“La disponibilità di tantissimi dati riferiti alle persone in formato digitale che parlano di noi e dei nostri comportamenti è il ‘nuovo petrolio’ composto di dati delle persone. E i dati delle persone non vanno confusi, come tutt’ora accade nella Sanità, con quelli delle organizzazioni”, ha continuato la direttrice generale di Assinter.
“La produzione moderna di cose e servizi”, ha spiegato, “è alla caccia disperata di questo ‘nuovo petrolio’: dati delle persone, dei cittadini, del loro corpo, delle loro menti, delle loro abitudini, dei loro comportamenti, di tutto quello che fanno e che pensano in formato digitale-individuale. Enormi data-lake guidati da software e algoritmi di intelligenza artificiale macinano ogni giorno miliardi e miliardi di questi atomi e cellule d’informazione”.
L’uso dell’IA nella Sanità per avere un “flusso di dati clinici individuali e collettivi per la cura, prevenzione e predizione di malattie”
“La sanità italiana, al pari di gran parte della pubblica amministrazione”, ha evidenziato Cammarota, “ha una carenza cronica di questi dati in formato digitale-individuale, ‘strutturati’, standardizzati, interoperabili, quindi utilizzabili per curare, amministrare e fare ricerca. Finora ha vissuto alimentata da ‘sangue venoso’, non ‘arterioso’: da dati organizzativi, ‘amministrativi’. Dati della ‘signora organizzazione’. Manca di flussi di dati clinici individuali e collettivi, in formato standardizzato e interoperabile, per la cura, la prevenzione, la predizione delle malattie e il governo aziendale, regionale, nazionale del sistema sanitario. Dati clinici, quindi riferiti ai corpi, alle menti e al comportamento degli assistiti”.
“Fino ad oggi la Sanità”, ha osservato, “è stata programmata attraverso dati amministrativi, costruiti per conoscere l’andamento economico e i processi ‘produttivi’. Non per conoscere lo stato di salute degli italiani”.
Oggi siamo pieni “di dati amministrativi, che servono per conoscere la salute (economica) delle organizzazioni, non delle persone”
“Per i progetti di intelligenza artificiale in Sanità occorre un’enorme massa di dati riferiti alle persone, alle loro opinioni e ai loro comportamenti. I dati amministrativi servono per conoscere la salute (economica) delle organizzazioni, non delle persone. Dalla cultura del dato amministrativo occorre passare alla cultura del dato clinico”, questo è il principale messaggio disruptive lanciato da Cammarota al settore della Sanità e a tutti i suoi stakeholder.
“Senza questi dati”, ha fatto notare, “la Sanità di oggi non è programmabile e il suo andamento non è verificabile. Quindi il suo costo, il rapporto tra spesa e obiettivi di salute, risulterà alla fine insostenibile. Non sarà inoltre possibile programmare con serietà l’impiego e la formazione dei professionisti“.
Esempi di nuovi servizi sanitari
Ecco alcuni esempi di nuovi servizi sanitari da creare, secondo Cammarota:
“Il profilo clinico, il patient summary, facendo in modo che non debba essere il Medico di Medicina Generale a compilarlo e ad aggiornarlo ma sfruttando un algoritmo automatico o semi-automatico che lo genera a partire dalla base di dati a disposizione. Se questo patient summary arriva «gratis» ed è immediatamente e facilmente fruibile, è collegato a dei servizi che aiutano a monitorare l’aderenza alle cure, permette di simulare diversi scenari in modo intuitivo e in un linguaggio comprensibile, Strumenti a supporto della prevenzione. …etc. allora il Medico di Medicina Generale potrà percepirne il valore e potrà avvantaggiarsene nella sua attività di routine“.
“Come per gli operatori e i cittadini/pazienti, anche per le Aziende Sanitarie”, ha proposto la DG di Assinter, “è possibile, ed è previsto, che si digitalizzino una serie di servizi per l’analisi degli scenari, la predizione delle evoluzioni di questi scenari, per supportare le decisioni che incidono sull’organizzazione, per ottimizzare la programmazione sanitaria, modelli predittivi, sistemi di sorveglianza, etc”.
Il ruolo chiave di Assinter per il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0: “un progetto ‘unico’ in Europa”
Grazie al protocollo firmato a fine luglio, Assinter collaborerà con il Dipartimento per la trasformazione digitale al piano di formazione sulla nuova versione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), rivolto a tutto il personale del Servizio Sanitario Nazionale (medici, infermieri e operatori sanitari, amministrativi e tecnici).
Il piano di formazione è così strutturato:
- HUB: formazione a livello nazionale, perché “la coerenza di informazioni, di contenuti e di obiettivi, porta coesione”, ha affermato la Direttrice;
- SPOKE: territoriale, attivata su richiesta dalle specifiche Regioni, con il supporto delle Università e centri scientifici territoriali.
“Assinter”, ha spiegato Cammarota al Forum Sanità, “è ed è stata al fianco del nuovo governo Meloni che nel 2023, per iniziativa del Sottosegretario Butti e del Ministero della Salute, ha predisposto un nuovo decreto sul Fascicolo che rivede la struttura centralistica e adegua le componenti tecnologiche e la normativa a tutela della privacy dei cittadini”.
“Ad oggi”, ha concluso la DG di Assinter, “continua l’opera di revisione normativa per completare il disegno architetturale del nuovo fascicolo. Questa fase di nuova e intensa progettualità avviata dal Dipartimento Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri permetterà di completare il progetto con l’adeguamento tecnologico di tutte le infrastrutture digitali delle aziende sanitarie, il collegamento con i medici di famiglia e poi con i medici specialisti, nei tempi stabiliti dal PNRR. Si completerà così un progetto ‘unico’ in Europa”.
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