Scoperta una variante Linux del ransomware Play che colpisce gli ambienti ESXi

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I ricercatori di Trend Micro hanno scoperto una variante Linux del ransomware Play che cifra i file solo quando si trova in un ambiente ESXi VMware. Il gruppo è attivo dal 2022, ma è la prima volta che esegue campagne attaccando i sistemi Linux.

Finora il ransomware ha colpito per lo più organizzazioni negli Stati Uniti, in particolare quelle del settore manifatturiero e dei servizi professionali. La variante Linux indica che il gruppo sta cercando di espandersi per colpire nuove vittime e aumentare i propri guadagni.

I ricercatori spiegano che il gruppo ottiene l’accesso iniziale ai sistemi tramite tecniche di phishing, sottraendo credenziali valide di utenti aziendali. In seguito, dopo aver stabilito la comunicazione, esegue una serie di tool per individuare altre macchine da infettare (Netscan), per il movimento laterale (PsExec), per la gestione dei comandi inviati dal server C2 (Coroxy backdoor) e per l’esfiltrazione dei dati (WinRAR e WinSCP).

La variante ESXi esegue una serie di comandi relativi a questo ambiente per capire se si trova effettivamente in un ambiente VMware; in caso positivo, prosegue con il flusso di infezione, altrimenti termina il processo e cancella tutti i file creati.

ransomware

Pixabay

Tra i file cifrati ci sono anche quelli relativi alla VM, come le informazioni sui dischi, le configurazioni e i metadati. La maggior parte dei file cifrati contiene informazioni critiche sulle applicazioni e sull’utente della macchina. Dopo aver concluso il processo di cifratura, la variante Linux del ransomware appende l’estensione “.play” ai file risultanti e crea una nota per il riscatto nella directory di root contenente i link ai siti Tor del gruppo.

Secondo l’analisi dei ricercatori, l’URL da cui gli attaccanti scaricano il payload del ransomware è collegato a Prolific Puma, un altro gruppo di cybercriminali. Prolific Puma è noto per generare nomi di dominio tramite un algoritmo apposito e utilizzarli per offrire un servizio di link-shortening per gli altri attaccanti, i quali lo usano poi per eludere i controlli durante le campagne di phishing e malware.

Per proteggere efficacemente gli ambienti ESXi (e non solo) dai ransomware, i ricercatori ricordano di applicare regolarmente le patch e installare gli ultimi aggiornamenti disponibili, segmentare la rete e implementare meccanismi robusti per il controllo degli accessi. Per minimizzare la superficie di attacco è inoltre fondamentale disabilitare tutti i servizi e i protocolli non utilizzati. Infine, è opportuno pianificare ed eseguire backup regolari e risolvere le potenziali configurazioni errate degli ambienti di lavoro.

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