Siloscape attacca Windows Server per colpire Kubernetes

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Il malware utilizza una tecnica di attacco originale: colpisce i container con sistemi Windows ma il suo obiettivo è quello di diffondersi nella piattaforma cloud.

Secondo i ricercatori del team Unit 42 di Palo Alto Networks, che lo hanno scoperto, Siloscape è l’equivalente informatico di quello che, per un entomologo, sarebbe un insetto mai visto prima.

Come si legge nel report pubblicato sul blog ufficiale della società di sicurezza, il fatto di trovarsi di fronte a un malware che punta a compromettere i sistemi cloud non è certo una sorpresa. Con la diffusione della virtualizzazione e il vero “boom“ delle piattaforme cloud, l’attenzione dei pirati informatici si è ovviamente concentrata sul settore.

L’elemento curioso riguardo Siloscape è piuttosto il suo modus operandi. Il trojan usa infatti come vettore di attacco i container in cui gira Windows Server, sfruttando una falla che gli consente di “evadere” dal container per diffondersi nel cluster Kubernetes.

Il primo attacco, spiegano i ricercatori, viene portato sfruttando vulnerabilità conosciute (anche se recenti) che prendono di mira applicazioni esposte su Internet, come i Web Server.

Una volta compromesso il container, però, Siloscape sfrutta la possibilità di eseguire movimento laterale per infettare l’intera piattaforma.

Siloscape

Come puntualizza l’autore del report, la falla di sicurezza che il malware sfrutta, non era mai stata considerata tale. Questo per un motivo piuttosto semplice: nell’ottica di Microsoft, Windows Server è un sistema pensato per girare come host. Il suo utilizzo in container ha preso piede solo in tempi relativamente recenti. Alla luce della comparsa di Siloscape, però, gli sviluppatori hanno dovuto ricredersi.

Per operare all’interno della piattaforma Kubernetes, il trojan impersona un processo legittimo (CExecSvc.exe) e attiva un collegamento al server Command and Control utilizzando il circuito Tor per nascondere le comunicazioni.

Da questo momento, i pirati informatici possono fare ciò che vogliono e, in particolare, possono caricare nuovi container all’interno del cluster. Secondo i ricercatori utilizzerebbero principalmente miner per criptovalute, ma gli analisti non escludono che Siloscape venga utilizzato anche per esfiltrare informazioni sfruttando la possibilità di accedere alle altre applicazioni ospitate su Kubernetes.

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