Stan McCoy (MPA EMEA): “Il cinema è in salute, ma necessita di regole certe, incentivi e tutela del copyright”

  ICT, Rassegna Stampa
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L’emergenza sanitaria legata alla pandemia da Covid-19 è ormai alle spalle. Le difficoltà della ripartenza non sono del tutto superate, ma l’intera industria dell’audiovisivo, dal cinema alla televisione, sembra ormai sulla strada della piena ripresa, soprattutto grazie agli investimenti in tecnologie e piattaforme digitali.

La transizione digitale dell’industria culturale e creativa, tra cui il cinema, la televisione, i contenuti a pagamento e la diretta streaming di eventi, dagli spettacoli allo sport, è di fatto iniziata ben prima della pandemia e certamente questo a contribuito ad un agevole superamento dell’emergenza.

Il ritorno alla normalità ha poi ridato ossigeno al circuito delle sale cinematografiche, le più colpite dai lunghi lockdown, vera anima e cuore battente del mondo del grande schermo. Ora si guarda al futuro e alle nuove sfide poste sempre dalla tecnologia.

Oggi il settore dell’audiovisivo vale a livello mondiale 540 miliardi di dollari e l’Europa da sola 122 miliardi circa, con due milioni di posti di lavoro, ma sono diverse le sfide che da qui in poi attendono l’industria cinematografica e televisiva, legate alla pirateria, ai nuovi quadri regolatori e all’innovazione tecnologica.

Abbiamo sentito su questi argomenti Stan McCoy, President and Managing Director di MPA EMEA, l’unità che opera in Europa, Medio Oriente e Africa della Motion Picture Association, una delle più grandi e antiche (101 anni) organizzazioni americane dei produttori cinematografici (ne fanno parte, tra gli altri, Walt Disney, Sony, Paramount Pictures, Netflix, Universal Studios e Warner Bros).

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Key4biz. Il mercato cinematografico mondiale ha raggiunto un valore di circa 72 miliardi di dollari nel 2022, e si stima una sua ulteriore crescita a oltre 94 miliardi dollari entro il 2028 (Studio Markets n Research). Quali sono le implicazioni di questi numeri?
Stan McCoy. Questi numeri dimostrano che questa industria è una potenza globale. Ecco un esempio: uno studio recente ha dimostrato che quando HBO ha girato la seconda stagione di The White Lotus in Sicilia, quella singola produzione ha contribuito con 38 milioni di euro all’economia italiana e ha creato 1.500 posti di lavoro locali. Se consideriamo le prestazioni globali del settore nel suo insieme, il numero raggiunge la strabiliante cifra di circa 540 miliardi di euro. L’Europa è il terzo mercato cinematografico e audiovisivo più grande al mondo, contribuendo per quasi 122 miliardi di euro e generando due milioni di posti di lavoro in tutta la regione, di cui un milione direttamente attribuibili a sviluppo, produzione e distribuzione e un altro milione in modo indiretto. Un aspetto chiave per i responsabili politici dovrebbe essere che questa industria ha una capacità enorme di generare posti di lavoro e vitalità economica, se le vengono forniti gli incentivi giusti, la flessibilità contrattuale e un ambiente regolatorio prevedibile e stabile.

Key4biz. Possiamo dire che i film ad alta tecnologia e lo streaming hanno rappresentato una strategia di uscita dalle sfide poste dalla pandemia di Covid-19? Cosa possiamo aspettarci nei prossimi anni, e come l’industria cinematografica e audiovisiva continuerà a crescere sia nelle sale che nei servizi online?
Stan McCoy. Sono d’accordo sul fatto che il settore del cinema, della televisione e dello streaming svolga un ruolo vitale nella società odierna, non solo dal punto di vista economico, ma anche culturale e creativo. La crisi generata dal COVID ci ha in qualche modo aiutato a capire che il potere della narrazione ha la capacità di unirci tutti, anche se solo virtualmente. Ha anche fatto sì che molti di noi desiderassero tornare al cinema, tanto che nel 2023 il box office estivo italiano ha superato le cifre pre-pandemiche. Questo dato mi riempie di ottimismo: il cinema è tornato, il mercato dello streaming è vibrante e il pubblico ne sta raccogliendo i frutti sotto forma di grandi esperienze cinematografiche e televisive. E devo assolutamente estendere un ringraziamento al Sottosegretario Borgonzoni, all’ANEC e all’ANICA per il loro impegno nella promozione della stagione estiva.

Key4biz. Possiamo dire, alla luce di questa transizione tecnologica, che l’industria cinematografica e televisiva, assieme a tutta la filiera produttiva, ha sfruttato questo momento di cambiamento per reinventare e sé stessa e il mercato dei contenuti? Aumenteranno gli investimenti, avremo ricadute positive in termini di nuovi posti di lavoro?
Stan McCoy. Questa è un’industria di innovatori. Stiamo costantemente spingendo i nostri limiti creativi e tecnologici per garantire che i consumatori possano godere dell’intrattenimento migliore, che sia sul grande o piccolo schermo. L’Europa è orgogliosa di essere un faro di eccellenza in campo culturale e creativo. I membri dell’MPA sono altrettanto orgogliosi di far parte di questo ecosistema culturale e di contribuire al suo successo attraverso i loro investimenti, che generano posti di lavoro e crescita a beneficio di tutto il panorama audiovisivo europeo e italiano. Considerate il fatto che 700 aziende in tutta Italia hanno ottenuto lavoro dalla produzione di The White Lotus: autisti di camion, ristoratori, elettricisti, parrucchieri e molto altro. Credo che il motore dell’occupazione continuerà a funzionare fintanto che l’Italia manterrà politiche favorevoli alla produzione e lavorerà per fornire a questo settore flessibilità regolamentare, proporzionalità, prevedibilità e libertà contrattuale.
Dal mio punto di vista, questo è il percorso per garantire che tutti i protagonisti (del settore), grandi e piccoli, rimangano competitivi e contribuiscano positivamente all’economia europea. È di vitale importanza per gli investitori esteri che l’ambiente regolatorio mantenga questi elementi chiave.

Key4biz. La pirateria è stata per anni una spina nel fianco dell’industria cinematografica e audiovisiva, ma finalmente sono state approvate nuove misure legislative che ne hanno limitato di molto gli effetti negativi in termini di atti di pirateria, di violazione del copyright, di perdita di investimenti e posti di lavoro. In Italia, grazie al lavoro congiunto di Parlamento, Agcom e mondo delle imprese, a cui fin dall’inizio ha dato un grande contributo la FAPAV, si è arrivati ad una nuova legge, che pone l’Italia all’avanguardia nel panorama europeo nel contrasto all’attività di pirateria online. Pensa che siamo sulla strada giusta?
Stan McCoy. La pirateria continua a rappresentare una minaccia significativa per la comunità audiovisiva globale. Danneggia film e imprese di tutte le dimensioni e nazionalità, minaccia i posti di lavoro, compromette gli investimenti, riduce le imposte versate ai governi e soffoca la creatività, che è il cuore pulsante della nostra industria. L’Italia si è fatta leader e innovatrice in molti modi nella lotta contro questo flagello, e la nuova legislazione conferma ulteriormente questo ruolo. FAPAV è il nostro partner di fiducia nella lotta alla pirateria in Italia. A livello globale, l’MPA ha creato l’Alliance for Creativity and Entertainment (ACE) nel 2017, con l’ambizione di sviluppare un approccio molto più completo e trasfrontaliero per combattere la pirateria. Abbiamo avuto un grande successo in questo senso e, oltre a utilizzare le risorse antipirateria dell’MPA, ACE aggiunge le risorse di oltre 50 aziende d’intrattenimento di tutto il mondo. Lavoriamo a stretto contatto con i governi e le forze dell’ordine di tutto il mondo.

Key4biz. Nonostante internet, possiamo dire che i grandi Studios e i distributori non vogliono e non possono fare a meno delle sale cinematografiche. Nel 2022, l’Italia è rientrata tra i Paesi europei che hanno registrato più presenze al cinema, con 44,5 milioni di spettatori, dopo Francia (152 milioni), UK (117,3 milioni), Germania (78 milioni), Spagna (61,2 milioni). Possiamo dire che c’è sempre più fame di cinema e voglia di grande schermo?
Stan McCoy. Sì, vediamo che lo streaming e le sale cinematografiche coesistono e prosperano insieme. Il nostro pubblico richiede flessibilità, scelta e un paesaggio dell’intrattenimento culturalmente diversificato, incluso il cinema. Ricerche negli Stati Uniti hanno dimostrato che gli stessi consumatori hanno una predilezione sia per i contenuti in streaming online che per la visione di film al cinema. Come ho già menzionato, c’è una chiara tendenza al rientro dei consumatori italiani al cinema. I dati di Comscore mostrano che complessivamente la stagione estiva del 2023 in Italia ha registrato il più alto incasso al botteghino (172 milioni di dollari USA) degli ultimi sette anni analizzati. Siamo orgogliosi che i film dei membri dell’MPA, come Barbie e Oppenheimer, abbiano contribuito al successo al botteghino estivo, rappresentando complessivamente il 33% dell’incasso totale.

Key4biz. L’MPA si identifica sul proprio sito web come “la voce dell’industria cinematografica e televisiva” e come “una comunità di autori/narratori al centro di innovazione, immaginazione ed espressione creativa”. Ma in che misura questi elementi caratterizzano ed entrano nelle complesse relazioni tra realtà industriali ed istituzionali?
Stan McCoy. Siamo stati orgogliosamente quella voce per più di un secolo, spaziando dal cinema alla televisione e allo streaming. Gli anni della pandemia ci hanno ricordato che quando ci uniamo e parliamo con una sola voce, possiamo fare una differenza positiva per la nostra industria e continuare a essere una potenza economica, un generatore di posti di lavoro e una fonte di gioia, intrattenimento e valore culturale in tutto il mondo. Per questo motivo, l’MPA si impegna a sostenere un ambiente regolatorio e legale che protegga il copyright e promuova una regolamentazione flessibile e proporzionata che permetta a tutta l’industria di adattarsi e innovarsi. Solo in questo modo il settore audiovisivo può rimanere la potenza che è e continuare a essere vibrante, creativo e innovativo.

Key4biz. Come responsabile MPA EMEA, quali argomenti si sentirebbe di portare alla nuova Commissione europea per promuovere, rafforzare e proteggere il mercato dell’audiovisivo in tutti i Paesi dell’Unione?
Stan McCoy. I membri dell’MPA sono un elemento importante e integrante del settore audiovisivo in Europa e contribuiscono in modo significativo alla crescita economica europea e al settore cinematografico, televisivo e dello streaming diversificato. Oltre a realizzare grandi film e serie, molti dei quali vengono prodotti in Europa, i membri dell’MPA stanno investendo tanto nella creazione di contenuti europei locali e nell’aiutarli a trovare un pubblico più ampio. La nostra priorità a livello dell’UE e degli Stati membri è quella di sostenere la flessibilità, la proporzionalità, la prevedibilità e la libertà contrattuale, poiché queste sono le premesse essenziali che permettono all’industria di rimanere competitiva, di rispondere alle esigenze del pubblico e di sostenere l’arte e il business della narrazione. I regolatori devono tenere bene a mente che il settore audiovisivo richiede una notevole assunzione di rischi creativi e finanziari nelle fasi di sviluppo, produzione e distribuzione.

Key4biz. La proposta di introdurre una tassa su Internet (fair share) in Europa al momento è stata congelata, si attenderanno le elezioni europee di giugno 2024, da cui uscirà la nuova Commissione e i nuovi commissari. Secondo Lei e l’MPA, in che modo questa proposta di legge influirà direttamente nel rapporto tra i fornitori di contenuti audiovisivi e le piattaforme di internet?
Stan McCoy. Prima di tutto, va detto che c’è un ampio dibattito e una significativa opposizione da parte di diversi gruppi, regolatori e settori su questa richiesta delle società di telecomunicazioni legacy per una tassa su Internet. L’MPA si è unita al settore creativo nel quadro della coalizione Creativity Works! per evidenziare il modo in cui tali obblighi di investimento potrebbero sottrarre capitale di investimento al settore creativo e alla fine danneggiare i consumatori. Come hanno osservato i regolatori europei e molti altri, la soluzione inizia con la comprensione del vero problema. Secondo il presidente del Body of European Regulators for Electronic Communications (BEREC), Kostas Masselos, le tasse su Internet potrebbero essere pericolose, e l’attenzione dovrebbe essere focalizzata su politiche che sostengono una distribuzione più facile ed economica e sulla garanzia che le nuove reti siano invitanti. Speriamo che l’Italia continui a prestare attenzione a queste preoccupazioni.

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