Amazon boccia in toto l’ipotesi avanzata dalla Commissione Ue di introdurre a carico delle Big Tech Usa la cosiddetta tassa su Internet (Fair share) a favore delle telco europee per la realizzazione delle nuove reti in fibra e 5G.
Una misura che, secondo il gigante dell’eCommerce, danneggerebbe gli investimenti in nuove produzioni audiovisive, minerebbe l’innovazione nel campo dei web services e in ultima istanza ricadrebbe sulle tasche dei consumatori per l’inevitabile aumento dei prezzi che ne seguirebbe.
Investimenti di Amazon
“Amazon è orgogliosa del proprio lavoro volto a fornire prodotti, servizi e contenuti che i clienti desiderano e apprezzano. Con investimenti per un totale di oltre 150 miliardi di euro dal 2010, Amazon si è impegnata a far crescere la propria presenza nell’Unione Europea e ad impiegare oltre 150mila persone per soddisfare le aspettative dei clienti.
Tuttavia, Amazon ha espresso preoccupazione per la richiesta di una tassa su Internet in Europa. L’azienda sottolinea il rapporto simbiotico tra contenuti di qualità e connettività. La produzione di contenuti e servizi di alta qualità richiede investimenti significativi sia da parte dei produttori di contenuti che dei fornitori di servizi Internet”.
La posizione di Amazon sulla consultazione della Commissione UE sul futuro del settore delle comunicazioni elettroniche
Amazon, si legge nel blog aziendale, “ha effettuato investimenti sostanziali in contenuti originali per Prime Video, con oltre 130 nuovi programmi e film europei dal 2020, oltre a eventi sportivi su licenza e opere europee di produttori terzi. Inoltre, l’azienda sta investendo nell’espansione della connettività attraverso Project Kuiper, una rete satellitare che fornirà la banda larga alle comunità non servite e sottoservite in Europa e nel mondo”.
Inoltre, Amazon Web Services (AWS) “ha investito oltre 21 miliardi di euro nell’infrastruttura digitale europea, collaborando con i fornitori di servizi Internet per trasformare le loro operazioni e sviluppare soluzioni per i clienti. Con sei regioni dell’UE e oltre 120 punti di presenza nella rete di distribuzione dei contenuti in Europa, AWS consente di archiviare i dati più vicino ai clienti, riducendo il traffico sulle reti di telecomunicazione e i costi per i fornitori”.
Tassa su Internet? Conseguenze per imprese e obiettivi della Digital Decade
Un’imposta su Internet avrebbe conseguenze per le imprese e per gli obiettivi del decennio digitale europeo. “Aumenterebbe il costo delle reti cloud e di distribuzione dei contenuti, minando potenzialmente le piccole e medie imprese e start-up europee. Ciò potrebbe avere un impatto sull’obiettivo dell’UE di “75% delle aziende dell’UE che utilizzano Cloud/AI/Big Data” entro il 2030 e ostacolare l’innovazione.
Inoltre, un’imposta su Internet potrebbe incidere negativamente sulla neutralità della rete e comportare costi aggiuntivi per i consumatori. Misure simili implementate in altri paesi hanno mostrato conseguenze indesiderate, come l’aumento del costo della vita e la limitata diversità dei servizi digitali.
Amazon insiste sul fatto che l’idea di una tassa su Internet tenta di risolvere un problema che non esiste. Sarebbe un doppio prelievo a carico del consumatore senza costi di rete proporzionali o congestione di traffico. La società ritiene che questa proposta dovrebbe essere respinta, poiché mina gli obiettivi del decennio digitale europeo e scoraggia l’adozione del cloud”.
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