Telegram, arresto del CEO per via del DSA? Gli esperti: “Iniziato negoziato tra 2 potenze”

  ICT, Rassegna Stampa
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Pavel Durov è stato arrestato sulla base del Digital Service Act? A quanto si sa fino ad oggi, il fondatore e CEO di Telegram è stato arrestato in Francia a seguito di un’indagine sul cyberbullismo e in particolare per correità, per l’assenza di moderazione e quindi per non aver impedito la diffusione di contenuti e attività illegali sul social nonché per non aver cooperato con le forze dell’ordine, oltre ad offrire strumenti (come il numero usa e getta, scambio di criptovalute, ecc.) che rendono la piattaforma complice dei reati che vi si svolgono.

Nella prima nota di Telegram, pubblicata sul profilo X, la società dichiara di essere conforme in pieno al DSA: “la sua moderazione”, scrive il team di Telegram, “rispetta gli standard del settore ed è in continuo miglioramento. Il CEO di Telegram, Pavel Durov, non ha nulla da nascondere e viaggia spesso in Europa. È assurdo affermare che una piattaforma o il suo proprietario siano responsabili dell’abuso di tale piattaforme…stiamo aspettando una rapida risoluzione di questa situazione“. conclude il post.

Può una normativa nazionale prevalere sulla Direttiva europea E-Commerce del 2000?

Durov sembra sia stato arrestato secondo una legge nazionale. Può una normativa nazionale di diritto processuale penale prevalere sulla Direttiva europea E-Commerce (Dir. 2000/31)? 

La Direttiva europea E-Commerce ha stabilito l’irresponsabilità, a certe condizioni, dei Service Provider, ossia di chi fornisce i servizi Internet, come Telegram, facebook, ecc…

Questa irresponsabilità è stata confermata anche dal DSA nell’articolo 8 dal titolo: “Assenza di obblighi generali di sorveglianza o di accertamento attivo dei fatti”

Ora in Francia si ribalta uno dei concetti chiave di Internet? Il Service Provider è considerato penalmente responsabile dei contenuti, se illegali, veicolati sulla piattaforma

Questo caso è possibile anche secondo il DSA, che, invece, nell’articolo 9 dal titolo “Ordini di contrastare i contenuti illegali”, controbilancia quanto affermato nell’articolo 8, prevede: “Appena ricevuto l’ordine di contrastare uno o più specifici contenuti illegali, emesso dalle autorità giudiziarie o amministrative nazionali competenti, sulla base del diritto dell’Unione o del diritto nazionale applicabili in conformità con il diritto dell’Unione, i prestatori di servizi intermediari informano senza indebito ritardo l’autorità che ha emesso l’ordine, o qualsiasi altra autorità specificata nell’ordine, del seguito dato all’ordine, specificando se e quando è stato dato seguito all’ordine”.

Telegram non collaborando con l’autorità giudiziaria, si è visto arrestato il suo CEO. 

I pareri di 2 esperti

Secondo Luca Bolognini, avvocato europeo dei dati: “Sull’arresto di Pavel Durov, fondatore di Telegram: è una questione di reati omissivi propri o, più verosimilmente, impropri (per capire cosa siano e le differenze, studiate con calma). Il punto è comprendere se, nel diritto penale francese, sussista o meno un qualche obbligo esplicito violato da Pavel Durov. Non basta limitarsi a considerare che la Direttiva europea E-Commerce (Dir. 2000/31) e il Digital Services Act (Reg. UE 2022/2065) non impongono obblighi di sorveglianza preventiva. Questione complessa, perché la sicurezza nazionale e il diritto penale possono modificare sostanzialmente gli equilibri e le responsabilità dei fornitori di servizi digitali, anche in Europa”.

Per Giovanni Ziccardi, Professore d’Informatica Giuridica Università di Milano: “Ipotesi molto giallo/geopolitica, da scrittore di thriller tecnologici: Durov teme concretamente per la sua vita, (con, magari, informazioni recenti sul punto), e ha concordato l’arresto con il governo francese. 

Si è fatto trovare in quel jet privato per, poi, domandare protezione. 

Chiederà ‘asilo’ e protezione, scambierà informazioni, consegnerà Telegram o parti di esso all’occidente (consentendo di entrare in un sistema importantissimo per i russi e alterando completamente gli equilibri, forse anche della guerra). 

In pratica, non è questione di responsabilità, di provider, di crittografia o rimozione dei contenuti. 

È iniziato un negoziato tra due potenze”.

Telegram e la Francia.

Telegram Messenger è una delle prime 5 app più scaricate al mondo e nel 2024 ha superato i 900 milioni di utenti attivi mensili. L’azienda ha sede a Dubai.

Caso Telegram. Perché arrestato il CEO Pavel Durov e la lezione dalla Francia. Il nostro direttore Luigi Garofalo oggi è stato ospite di RaiNews24

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