A poche settimane dagli inizi del conflitto nella striscia di Gaza, sono cinque i fattori chiave che indicano che siamo entrati in una fase di accelerazione del cambiamento su scala globale:
- i mercati hanno dimostrato di essere più resilienti di quanto era prevedibile attendersi, e non era un fatto scontato;
- i tassi di interesse sono destinati a rimanere sopra la soglia del 5% ancora a lungo, con in previsione un ulteriore aumento da parte della BCE nei prossimi mesi;
- dagli inizi dell’anno si è registrata la più significativa ondata di dimissioni di sempre da parte degli amministratori delegati, un fenomeno descritto come “the great resignantion“;
- si è ridotto in modo significativo il numero delle società quotate sui principali listini a livello globale;
- gli indicatori tradizionali utilizzati dagli economisti, dal PIL agli indici di produttività, dal tasso di risparmio al reddito medio pro-capite a livello nazionale, non riescono più a stare al passo con i cambiamenti in corso a livello di contesto macro e non consentono di farsi un’idea puntuale ed attuale della dinamica dei mercati. Il risultato al netto di tutto è che gli indici utilizzati da mercati finanziari ed investitori istituzionali non si rivelano utili più di tanto nel dare “guidance” nelle decisioni di asset allocation.
Il ruolo dell’Intelligenza Artificiale
L’altra faccia della medaglia ruota intorno a tre dati che danno nell’immediato una dimensione dell’accelerazione nella rotazione dei mercati, per il ruolo trasformativo dell’intelligenza artificiale:
- OPEN-AI (Chat-GPT) è in negoziazione per vendere un pacchetto di azioni dei propri dipendenti con un enterprise-value di 86 miliardi di dollari;
- solo nell’ultimo trimestre in Silicon Valley la quasi totalità degli investimenti in venture capital si è concentrata sull’intelligenza artificiale, per complessivi di 19,7 miliardi di dollari, lasciando pochi margini per finanziare altri settori;
- nell’anno in corso Tesla ha ridotto il prezzo finale della Model-Y Long Range (ndr. fra l’altro l’auto più venduta in Europa nel corso del trimestre a cavallo dell’estate) di 17.500 US$, ovvero del 26.5%. Già da tempo sarebbe fuorviante guardare a Tesla solo come ad un produttore di automobili: è forse oggi la più grande società al mondo nell’intelligenza artificiale “applicata” e nella robotica.
Intanto continua la fuga dalle aziende
Negli Stati Uniti, dagli inizi dell’anno alla fine dello scorso settembre si sono registrate le dimissioni più di 1.400 amministratori delegati, il 50% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno passato: i settori hi-tech sono emersi come quelli più esposti con un tasso di abbandono superiore del 54% rispetto al 2022. Parallelamente, in Gran Bretagna il numero di società quotate si è ridotto del 70% rispetto al 1996, mentre i mercati finanziari si stanno polarizzando concentrando quasi l’80% del valore sulle “magnifiche sette”, the “Fab Seven” (Apple, Microsoft, Amazon, Meta, Alphabet/Google, Tesla e NVIDIA).
E se sbagliassimo a misurare la crescita con gli strumenti attuali?
Ma non mancano le sorprese anche a livello di contesto macro. Lo scorso mese di settembre il Bureau of Economic Analysis (US) ha pubblicato la revisione della contabilità nazionale degli Stati Uniti, dove emerge che l’economia americana è cresciuta più del previsto nel 2017/2018/2019 e nel 2020 ha registrato una contrazione marcatamente inferiore alle attese. A valle del dibattito che si è accesso fra gli economisti, si direbbe che ci sia un problema di inadeguatezza degli indicatori attuali nel misurare l’impatto delle nuove tecnologie e degli investimenti nella transizione energetica: nel caso di specie delle energie rinnovabili si stima che la correzione in positivo sia nell’ordine del 65%.
Il mondo cambia troppo velocemente e dobbiamo continuamente cambiare occhiali
Il mondo sta cambiando molto più velocemente di quanto era lecito attendersi e così settori chiave dell’economia, apparentemente fra loro distanti, tendono a convergere creando nuove asset class, che stanno polarizzando l’interesse di mercati e di investitori.
Così avviene che NIVIDIA e Deutsche Bahn (con Digitale Schiene Deutschland, o DSD) si impegnino insieme nel creare il “digital twin” di tutta la rete ferroviaria tedesca, composta di 5.700 stazioni e 33 mila chilometri di reti ferroviarie. Utilizzando i tool applicativi che hanno nell’intelligenza artificiale il fattore abilitante, Deutsche Bahn si sta impegnando a realizzare un sistema di sicurezza predittivo, in grado di assicurare il corretto funzionamento della rete, anche a fronte di eventi non anticipati. I sensori “AI-enabled” distribuiti lungo la rete ferroviaria verranno “addestrati” ed ottimizzati con una combinazione di dati estratti dal mondo fisico/reale con quelli sintetici, alcuni dei quali generati dal kit di software applicativo Omniverse Replicator: è così che i modelli predittivi saranno in grado di rilevare, pianificare ed agire in maniera autonoma adattandosi a quegli eventi inattesi che potrebbero creare problemi nell’utilizzo quotidiano della rete.
Il mondo cambia velocemente e noi?
In sintesi, tre considerazioni di fondo:
- la direzione e la velocità del cambiamento non lasciano margini di dubbio sulla portata degli eventi a cui stiamo assistendo e gli investitori non stanno perdendo tempo nel ridefinire i criteri di asset allocation;
- è arrivato anche in Europa il momento di porsi il problema di come aggiornare gli indicatori chiave dell’economia per riflettere l’impatto della transizione in corso, perché potremmo scoprire che le economie dell’eurozona risultino alla prova dei fatti più resilienti di quanto si attendono i mercati. Non si può escludere a priori che i margini di crescita dell’economia siano in prospettiva superiori alle previsioni. Con le prossime elezioni europee a giugno 2024 questa sarà una sfida chiave per la nuova Commissione che si andrà ad insediare a Bruxelles;
- ed infine, occorre prendere atto che l’impatto trasformativo dell’intelligenza artificiale generativa è una sfida che si può vincere solo a livello europeo, perché nessun Paese della UE raggiunge da solo la soglia critica di investimenti necessari per definire degli standard de-facto.
Il mondo cambia velocemente e c’è una sola domanda che continuiamo a riproporre ed a cui siamo chiamati a rispondere: “noi da che parte del cambiamento vogliamo stare?”. “Decisions dont’wait” (Andy Grove).
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