Tim corre ancora in Borsa in scia alle voci sui fondi. Piccoli investitori in fermento. Uilcom preoccupata

  ICT, Rassegna Stampa
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Tim continua a brillare ancora a Piazza Affari in scia alle voci che vedrebbero diversi fondi interessati alla quota del 23,75% dell’operatore in mano al primo azionista Vivendi. Il titolo sale anche oggi in apertura del 2,5% a 0,28 euro dopo il balzo di ieri in seguito ai rumors su CVC diffusi da Bloomberg, mentre secondo il Messaggero anche Bain starebbe guardando alla quota di Vivendi, sulla cui valutazione restano però ampie divergenze di prezzo tra i fondi e i francesi. Se confermato, l’accordo potrebbe indurre CVC a smembrare le attività di TIM una volta completata l’acquisizione totale.

Non solo CVC

 Secondo il Sole 24 Ore anche Apax Partners, a suo tempo alleata di iliad nell’offerta poi respinta per rilevare Vodafone Italia, avrebbe mostrato interesse.

La Stampa riporta che CVC potrebbe puntare al pieno controllo di TIM per procedere poi al break up delle attività, concentrandosi su TIM Enterprise, operazione che potrebbe attivare il Golden Power.

Si riapre quindi la corsa su quel che resta di Tim, la società che dopo la cessione della rete al fondo americano KKR, è composta dalle divisioni Enterprise (grandi clienti), Consumer (retail) e Brasile.

Secondo Bloomberg, il fondo CVC Capital Partners, che in Italia detiene il 70% di Maticmind, società specializzata in IT a sua volta partecipata anche da Cdp (che a sua volta detiene il 9,81% di Tim), starebbe valutando l’acquisto della quota di Vivendi. La conglomerata francese, con il 23,75%, è il principale azionista di TIM, pur non avendo un ruolo nella governance essendo fuori dal Cda. Tra l’altro, il gruppo francese è in causa con il Cda per la cessione della rete avvenuta senza un passaggio assembleare, voluto da Bolloré ma negato dal board.

Negli ultimi giorni, inoltre, Vivendi ha riorganizzato il gruppo, suddividendolo in quattro entità. Al momento, né CVC né TIM hanno commentato le indiscrezioni mentre fonti vicine alla holding francese smentiscono discussioni in corso.

Tim, Ugliarolo (Uilcom Uil): ‘Dubbi sulla volontà di un fondo di procedere a ulteriore spezzatino’

A stretto giro, Salvo Ugloarolo, segretario generale della Uilcom Uil, ha così commentato le voci su Tim: “A distanza di pochi mesi dalla separazione della rete, e quelle che sono le tante incognite sul futuro di queste due nuove società che nascono dopo la scissione dell’ex monopolista, oggi si torna nuovamente a parlare dei tentativi da parte dei fondi di acquistare quote di quello che è rimasto di Tim – ha detto Ugliarolo –  Ovviamente, tutto ciò apre nuovamente dubbi e perplessità rispetto alla volontà di un fondo, che sappiamo bene che è quello di spezzettare a sua volta Tim, cedendo magari asset come il Brasile piuttosto che la Business Unit Consumer. E’ chiaro che se questo è il secondo tempo di una situazione complessa e articolata, noi abbiamo ovviamente una serie di forti criticità da mettere sul tavolo anche rispetto a un Governo che in questo 2024 dopo il 2023, rispetto alle richieste della Uilcom di prendere le dovute garanzie rispetto al progetto di separazione, abbiamo riscontrato assolutamente un silenzio assordante da parte delle istituzioni. Non vorremmo che adesso finissimo per trovarci in una fase in cui a pagare le conseguenze di eventuali scelte finanziarie di operazioni economiche fossero ancora una volta i lavoratori di Tim, che già vivono in un contesto sicuramente ancora tutto da sviluppare e da capire dopo la separazione”.   

Piccoli investitori in fermento

Sul forum online di Investing.com, cresce l’attesa da parte dei piccoli investitori, galvanizzati dal rally del titolo. Di seguito una selezione dei commenti raccolti sul forum

“è arrivata qualche smentita????”.

“E qui si incomincia a capire che la quotazione bassa era principalmente da imputare alla presenza di Vivendi nell’azionariato..”.

“altri 2 o tre fondi interessati e quindi iliad si deve svegliare subito.. lo vedremo? ci speriamo? yeesss”.

“Rumors sempre più insistenti ingresso socio di minoranza imminente”.

“Se entra CVC o altro fondo, Tim sarà smantellata. Povera Italia poveri noi…”.

Creazione di valore?

“Creazione di valore con il riassetto: L’uscita di Vivendi potrebbe sbloccare finalmente iniziative chiave di valorizzazione, come la conversione o il buyback delle azioni di risparmio, oltre allo spin-off o alla monetizzazione di asset non core. Un nuovo azionista stabile e strategico miglio rerebbe inoltre la governance, eliminando le frizioni storiche che hanno pesato sulla valutazione del titolo”.

“Lo scenario che appare più probabile a nostro avviso è che Cvc possa essere interessata ad acquisire la quota di Vivendi, senza un completo take over”.

“0.41 la richiesta di Vivendi”.

“Lo ha detto a te? se 0,50 erano pochi…..”.

“Se Cvc compra è per fare Opa totalitaria successivamente”.

“Governo certamente sarà della partita con quota salvafacciachiappe”.

“siate vigili, la giornata ê lunga e può succedere di tutto, anche se chiude rosso basso non vendere assolutamente, target.0.32 a gennaio. volumi alti legati all’apertura, tra acquisti e vendite è normale. comunque rimanere assolutamente a bordo, aspettiamo notizie….”.

“Opa iliad a 0.80”.

“Regalo di Natale”.

Gli altri fondi interessati

Tuttavia, oltre a CVC, anche Bain Capital, un altro fondo internazionale che in Italia possiede il 50% di Engineering – il restante 50% appartiene a NB Renaissance – starebbe esaminando il dossier TIM.

Vivendi non ha mai nascosto l’intenzione di uscire da TIM. Secondo Bloomberg, l’operazione potrebbe valere circa 950 milioni di euro ma fonti finanziarie riferiscono che i francesi puntano a ottenere almeno 1,5  miliardi, in linea con il valore di mercato della partecipazione. Attualmente, TIM ha una capitalizzazione di 6,47 miliardi, spinta ieri da un rialzo del 5,7% che ha portato il titolo a 0,27 euro.

L’attenzione sul dossier è cresciuta anche grazie alla recente riorganizzazione di Vivendi, che ha separato Canal+, Havas e Louis Hachette, ora quotate indipendentemente. Questa mossa rende più agevole la cessione della quota di TIM, trattandosi ormai di una pura holding.

CVC già interessata a Tim in passato

Oltre a CVC e Bain Capital, sembrerebbe esserci un altro fondo statunitense interessato alla partita, ma anche in questo caso emergerebbero differenze sul prezzo. Già nel 2022, CVC aveva studiato un’offerta di circa 7 miliardi di euro per Tim Enterprise, la holding che controlla Noovle, Telsy e Olivetti, proposta poi rispedita al mittente. Allora l’interesse per la parte “business” del gruppo tlc sembrava gradito ai vertici aziendali, che però avevano già respinto una precedente offerta di KKR per un’OPA totalitaria a 0,505 per azione, valori oggi lontani.

Tuttavia, con un debito parzialmente risanato grazie alla vendita della rete a KKR, TIM appare ora un obiettivo più appetibile e concretamente conquistabile.

Golden power, restituzione del canone ’98 e cessione Sparkle

L’eventuale ingresso di un nuovo investitore estero potrebbe richiedere l’intervento del governo tramite l’esercizio del golden power, lo strumento che tutela gli asset strategici del Paese. Di mezzo ci sono asset sensibili fra cui la rete 5G e i data center.

Ieri inoltre si è tenuta l’udienza alla Corte di Appello, alla quale il governo si era rivolto per chiedere la sospensione del pagamento di un miliardo circa per la restituzione del canone del ’98. Il governo, come scritto da Reuters, ha dato tempo fino al 20 gennaio, quando si terrà una nuova udienza, per negoziare sul miliardo circa che l’esecutivo deve al gruppo telefonico.

Nel frattempo, domani è attesa anche l’offerta per Sparkle del Mef e del fondo Asterion che controlla Retelit. Proposta che, qualora accettata, andrebbe a concludere un’altra partita, ovvero la cessione della società dei cavi sottomarini, aperta da tempo.

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