Tim: Labriola, ‘Dimostreremo di saper mantenere le promesse’

  ICT, Rassegna Stampa
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Il titolo Tim crolla il giorno dopo l’annuncio del nuovo piano industriale, ma l’ad Pietro Labriola è convinto della bontà della strategia appena comunicata al mercato e la difende. Di fronte al cambiamento di Tim “non ci sono le giuste reazioni del mercato ma vedrete che nel corso dell’incontro vi bombarderemo di numeri per dimostrare che sapremo mantenere le promesse”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Tim Pietro Labriola presentando il nuovo piano di Tim 2024-2026 ‘Free to run’ durante il Capital market day. La nuova Tim è un’azienda che ha “una possibilità senza precedenti di sbloccare valore per tutti i soggetti interessati: ‘free to run’ è un claim impegnativo ma corrisponde alla verità” ha detto l’Ad spiegando che “con la cessione di NetCo riusciremo ad essere nuovamente un’azienda in grado di vivere bene sul mercato”.

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Forte calo Tim in Borsa, una traiettoria del debito non chiara

La doccia fredda su Tim in Borsa lascia il segno, il panic selling continua mentre è in corso il Capital Market Day.

L’ad Labriola cerca di spiegare che i target proposti per il prossimo triennio sono sostenibili, Andrea Rossini ed Elio Schiavo spiegano rispettivamente come pensano di raggiungere la stabilizzazione delle attività Consumer andando oltre la connettività e come ‘cavalcare I’onda’ del mercato del Cloud in espansione ma gli analisti sono ancora confusi, il percorso di riduzione del debito non è chiaro perché Tim non ha presentato il pro-forma da cui parte e mancano i dettagli del flusso di cassa che la porteranno a raggiungere gli obiettivi di riduzione della leva al 2026.

Tim dichiara di aspettarsi 14,2 miliardi di euro dalla vendita di NetCo ma non fornisce alcun debito netto iniziale, solo un obiettivo di leva finanziaria per il 2026 di 1,6-1,7 volte, fanno notare gli analisti. 

Tim: Labriola, ‘Senza rete focus su Consumer e Enterprise rami più competitivi’

 “Chi dice che la perdita della rete ci fa perdere un vantaggio competitivo forse non ricorda che negli ultimi 15 anni le norme sono state modificate per evitare un vantaggio derivante dalla rete. Ora avremo il tempo e i soldi per concentrarci su altri rami dell’azienda sia Consumer che Enterprise molto più produttivi e competitivi”. Labriola respinge così le critiche di chi dice che ServCo è una società più debole perché senza una rete dicendo che “noi siamo chiaramente il player più infrastrutturato in Italia sia per Consumer che per Enterprise, sia per il privato che per le aziende”.

“E poi avremo una struttura finanziaria che ci consentirà di portarci avanti per toglierci questo indebitamento” ha detto ancora l’Ad spiegando che nell’anno finanziario 2024 c’è un semestre come player integrato e un semestre come ServCo.  “Oggi siamo a metà di un percorso iniziato due anni fa, è stato esattamente nel marzo 2022 quando abbiamo iniziato a parlare di quello che sarebbe stato il futuro di Tim; abbiamo iniziato a esaminare le varie possibilità poi siamo passati a parlare di delayering cioè un approccio diverso dall’integrazione verticale. Superare quel modello ci consentirà di disporre di un modello di business meno regolamentato”. 

“Il livello di indebitamento della ServCo alla fine del 2024 sarà più basso, circa due volte l’Ebidta” sottolinea ancora l’Ad precisando che “nel 2023 abbiamo avuto una leva di 3,8, nel 2026 abbiamo 1,6-1,7, alla fine del 2024 sarà al di sotto di 2 e così facendo genereremo più ricavi e più ebitda e capex e riusciremo a ridurre il livello di indebitamento”. Di fatto Tim avrà “una struttura finanziaria più sostenibile e flessibile”.

Tim: Labriola, con vendita rete di nuovo liberi su mercato

“Con la cessione di Netco riusciremo a essere di nuovo un’azienda in grado di operare liberamente sul mercato”, grazie alla forte riduzione del livello di indebitamento.

“I ricavi cresceranno con una media del 3% e l’Italia riprende a crescere del 2% con un mix tra Consumer ed Enterprise, e’ un traguardo raggiungibile. Poi abbiamo la crescita dell’Ebitda con 900 milioni. Parte di questa crescita dipende dal segmento domestico e non viene solo dal Brasile”, ha spiegato Labriola.

“Poi c’è il debito. Nel 2023 abbiamo avuto una leva di 3,8, nel

così facendo genereremo più ricavi e più ebitda e capex e riusciremo a ridurre il livello di indebitamento e questo accrescerà il valore futuro degli azionisti”.

Tim: Labriola, ‘sostenibile società con 16mila dipendenti, target piano raggiungibili’

Sulle risorse umane “è sostenibile avere 16mila dipendenti? Certo”. Ne è sicuro l’ad di Tim. La società con 16mila dipendenti “è sostenibile, 5mila in Enterprise e 11mila in Consumer”. Degli 11mila dipendenti “4mila lavorano nei call center interni ma anche se li dimezziamo non possiamo far scomparire questo costo” perché ai clienti bisogna rispondere.

Il piano prevede che i “ricavi cresceranno in media del 3%, con l’Italia che riprende a crescere del 2%: è un traguardo raggiungibile” spiega Labriola sottolineando che “tutto si impernia sugli efficientamenti, senza sviluppo di rete fissa”.

Nelle slide diffuse nel corso della presentazione del piano, Tim vede alla fine del periodo considerato, il 2026, ricavi per 15,7 miliardi, un ebitda after lease di 4,4 miliardi, e taglio del debito e riduzione della leva a 1,6-1,7 volte con l’aprirsi di “opportunità per la remunerazione dei soci”.

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