Tim, di cui Vivendi è primo azionista, ha chiuso il primo semestre con perdite nette per 646 milioni di euro, in flessione rispetto agli 813 milioni dell’anno precedente.
Fatturato in crescita
Il fatturato del gruppo, invece, è cresciuto del 3% a 7,06 miliardi di euro, grazie al buon andamento della filiale brasiliana e ai ricavi in lieve aumento in Italia.
TIM Brasil, che ha assorbito nel 2022 le attività mobile dell’operatore brasiliano Oi, ha visto i suoi ricavi aumentare del 7,6% a 2,25 miliardi di euro.
In Italia, l’incremento è stato più contenuto, pari all’1%, con un fatturato salito a 4,82 miliardi di euro.
Cessione di Fibercop
All’inizio di luglio Tim ha finalizzato la vendita della propria rete fissa (Fibercop) al fondo di investimento americano KKR, associato allo Stato italiano, per un importo di 18,8 miliardi che potrà salire fino a 22 miliardi di euro in caso di fusione con Open Fiber.
Questa vendita, considerata “illegale” da Vivendi, che l’ha impugnata in tribunale, mira a ridurre il pesante debito del gruppo e a liberare risorse finanziarie per permettergli di affrontare meglio la forte concorrenza in Italia.
Indebitamento
L’indebitamento netto rettificato di TIM è aumentato nel corso del semestre, passando da 20 miliardi di euro di fine 2023 a 21 miliardi di fine giugno.
Una volta contabilizzata la vendita della rete, il debito della ServCo sarà ridotto a 8,1 miliardi di euro, precisa il gruppo.
“A seguito della vendita di NetCo, perfezionata il 1° luglio, l’Indebitamento Finanziario Netto rettificato After Lease pro-forma del Gruppo TIM ServCo risulta pari a 8,1 miliardi di euro, in linea con le previsioni.
Il Gruppo conferma inoltre le guidance per l’intero esercizio, che prevedono per il 2024 una crescita dei ricavi di Gruppo del 3-4%, una crescita dell’Ebitda After Lease di Gruppo del 8-9% ed un Indebitamento Finanziario Netto After Lease inferiore o uguale a 2 volte l’Ebitda After Lease e pari a circa 7,5 miliardi di euro”, si legge nella nota aziendale.
Alla ricerca di nuove risorse, Tim attende presto un’offerta migliorativa da parte del governo Meloni per l’acquisizione del 100% della sua controllata per i cavi sottomarini Sparkle.
Roma ha presentato a febbraio una prima offerta per un importo di 625 milioni di euro che potrebbe arrivare, a determinate condizioni, a 750 milioni di euro, che Tim aveva ritenuto “insufficienti”.
Il governo di Giorgia Meloni vuole assicurarsi il controllo di Sparkle, considerata strategica per il Paese. La nuova offerta dovrebbe essere presentata congiuntamente al fondo di investimento spagnolo Asterion.
Non è certo che l’offerta arrivi entro quest’anno.
Tim ha inoltre annunciato a metà agosto di vendere per circa 250 milioni di euro le sue ultime azioni di una holding che detiene il 30% del principale gestore italiano di torri d’antenna alla società di investimento francese Ardian.
Fibercop fino a 1.800 uscite
Intanto, il Sole 24 Ore ha reso noto oggi l’accordo siglato fra Fibercop e i sindacati di categoria delle Tlc. La società – con in pancia la rete fissa di Tim, ceduta alla cordata guidata dal fondo americano Kkr, e che conta attualmente poco meno di 20mila dipendenti – ha chiuso il cerchio con le organizzazioni dei lavoratori sottoscrivendo un’intesa con la quale si dà l’ok a un numero di uscite volontarie pari a 1.800. Questo il numero massimo, ma l’azienda presieduta da Massimo Sarmi e guidata dall’ad Luigi Ferraris, si è posta come obiettivo quello di arrivare a 1.300 uscite volontarie, consentendo uno scivolo di cinque anni per raggiungere la pensione.
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