Si stima che il turismo contribuisca con 415 miliardi di euro al PIL dell’Unione europea e che 3,4 milioni di imprese turistiche, secondo dati del nostro Ministero dei Beni culturali, forniscano 15,2 milioni di posti di lavoro, di cui molti connessi, direttamente o indirettamente, al patrimonio culturale.
Le strategie del turismo sostenibile devono agire per rafforzare il valore intrinseco e sociale del patrimonio culturale, per promuovere la diversità culturale e il dialogo interculturale. Devono mettere in evidenza le identità locali per proporre una Italia dai mille volti evidenziando in questo modo la molteplicità della proposta turistico – culturale
La stessa Agenda 2030 delle Nazioni Unite, all’obiettivo n° 8, recita: “Concepire e implementare entro il 2030 politiche per favorire un turismo sostenibile che crei lavoro e promuova la cultura e i prodotti locali”.
Il turismo sostenibile si caratterizza per la presenza di strutture e servizi turistici realizzati in modo tale da non distruggere o penalizzare il panorama, il mare e l’ambiente; privilegia l’alloggio dei villeggianti nell’entroterra (almeno due chilometri dal mare), promuove il km0, sostiene l’economia locale, mantiene posti di lavoro stagionali e consente la nascita di nuove imprese nel settore dei servizi.
L’Agenzia del Demanio, lunedì scorso, ha lanciato il quarto bando di Valore Paese-FARI, che mette sul mercato 9 strutture di grande interesse turistico lungo le coste italiane: si tratta di fari, torri, fortificazioni, edifici militari, ville e colonie dalla Toscana alla Campania, dalla Liguria all’Emilia Romagna.
Promossa in collaborazione con il Ministero della Difesa, l’iniziativa mira al recupero e riuso di immobili pubblici a fini turistico-culturali e sociali, nell’ottica del turismo sostenibile.
In linea di massima, l’Italia si conferma Paese con una forte vocazione al turismo sostenibile. A dimostrarlo c’è il numero crescente di strutture ricettive con licenza Ecolabel, il marchio europeo che certifica la qualità ambientale di alberghi, campeggi, rifugi, agriturismo, residence, appartamenti.
Secondo i requisiti di Ecolabel, squeste strutture devono rispondere a precisi parametri e norme, tra cui: efficienza energetica, ottimizzazione delle risorse idriche, monitoraggio dei consumi, utilizzo di prodotti locali e biologici, criteri gestionali.
Da un’analisi del documento pubblicato dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), che contiene tutte le strutture italiane di ricettività turistica e di campeggio deliberate come ‘Ecolabel Ue’, aggiornato all’estate 2018, emerge chiaramente la geografia delle regioni più sensibili al tema del turismo rispettoso dell’ambiente e attento al territorio.
Delle 186 strutture totali, si legge in un documento Avvenia sul turismo sostenibile in Italia, ben 56 (circa una su tre a livello nazionale) si trovano in Trentino Alto Adige, con Bolzano nel ruolo di provincia ‘regina’ della sostenibilità turistica, seguito dalla Sicilia con 30 strutture certificate, davanti alla Toscana con 17.
“Nelle prossime settimane – hanno commentato gli esperti del Centro Studi di Avvenia, società del gruppo Terna che si occupa di efficienza energetica – per il marchio Ecolabel si apre una nuova stagione: la Commissione europea, infatti, ha già stabilito i nuovi criteri con la decisione 175 del 2017, fissando al 25 settembre 2018 la scadenza di quelle già rilasciate in base alle indicazioni del 2009”.
I nuovi parametri saranno certamente più stringenti, si legge nella nota, “ma pensiamo che le imprese siano pronte alla nuova sfida indicata dall’Ue, adeguate al grado di consapevolezza ormai raggiunto dagli attori economici del settore privato”.
Per ottenere il marchio ambientale, precisano i ricercatori, è attribuito un significativo punteggio a tutti gli accorgimenti in grado di ridurre le emissioni di anidride carbonica e di ottimizzare le risorse attraverso scelte virtuose, sia di tipo tecnico, sia di processo.
Saranno così premiate alcune scelte che possiamo definire strategiche per il turismo sostenibile in Italia: approvvigionamento elettrico da fornitore che usa fonti rinnovabili; energia per il riscaldamento da fonti pulite; autogenerazione di energia elettrica in loco da fonte sostenibile (in questo caso si ottiene il punteggio più alto ai fini della licenza); efficienza energetica degli apparecchi per riscaldamento e condizionamentoeff
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