Nissan, Honda, Toyota e Fca sono solo alcuni dei marchi più noti che utilizzano (o hanno utilizzato) la piattaforma di connettività SiriusXM Connected Vehicle Services. Secondo il produttore, questa tecnologia è infatti utilizzata da oltre 15 produttori, che l’hanno implementata in 12 milioni di veicoli per gestire 50 servizi diversi.
Alcuni analisti che si occupano di sicurezza hanno infatti scoperto che la piattaforma era utilizzata per funzioni di gestione remota dei veicoli da Acura, BMW, Honda, Hyundai, Infiniti, Jaguar, Land Rover, Lexus, Nissan, Subaru e Toyota.
Analizzando il traffico generato da e verso l’app di Nissan, hanno scoperto che era possibile costruire e inviare richieste Http contraffatte conoscendo soltanto il numero identificativo del veicolo (Vin). Questa informazione è molto spesso facile da individuare anche dall’esterno se si ha accesso fisico a un’auto parcheggiata, perché in molti casi viene riportata su un’etichetta collocata nella parte bassa del parabrezza.
Accesso remoto
Una volta in possesso di questo numero identificativo, i ricercatori sono stati in grado di recuperare una grande quantità di informazioni sull’auto e sul suo proprietario, tra cui il nome completo, il numero di telefono, l’indirizzo e tutti i dettagli relativi all’auto.
Inoltre, si poteva sfruttare il bug anche per inviare al veicolo comandi remoti: secondo il ricercatore Sam Curry, se l’auto era stata prodotta dopo il 2015 un attaccante avrebbe potuto tracciare la posizione, aprire e chiudere le serrature, avviare e fermare il motore, suonare il clacson o pilotare i fari.
Se invece il veicolo era più vecchio l’attacco avrebbe consentito soltanto l’accesso alle informazioni complete del proprietario.
I ricercatori hanno mantenuto i contatti con le aziende coinvolte fin dai primi riscontri e hanno comunicato prontamente le loro scoperte. SiriusXM ha quindi provveduto a correggere la vulnerabilità immediatamente una volta ricevuta la segnalazione.
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